Come può definirsi oggi una "filosofia cristiana" e quale può essere la sua originalità rispetto alla tradizione? Come andare oltre l'obiezione di Heidegger che la definisce una contraddizione in termini, un "ferreo ligneo"? Motivo di queste pagine sono questioni antiche, le cui origini si trovano nella patristica e nella scolastica medievale nutrite dei concetti del pensiero greco, e la cui acme si osserva nel consumato dibattito moderno sul rapporto tra ragione e fede. Correlato è il tema della libertà: essa si oppone alla fede in quanto dono della grazia, oppure è condizione della stessa verità della religione cristiana? Svolgendo questo interrogativo il saggio offre i lineamenti per una metafisica che coniuga pensiero contemporaneo e classicità. la prospettiva indicata è quella di un realismo fenomenologico: superare il soggettivismo e il relativismo affermando nell'atto del conoscere, capace appunto di cogliere l'essenza delle cose, l'esistenza di verità oggettive e necessarie.
Filosofia e salvezza è un dialogo filosofico che affronta alcune domande essenziali dell'uomo: cosa ci salva o ci salverà per davvero? E soprattutto: che cos'è la "salvezza" Partendo dalla metafora del naufragio su un'isola deserta, quattro interlocutori iniziano una discussione che mette sul tavolo una serie di domande sul significato ultimo dell'esistenza. Il dialogo è diviso in tre parti (Theoresis, Praxis e Aisthesis) nelle quali i temi fondamentali della verità, del bene e della bellezza vengono indagati a partire dal mondo culturale russo.
Libertà e amore sono i valori più alti dell’uomo; tuttavia, nonostante le loro legittime autonomie, non sono valori assoluti, né tanto meno appesi al nulla di una vita mortale (esistenzialismo e nichilismo), ma si giustificano solo come derivati dalla libertà creatrice del «Dio-Amore» che fornisce di un senso ultimo tutta la morale e la convivenza umana. Il pensiero cristiano offre in merito risposte esaurienti sul mistero del mondo, superandone le contingenze, i relativismi e i laicismi; affermando la verità del bene e riconoscendo la Trascendenza. Uno studio divulgativo che miscela sapientemente antropologia e teologia, morale e politica.
In dialogo con un sociologo, un filosofo e un critico d'arte, per esplorare il misterioso intreccio del sentire e imparare a dipanarne i fili, fino a coglierne l'intima connessione con la verità dell'uomo e del suo rapporto con Dio. Impreziosiscono il volume le vignette di un disegnatore d'eccezione che aiutano a riflettere ancora sui temi affrontati, con un linguaggio diverso, e con un pizzico di ironia.
Una cavalcata nella storia della filosofia alla ricerca di quei pensatori che, più di altri, hanno spiegato, con le armi della ragione, la loro fede in Dio.
Semplice e immediato, questo libro è pensato per chi cerca un accesso diretto, ma non per questo banale, alla filosofia, in cui le grandi riflessioni si rapportano alla vita quotidiana così da renderle accessibili: se il Demiurgo di Platone è come la Fiat (sì, quella degli Agnelli), Aristotele e Tommaso non fanno che giocare a domino, perché c’è sempre un modo più semplice di spiegare le cose.
Simone Fermi Berto (1986) ha conseguito la laurea specialistica in filosofia presso l’Università Vita- Salute “San Raffaele” di Milano sotto la guida di Roberta De Monticelli e Roberto Mordacci. È studente della Scuola Internazionale di Alti Studi della Fondazione “San Carlo” di Modena, dove sta sviluppando un progetto di ricerca sul pensiero di Albert Schweitzer. Sta conseguendo, presso l’Università degli Studi di Parma, l’abilitazione all’insegnamento della filosofia e della storia nei licei. È docente di religione cattolica nelle scuole della Diocesi di Piacenza- Bobbio.
Questa nuova edizione italiana dell'opera più importante del teologo domenicano, pubblicata a Parigi nel 1909, è basata sulla terza edizione francese (1922) e contiene numerosi aggiornamenti lessicali e bibliografici, così da valorizzarne il contenuto teoretico e di renderne più evidente l'attualità.
L’idea di questo volume nasce dall’assiduo confronto tra alcuni amici che a lungo hanno discusso intorno a una domanda da cui tutti si sentivano interpellati: come la modernità si è misurata con la figura di Gesù? Si voleva arrivare almeno a sfiorare il segreto del fenomeno per cui, lungi dall’essere una figura usurata ed esaurita, Gesù ha dato e dà ancora ampiamente da ricercare agli storici, da pensare ai teologi e ai filosofi, da creare agli artisti. È da questa interrogazione che nascono i numerosi contributi raccolti in quest’ampio volume, dedicato all’analisi dei molti e diversi volti di Gesù che, nella modernità, hanno costellato la storia dell’interpretazione della sua personalità e del suo messaggio.
Con contributi di Isabella Adinolfi, Alfonso Berardinelli, Paolo Bettiolo, Stefano Bianchi, Pier Cesare Bori, Fabrizio Borin, Giorgio Brianese, Giuseppe Cantillo, Rolando Damiani, Giovanni Filoramo, Goffredo Fofi, Marco Fortunato, Giancarlo Gaeta, Roberto Garaventa, Giuseppe Goisis, Gaetano Lettieri, Gian Luigi Paltrinieri, Mauro Pesce, Luigi Ruggiu, Davide Spanio, Luigi Vero Tarca.
Isabella Adinolfi insegna Filosofia della storia e Storia del pensiero etico-religioso all’Università Ca’ Foscari di Venezia. È autrice di nuerosi studi su Pascal e Kierkegaard ed è direttrice con Roberto Garaventa del periodico «NotaBene. Quaderni di studi kierkegaardiani». Tra le sue più recenti pubblicazioni: Le ragioni della virtù. Il carattere etico-religioso nella letteratura e nella filosofia (il melangolo, Genova 2008), Etty Hillesum. La fortezza inespugnabile (il melangolo, Genova 2011), Studi sull’interpretazione kierkegaardiana del cristianesimo (il melangolo, Genova 2012).
Giuseppe Goisis insegna Filosofia politica e Politica ed etica all’Università Ca’ Foscari di Venezia. È impegnato sul versante dei diritti umani, collaborando, fra l’altro, con la Società Europea di Cultura (SEC), con il Centro Studi Diritti dell’uomo (CESTUDIR) e con l’Ateneo Veneto. È autore di monografie riguardanti temi e figure del pensiero politico dell’Ottocento e Novecento, tra cui Sorel e i soreliani italiani (Helvetia, Venezia 1983), Mounier fra impegno e profezia (Gregoriana, Padova 1990), Il pensiero politico di Antonio Rosmini (Gabrielli, Verona 2010). Ha in preparazione una sintesi dei suoi studi su Bergson.
Nel mondo globalizzato della postmodernità, la religione è una delle materie più studiate e discusse, e la gente spesso fa domande come: Che cos’è la religione? Può essere definita? Come ha avuto origine? In che modo la religione influenza i diversi aspetti della vita umana? Come si possono spiegare i fenomeni delle esperienze religiose, e perché esse hanno un’influenza così eccezionale sulla vita umana? Perché alcune religioni fanno emergere gli orientamenti violenti del fondamentalismo? Questo studio è un tentativo di esplorare tali temi così importanti e tratta della religione in cinque capitoli.
Jose Kuruvachira è dottore in filosofia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Dal 2010 è docente di Filosofia della Religione e Storia delle Religioni presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma. Precedentemente ha insegnato, per circa 15 anni, Filosofia della Religione, Filosofia Indiana, Induismo, Buddhismo e Islam in India. Le sue opere principali sono: Religious Experience: Buddhist, Christian, Hindu (2004); Roots of Hindutva (2005); Hindu Nationalists of Modern India (2006); Politicisation of Hindu Religion in Postmodern India (2008). Inoltre, ha pubblicato circa 90 articoli e saggi.
Dio ha ancora un posto in un mondo disincantato come il nostro, in una cultura in cui la fede, quando ancora suscita qualche interesse, è considerata un segno di immaturità emotiva e intellettuale? E se quel posto esiste, come trovarlo? Come vedere le tracce del volto di Dio nell'esperienza umana? In questo suo ultimo saggio, Roger Scruton, filosofo inglese che ama parlare all'uomo contemporaneo, vuole rispondere all'indifferenza religiosa che ormai permea l'Occidente, guidandoci nella scoperta di quello che perdiamo appiattendoci su un mondo di oggetti, chiuso da un orizzonte ristretto e privo di senso, quando non calpestato e sfigurato. Attraverso una lettura colta e del pensiero filosofico e scientifico così come dell'espressione artistica dell'Occidente, prendendo esempi dalla pittura, dalla musica, dall'architettura e dai più popolari capolavori letterari, Scruton ci fa trovare le tracce del divino nel nostro mondo. Non il Dio remoto e inarrivabile dei filosofi, non l'insieme di cause senza finalità dell'universo scientifico, ma la "presenza reale" nella nostra vita quotidiana di una realtà irriducibile al mondo degli oggetti, qualcosa che riconosciamo con sicurezza come nostra esperienza fondamentale. È la percezione del nostro essere 'io' di fronte a un 'tu', l'incontro tra soggetti che si riconoscono come qualcosa di più che esseri viventi inseriti nel ciclo naturale descritto dalla scienza.
Il saggio presenta le posizioni del filosofo canadese per una ermeneutica dell'interiorità. Spunti di riflessione, caratteristiche, possibili applicazioni.
Contenuto
Un saggio sul pensiero di Hans Jonas, un intellettuale filosofo formatosi in Germania sotto la guida di Heidegger e di Bultmann, che torna a discutere sui «venerabili problemi della filosofia»: Dio, uomo e natura. Non solo sul rapporto tra spirito e corpo, tra finalità e causalità, tra essere e dover essere, a partire dagli interrogativi dettati dall’esperienza quotidiana che l’uomo fa del mondo, della vita e di se stesso. Un ricco e articolato percorso filosofico che ha aperto scenari inediti nel campo della filosofia della natura, della filosofia morale e perfino della teologia.
Destinatari
Studenti di filosofia e teologia.
Autore
FRANCESCO BRANCATO è docente di teologia dogmatica presso lo Studio teologico S. Paolo di Catania (Facoltà teologica di Sicilia). Collabora con diverse riviste scientifiche ed è autore di diverse pubblicazioni tra cui vanno ricordate: La questione della morte nella teologia contemporanea. Teologia e teologi, Firenze 2005; Il De novissimis dei laici. Le «realtà ultime» e i filosofi italiani contemporanei, Firenze 2008; Creazione ed evoluzione. La grammatica di un dialogo possibile, Troina 2009; con S. Natoli, Dialogo sui novissimi, Troina 2009; L’ombra delle realtà future. Escatologia e arte, Assisi 2011; Incontrarsi alla fine, Messaggero, Padova 2012.
Perché dopo secoli di demonizzazione l'attuale papa ha deciso di "cristianizzare" l'Illuminismo? Qual è il vero rapporto della Chiesa con questioni cruciali come la storia della libertà e dei diritti dell'uomo? Vincenzo Ferrone contesta l'uso e l'abuso di tesi storiografiche che teologicamente declinate rivendicano alla cultura cristiana le origini della modernità in Occidente, nonché la difesa dell'essere umano nel mondo post-moderno. "Forse bisognerà davvero attendere un nuovo papa, meno teologo, meno competente nella raffinata 'dialettica dell'Illuminismo', per sperare di veder finalmente rispettato per intero spazio valoriale dei non credenti, la loro autonomia morale, bisogno esistenziale, il significato profondamente umano e quindi sacro della verità storica, indispensabile anche, e soprattutto, per i cattolici riformatori".