In questo volume l'autore riprende la tematica dello Stato già affrontata in un'opera precedente, per svilupparla sul piano dell'analisi concettuale e concentrarsi poi su una serie di problemi relativi all'età contemporanea. Sono esaminati in particolare alcuni dei più significativi mutamenti intervenuti nella struttura e nel funzionamento dei regimi liberal-democratici nel ventesimo secolo, con l'espansione della sfera pubblica e la crescente diversificazione e autonomizzazione degli assetti amministrativi. La parte finale del libro è dedicata alla cosiddetta "crisi dello Stato" e cioè alle sfide poste da una serie di fenomeni transnazionali contemporanei quali l'interdizione della guerra nucleare, la globalizzazione dell'economia e la questione ecologica.
Argomento di questo libro è la genesi delle dottrine costituzionalistiche. L'autore ne rintraccia le premesse nel pensiero politico greco e soprattutto nell'esperienza giuridica della Roma repubblicana. Furono la decisiva influenza di Roma sul pensiero europeo e la rinascita della giurisprudenza romana in Europa occidentale, nel dodicesimo secolo, a favorire l'affermarsi della "common law" e il sorgere dei più importanti principi del costituzionalismo, principi che l'Europa recepì solo dopo l'esperienza del totalitarismo. Con grande acutezza, l'autore tratteggia lo snodarsi, nella tradizione inglese, della storia del costituzionalismo, intorno al contrasto tra "gubernaculum" e "jurisdictio", e indica le soluzioni nei concetti di responsabilità politica e di controllo giudiziario della costituzionalità delle leggi.