Dove vivevano e da dove governavano i papi in età moderna? Le secolari incertezze abitative dei pontefici, che cambiarono spesso di residenza - il Laterano, il Vaticano o una moltitudine di altri sedi, non solo romane - si placano quando Sisto V, ampliando una precedente e più modesta dimora, provvede alla costruzione del Palazzo del Quirinale. Quasi tutti i papi che gli succedono, a partire da Paolo V, dimostrano sempre più di privilegiare questo luogo, che diviene la loro sede per periodi via via più lunghi. Da qui per i sovrani pontefici è più agevole il contatto con una Corte, che è divenuta un complesso apparato di governo strutturato in congregazioni, le cui sedi sono sparse per tutta la città di Roma.
La figura di Cristo attraeva e unificava tutta la vita spirituale dei monaci medievali, e, con tratti particolari, i cistercensi come Bernardo di Clairvaux, Aelredo di Rievaulx, Gertrude di Helfta e Giovanni di Ford. Questo volume presenta alcuni brevi saggi di una cristologia, nata e cresciuta nei monasteri, lungo il santo viaggio scandito dall'anno liturgico e dalle sue feste; a stretto contatto con le celebrazioni sacramentali o nella quotidiana, spirituale lettura della Scrittura.
La donazione di Costantino è uno dei falsi più famosi della storia occidentale. Il testo, composto tra l'VIII e il IX secolo d.C., si presenta come l'atto con cui l'imperatore avrebbe concesso al papa Silvestro e ai suoi successori poteri e beni in Oriente, ma soprattutto in Occidente, un atto che avrebbe poi consentito la nascita di quello che per secoli sarebbe stato lo Stato della Chiesa. Invocata dai papi e avversata da molti fin dall'XI secolo, la donazione fu dimostrata definitivamente falsa nel XV secolo da Lorenzo Valla. Una questione che ha nei secoli successivi innescato il dibattito sul potere temporale dei papi, sui rapporti fra religione e politica, chiarendo molti aspetti dell'identità del paese che ospita il romano pontefice.
Frutto di un vasto lavoro di ricerca condotto nelle sedi archivistiche, questo libro ricostruisce, in forma originale e completa, lo scontro fra la Chiesa cattolica e la Prussia nella seconda metà dell'Ottocento, che ha profondamente regnato i rapporti fra la Santa Sede e la nazione germanica anche nei decenni successivi. Il testo presenta una impostazione nuova sul piano cronologico. Il Kulturkampf (la "Battaglia culturale") è visto non solo nella tradizionale chiave culturale-ideologica del conflitto tra Stato e Chiesa in Prussia negli anni Settanta-Ottanta dall'Ottocento, ma è posto in relazione anche con il periodo precedente. L'autore opera una narrazione degli eventi secondo una visione politico-diplomatica; ma offre al tempo stesso un quadro articolato e completo dei rapporti tra Santa Sede, episcopato e movimento cattolico in Prussia. Il testo ricostruisce dunque la complessa realtà del cattolicesimo in Germania in anni cruciali e rappresenta un contributo importante nella serie di interventi che figurano nella collana "Religione e società". In essa compaiono infatti studi originali, che ricostruiscono la storia dei rapporti fra la Santa Sede e significative aree politiche e culturali: la Cina, la Terra Santa, la Francia, l'Inghilterra, le Chiese Orientali, le missioni e le colonie in Africa, negli anni del colonialismo e nel successivo periodo della decolonizzazione.
All'inizio del Novecento, Austria, Francia e Spagna avevano ancora la facoltà di esercitare il diritto di veto in occasione dell'elezione del pontefice. Durante il conclave del 1903, al termine del lungo pontificato di Leone XIII, il veto dell'imperatore d'Austria Francesco Giuseppe impedisce l'elezione del cardinale Mariano Rampolla del Tindaro, Segretario di Stato del defunto pontefice. Alla luce di importanti documenti inediti, questo volume, di grande interesse, ricostruisce la vicenda di quest'ultimo veto del potere politico nell'elezione dei papi (ingerenza che si manifestava in precedenza anche in occasione di nomine di cardinali a posti di responsabilità nel governo della Chiesa) fino alla sua definitiva abolizione nel 1904, con una riforma del conclave che rimane in vigore ancora oggi.
Ultimo concilio della cristianità o prima riunione di una Chiesa che doveva fare i conti con la modernità? La domanda è probabilmente destinata a rimanere tale. Quel che è certo, invece, è che la piccola riunione di prelati in apparenza stanchi e smarriti stava decidendo del volto nuovo che doveva prendere la storia dell’Occidente. A Trento ricevevano sanzione l’ascesa della Francia e il lento declino della Spagna, nel concilio venivano gettate le basi di una forte riorganizzazione della Chiesa cattolica, premessa della rinascita in Europa e di una vigorosa espansione nel mondo.
Alain Tallon, già allievo della Scuola Normale Superiore e membro della Scuola Francese di Roma, è maître de conférences in storia moderna presso l’Università Paul-Valéry-Montpellier III.
Le ricerche condotte nel secolo XX hanno permesso di ritrovare e studiare documenti antichi e autorevoli che hanno gettato nuova luce sulle origini di questo Ordine monastico di regola benedettina: tali documenti sono pubblicati in lingua originale e con la traduzione italiana corredata da note che rimandano alle fonti bibliche, liturgiche, di autori classici e patristici. Emerge la grande ricchezza spirituale dell'esperienza dei cisterciensi.
Attraverso un percorso storico dalle origini ai nostri giorni, la presente opera offre al lettore un'interessante riflessione riguardo ai laici nella vita della Chiesa. Dalla ricostruzione storica si può meglio conoscere come si è venuto formando e sviluppando lo stato laicale e l'effettiva marginalizzazione della stragrande maggioranza dei suoi componenti.
Raccolta di studi e testimonianze dedicata alla storia della fede e della sofferenza delle Chiese orientali cattoliche d'Europa nel XX secolo. Atti del Convegno di storia ecclesiastica contemporanea, svoltosi il 22-24 ottobre in Citta del Vaticano. Il volume si apre con l'intervento del Card. Achille Silvestrini e si conclude con un'appendice contenente i documenti dell'Archivio della Congregazione per le Chiese Orientali.