Renzo Allegri scrive una biografia di Giovanni Paolo II da una prospettiva poco investigata, che rende questa narrazione per molti aspetti inedita: quella mistica. Tanti e tali sono i fatti «terreni» della vita di Wojtyla, che i biografi hanno tenuto questo aspetto quasi sempre sullo sfondo. Allegri invece lo riporta in primo piano, con la giusta attenzione riservata ai doni speciali e soprannaturali che si accompagnano a una vita mistica. Wojtyla si era riconosciuto nel vescovo vestito di bianco del Segreto di Fatima; ciò significa che la sua vita e la sua missione erano state non solo prefigurate e inserite in un disegno più ampio, ma addirittura «annunciate» al mondo prima ancora che lui nascesse.
Narrare la vocazione ai giovani di oggi a partire da nove atteggiamenti suggeriti da Giovanni Paolo II: stima, fiducia, ascolto, empatia, autenticità, coraggio, interezza, gioia, gratitudine (Prefazione di Michele Gianola).
Giovanni Paolo II, lo sguardo aperto verso il futuro. ''Maria rappresenta per la comunita dei credenti il paradigma dell'autentica santita che si realizza nell'unione con Cristo.''
Giovanni Paolo II, lo sguardo aperto verso il futuro. La grande eredità spirituale del papa santo che ha portato la Chiesa nel terzo millennio. ''Nel disegno di Dio la famiglia e la prima scuola dell'essere uomo.''
"La filosofia moderna, dimenticando di orientare la sua indagine sull'essere, ha concentrato la propria ricerca sulla conoscenza umana. Invece di far leva sulla capacità che l'uomo ha di conoscere la verità, ha preferito sottolineare i limiti e i condizionamenti. Ne sono derivate varie forme di agnosticismo e di relativismo, che hanno portato la ricerca filosofica a smarrirsi nelle sabbie mobili di un generale scetticismo".
Giovanni Paolo II, Fides et ratio, n.5
In alcuni scritti di san Giovanni Paolo II è rintracciabile un filo logico che collega la filosofia moderna, in particolare cartesiana, l'Illuminismo, la Rivoluzione francese e le odierne "ideologie del male".
L'analisi filosofico-storica presente in questo libro approfondisce e conferma ciò che scrive il Papa.
Un breve ma intenso ritratto, completo di preghiere, della figura grandiosa di Papa Giovanni Paolo II, un santo papa rimasto nei cuori di tutti. Il segreto della sua forza comunicativa era una profonda comunione con Dio e l’amore di Gesù era la sua motivazione a farsi apostolo per fare trionfare la “civiltà dell’Amore”.
Note sull'autore
Rosario Colianni nasce a Calascibetta in provincia di Enna il 18 giugno 1961. Nel suo paese natio frequenta l’oratorio di don Paolo Castagna e da adolescente, trasferitosi ad Enna, frequenta i GEN dei focolarini di Chiara Lubich rimanendone affascinato. Laureato in Medicina nel 1986, ha conseguito la specializzazione in Pediatria nel 1990. Sposato felicemente, è padre di due splendidi figli. Nel 1994 dà vita al Movimento Mariano “Giovani Insieme”. È ideatore, con alcuni Giovani Insieme, di due siti internet riguardanti rispettivamente il Santo Rosario e la Divina Provvidenza allo scopo di diffondere queste preziose devozioni con tecnologie moderne.
Se l'uomo è la prima e fondamentale via della Chiesa, tracciata da Cristo stesso con la sua venuta nel mondo e con il suo sacrificio per la redenzione e la salvezza di tutti, è chiaro che la Chiesa nel suo insieme non può che riservare all'uomo un'attenzione tutta speciale, nell'andare incontro alle sue istanze e ai suoi bisogni, per un'esistenza realizzata e piena. Ma con l'avvertenza che la credibilità di questa testimonianza nel servizio passa, prima di tutto, da ciò che si è: ossia non solo da quanto uno dona, ma anche da quello che uno tiene per sé. Da qui la calda esortazione del papa ad assumere un abito interiore ed esteriore di sobrietà, semplicità e soprattutto povertà, testimoni in questo del Cristo povero, sollecito e generoso verso i poveri e gli ultimi.
Nel magistero di Giovanni Paolo II i contenuti e le problematiche sociali e, nello specifico, i numerosi aspetti legati al mondo del lavoro sono oggetto di costante attenzione. Con la sensibilità che gli derivava anche dall'esperienza fatta da giovane come operaio, Giovanni Paolo II ha messo al centro delle sue priorità pastorali il lavoro e lo sviluppo sociale, ponendo in risalto ciò che ne costituisce il fondamento e il valore. Tenendo ben presente il contesto generale nel quale va inserito anche il discorso sul lavoro il punto di partenza della riflessione del papa è il concetto cristiano di lavoro. Attraverso il lavoro, si realizza una vera vocazione all'umanizzazione del mondo e delle sue strutture, essendo il lavoro concepito come la chiamata che Dio fa all'uomo perché domini e trasformi la terra, proseguendo in spirito di servizio e amore la sua opera creatrice.
Il sacerdozio e il servizio sacerdotale sono stati una delle strutture portanti della predicazione di Giovanni Paolo II, e ciò risulta evidente sia dall'abbondanza che dalla qualità dei suoi interventi. Il sacerdote ha in primo luogo il compito di dare testimonianza a tutti i fedeli e ad avere una speciale cura pastorale per i giovani. Ma quello che conta, sotto la guida e l'assistenza dello Spirito Santo, è il fuoco interiore che anima il sacerdote come l'uomo dell'annuncio evangelico, l'amministratore della grazia, il servitore e l'amico vicino a tutti, "da sacerdote", che si apre al mondo e lo guarda con gli occhi di Cristo.
Mettendosi alla sequela di Cristo, si cammina anche lungo la via della Croce. Avendo sperimentato sulla propria carne tanta sofferenza, ben si avverte come le parole di Giovanni Paolo II sentano tutto il peso del dolore umano. All'uomo che soffre, però, Cristo rivela il senso del suo soffrire, e la risposta piena e definitiva viene dalla sua passione e dalla sua morte. Egli dà la propria vita, amando "sino alla fine", "al di là dell'ultimo respiro, al di là della morte". Quella sua morte non è in realtà la fine di tutto, ma l'inizio di una vita nuova.
"Scoprire Cristo sempre di nuovo e sempre meglio e l'avventura più meravigliosa della nostra vita". Giovanni Paolo II è stato senza dubbio il Papa dei giovani. Il suo punto di partenza è l'osservazione che spesso i giovani cercano la felicità dove non c'è, nei surrogati della vita, sciupando la loro giovinezza e restando in balìa di un vortice che li trascina in basso. Il papa esorta a resistere e a reagire, a porsi delle domande, a uscire dalle proprie mura interiori - che possono anche produrre odio e violenza - e ad aprirsi ai principi e ai valori che costruiscono un'esistenza autentica. Ci sono naturalmente dei no e dei sì da pronunciare e mettere in pratica per attuare questi buoni propositi, assumendosi innanzitutto la responsabilità di adottare le scelte fondamentali che orientano positivamente il cammino della vita. E qui Giovanni Paolo II mette in campo la speranza, premessa stessa del futuro, ma non una speranza che è desiderio, sogno o fuoco d'artificio che svanisce dopo pochi istanti.
"Ogni minaccia alla dignità e alla vita dell'uomo non può non ripercuotersi nel cuore stesso della Chiesa, non può non toccarla al centro della propria fede." Il magistero di Giovanni Paolo II riguardante le tematiche che ruotano intorno ai tre grandi nuclei etici e sociali - il bene comune, la difesa della vita e la costruzione della pace - apre ampi fronti di riflessione e approfondimento in ordine a una politica che voglia perseguire il bene autentico e la promozione integrale dell'uomo. Al centro di ogni attività dev'esserci sempre, infatti, la persona umana, con la sua dignità e i suoi inviolabili diritti, con le sue aspirazioni e le sue speranze di poter realizzare in piena libertà la propria vocazione e le proprie attitudini. È su questo che la Chiesa, nella sua testimonianza a Cristo, insiste per lo sviluppo dell'uomo e il progresso dei popoli, prodigandosi per essere "sale e lievito" della società.