Storia di vita e di intensa sperimentazione psicopedagogica, "A scuola con il mondo" racconta l'esperienza didattica e umana di Angelina Linda Zammataro: una maestra-psicologa romana che, tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta, mise la sua vita al servizio di una nuova idea di scuola. Con un linguaggio appassionato e appassionante, il lavoro della Zammataro riflette su una realtà in perenne mutamento, come quella che avrebbe portato la scuola a cimentarsi con la tematica dell'interculturalità, e, non senza ironia, denuncia i retaggi conservatori che ancora pesano sulle istituzioni didattiche italiane. Il risultato è un testo in cui, al valore scientifico, si unisce la testimonianza di un nuovo e concreto metodo pedagogico: la Psicoanimazione. Un approccio innovativo nel fondamento teorico dell'insegnamento e del tutto attuale per le soluzioni offerte alle più scottanti questioni sociali - dall'integrazione degli alunni provenienti da contesti extraeuropei all'inserimento dei diversamente abili - in grado di ricondurre le stesse all'interno di un percorso più ambizioso: dare vita a una scuola davvero capace di riportare il bambino al centro del processo educativo e restituirle così il suo autentico fine di formare esseri liberi e pensanti.
L'approccio della scuola senza zaino è una rivoluzione pedagogica e didattica che mette al centro il bambino, la sua indipendenza e autonomia, e lo aiuta a sviluppare la sua creatività e la sua responsabilità nello studio come nella vita. Ideato quindici anni fa da Marco Orsi, questo metodo si ispira anche agli ideali di Maria Montessori ed è in linea con le ricerche più recenti sulle pratiche didattiche efficaci. Si è fatto strada nella scuola pubblica coinvolgendo, istituto dopo istituto, 328 scuole in tutta Italia. Propone per esempio il rispetto come alternativa al sistema dei premi e delle punizioni, che induce i bambini ad "accontentare" le aspettative dell'adulto anziché seguire le proprie autentiche disposizioni interiori. Oppure i compiti di realtà, attività in grado di avvicinare gli studenti fin da piccoli a situazioni da grandi e comunque utili alla vita sociale. Questo libro si rivolge non solo agli insegnanti ma anche ai genitori, per suggerire un nuovo approccio alla gestione della vita scolastica dei propri figli, dai voti ai compiti a casa. E aiutarli, grazie a esempi concreti e consigli e attività pratiche, ad accompagnare i bambini in un percorso che li renda davvero grandi. "Educare alla responsabilità è aiutare le nuove generazioni a prendere via via in mano il proprio destino, la propria vita, sapendola orientare verso un orizzonte particolare, unico, che diventa risposta originale alle caratteristiche che ciascuno possiede. E prendere in mano la propria vita significa dispiegare al meglio talenti e potenzialità, avere l'ambizione di dare corpo ai sogni percorrendo strade inedite, senza lasciarci abbacinare da itinerari consueti, magari facili e rassicuranti, anche perché poco impegnativi, ma incapaci di rispondere a quel bisogno di originalità che ognuno di noi si porta dentro".
Dal primo giorno di scuola, in cui mamme, papà, nonni e fratelli accompagnano in massa i bambini fino in classe scattando foto a raffica, neanche fossero a un concerto degli Stones, alle raccomandazioni per la mensa, che la stagionatura del Parmigiano, si sa, dev'essere almeno 38 mesi; dai pidocchi, che ogni anno proliferano sulle teste degli alunni generando ansie e sospetti, al kit di sopravvivenza per la gita, che prevede praticamente tutto tranne un gps satellitare. Matteo Bussola fa un ritratto divertito e serissimo della scuola di oggi, confrontandola con quella di quand'era piccolo lui. E si domanda perché abbiamo smesso di considerarla un luogo in cui imparare il rispetto per noi stessi e per gli altri. Con il tono caldo e intimo che è ormai la sua inconfondibile cifra, lo sguardo attento a ogni storia che incontra, parte dalla sua esperienza per scrivere una lettera a tutti noi, arrivando al cuore della nostra paura. Quella di «lasciar andare i nostri figli nel mondo, permettere che compiano i loro passi senza di noi».
La centralità della scuola nella società è un fatto non irrilevante che papa Francesco ribadisce continuamente e questo non per fare di essa un luogo dove si accumulano saperi, ma un centro dove si sviluppano valori e verità di vita.
La pedagogia interculturale è strettamente collegata ai flussi migratori odierni. È la scuola per prima, infatti, a dover far fronte ai grandi cambiamenti della popolazione scolastica dotandosi di strumenti per accogliere adeguatamente i ragazzi con patrimoni culturali e linguistici ricchi e diversi. A questo fine, l'autrice fornisce il nuovo quadro teorico della pedagogia interculturale e al contempo propone laboratori e metodi di didattica interculturale che docenti ed educatori possono utilmente adottare nel loro lavoro in classe.
Dal Salvador al Malawi, passando per Buenos Aires fino a Napoli, questo libro ripercorre la storia dell'amicizia tra tanti giovani e i bambini, attraverso l'esperienza delle Scuole della Pace della Comunità di Sant'Egidio, presenti in oltre settanta Paesi. Ne descrive l'azione nelle periferie umane ed esistenziali del mondo globale e si sofferma sul loro particolare metodo educativo, disegnando un itinerario che può essere di aiuto e riflessione per genitori, maestri, educatori, insegnanti e quanti si trovano accanto ai bambini a diverso titolo. Un libro per ascoltare la voce di migliaia di bambini del mondo globale. Le loro domande, i desideri, le scoperte, la voglia di futuro. Uno strumento per dare risposte e ricevere un messaggio. La cultura del dialogo e dell'incontro è necessaria: educare alla pace costituisce un grande investimento sul futuro, perché imparare a vivere insieme, in pace, sugli orizzonti del mondo è un processo lungo e impegnativo.
Negli ultimi anni del Settecento, nel dipartimento francese dell'Aveyron, un gruppo di cacciatori trova e cattura in una foresta un bambino abbandonato. Nudo e dall'aspetto sudicio, viene tenuto prigioniero, esibito alla curiosità della gente e portato a Parigi. Il medico Jean Itard, rifiutando la tesi dei colleghi che reputano il «selvaggio» un ritardato mentale irrecuperabile, decide di approfondire lo studio e tenta di educarlo. Il bambino viene così condotto a casa del medico, che inizierà a prendersene cura cercando di reinserirlo nella vita sociale. La vicenda, narrata anche in un celebre film di François Truffaut, divenne il punto di riferimento per la ricerca sugli handicap ed è il filo conduttore di questo libro, incentrato sul rapporto tra disabilità, identità ed educazione.
L'educazione delle giovani generazioni è una sfida per le istituzioni e il mondo adulto.Ecco un libro pensato per educatori con progetti, proposte e suggerimenti concreti per far scoprire ai ragazzi la fede in Cristo.
Un bambino non è adulto in miniatura, né un contenitore vuoto da riempire a nostro piacimento, ma un universo misterioso pieno di forza. Diventa ciò che ama, e assorbe l'ambiente intorno a sé per trasformarsi armonicamente nel suo futuro. Gli adulti che lo circondano, e primi fra tutti i genitori, hanno così il compito, delicato e insieme meraviglioso, di lasciarlo libero di maturare, rispecchiando e riconoscendo la sua natura, accompagnando il suo cammino alla conquista dell'indipendenza. Il pensiero di Maria Montessori raccolto in queste pagine, ancora oggi all'avanguardia, parla di rispetto, di amore, di dignità, affinché le nuove madri e i nuovi padri non vedano nei loro figli la copia incompleta di sé stessi, ma ascoltino e assecondino il ritmo della loro esistenza, incantati dal loro fiorire. Introduzione di Vittorino Andreoli.
Provate a immaginare un luogo all'aria aperta dove i bambini giocano e corrono liberamente, vanno in bicicletta con il sole e con la pioggia, esplorano, si confrontano, decidono in autonomia. Immaginate una casa dove l'ora della nanna non richiede liti e pianti, e una scuola dove i compiti non diventano una gara allo sfinimento. Immaginate una famiglia dove genitori felici crescono bambini felici. Non è un sogno: è il metodo olandese. Secondo un recente rapporto Unicef, i figli degli olandesi sono i più felici al mondo: in un Paese dove l'infanzia significa indipendenza, gioco e pochissimi stress accademici, l'educazione produce bimbi sereni e adolescenti socievoli. Rina Mae Acosta e Michele Hutchison - mamme e scrittrici, rispettivamente statunitense e inglese, residenti da anni nei Paesi Bassi -, hanno scoperto l'efficacia del metodo olandese: un approccio semplice e liberatorio, che propongono in un libro ricco di idee e consigli pratici. Con una promessa: ciò che rende i bambini felici adesso li farà diventare adulti capaci in futuro. La formula magica per la felicità esiste, ed è un misto di libertà, amore e fiducia, meglio se conditi con un po' di granella di cioccolato a colazione.
Il metodo Montessori è uno dei sistemi educativi più famosi e influenti: fondato sullo sviluppo libero e naturale del bambino, copre la formazione dall'età prescolare fino all'adolescenza, ed è largamente diffuso in Italia e in tutto il mondo. Nonostante la fama, però, è difficile avere una comprensione piena del metodo Montessori, che richiede una lunga preparazione di base scientifica. Questo libro fornisce una spiegazione chiara dei principi e delle applicazioni, semplificando i contenuti senza alterarne la validità. Un percorso lineare, che mostra la pedagogia montessoriana dal nido alla Casa dei Bambini, fino alla prima adolescenza, e fornisce risposte e consigli pratici anche a chi vuole applicare questo metodo educativo in casa. Con un'intervista a Renilde Montessori e un'introduzione di Daniele Novara, che sottolinea la qualità e i motivi di una scelta pedagogica basata sull'indipendenza del bambino, questo volume contiene tutte le domande e le risposte sul metodo, per capirlo, sceglierlo per i propri figli e usarlo in famiglia.
Imparare toccando, spostando, assaggiando, riempiendo, facendo rotolare: l'educazione che passa attraverso l'attività manuale è il cuore del metodo montessoriano. Già nei primi mesi il bambino impara, e grazie agli stimoli dell'ambiente che lo circonda inizia a conoscere il mondo e a muovere i primi passi verso l'autonomia. E ogni genitore, a casa, può contribuire attivamente a questa crescita, in un modo leggero e divertente, ma realmente utile per lo sviluppo del suo bambino. Costruire una giostrina sospesa, organizzare un tappeto tattile: sono attività alla portata di tutti ma fondamentali per esplorare il mondo, la consistenza dei materiali, gli spazi e i tempi dell'autonomia che potete regalare a vostro figlio. Semplici ma dettagliatissime attività, divise in fasce d'età e arricchite di illustrazioni che aiutano a mettere in pratica i passi da seguire. Potrete trasformare banali oggetti domestici come recipienti, cerniere, scope o cuscini in magici giochi per i vostri bambini. E nel farlo, saprete di aiutarli a crescere più concentrati, più creativi e consapevoli.