Emil Fackenheim ha vissuto in prima persona, da ebreo, il dramma del XX secolo in tutta la sua terribile profondità. Mai come allora si è rivelata la volontà esplicita e scientifica di annientare l'uomo ebreo e, perciò, l'uomo tout-court.
Per moltissimi, ancor oggi, Auschwitz e la Shoah sono un semplice episodio nella storia europea: un episodio che, per quanto triste e umiliante per la "cultura cristiana", appartiene irrimediabilmente al passato. Quando ai cristiani stessi, il più delle volte questo dramma non ha posto un vero problema alla loro fede in Dio.
Non è stato così per svariati filosofi e teologi ebrei, i quali hanno sviluppato una vera e propria "teologia dell'Olocausto": questo saggio impressionante di Fackenheim ne è uno dei testi più significativi.
Introduzione all'edizione italiana di Cornelis A. RijK, «Il lettore cristiano apprenderà qui a discernere meglio i segni della presenza divina nella storia. Al tempo stesso, la coscienza della storicità della fede contribuirà in lui a sviluppare un maggiore senso di responsabilità verso la storia».
Shaul/Paolo ha avuto un'importanza tale che alcuni lo hanno addirittura considerato il vero fondatore del Cristianesimo. In questo volume viene proposta un'interpretazione del pensiero e dell'opera dell'Apostolo che è in accordo con la più recente linea di studi paolini, secondo la quale Shaul non è un convertito ma un convertitore. Egli viene chiamato ad essere profeta, vuole raggiungere i popoli fino ai confini del mondo e raccoglierli prima della venuta di Gesù alla fine dei tempi, che ritiene imminente. Indossate le vesti di un nuovo Geremia, Shaul svolge la sua missione per inserire i pagani nella storia della salvezza. Il suo compito è la conversione messianica delle genti nel breve tempo che resta.
Edith Stein nacque a Breslavia da famiglia ebrea. Di straordinarie doti intellettuali, intraprese la carriera universitaria divenendo assistente del filosofo Edmund Husserl. Dopo aver letto l'autobiografia di Teresa d'Avila, abbandonò l'ateismo e si convertì. A causa delle leggi razziali fu costretta ad abbandonare l'insegnamento ed entrò nel carmelo di Colonia prendendo il nome di Teresa Benedetta della Croce. Trasferitasi nei Paesi Bassi, non sfuggì alla rappresaglia nazista e venne deportata ad Auschwitz, dove fu uccisa il 9 agosto 1942 insieme alla sorella Rosa. Conoscere la sua figura vuol dire compiere un'esperienza di provocante attualità. Nella nostra civiltà meccanizzata e tecnologica, Edith, donna dalla parola limpida ed essenziale, ha qualcosa da dire: è un andare alle radici, alla scoperta dell'esistenza umana. Edith Stein è stata beatificata (1987) e canonizzata (1998) da Giovanni Paolo II, che nel 1999 l'ha proclamata compatrona d'Europa.
Le 22 lettere dell'alfabeto ebraico, da sempre oggetto di grande rispetto perché consentono la rivelazione dei Nomi divini, sono alla base della contemplazione mistica e rappresentano autentici universi condensati in simboli. Ogni lettera contiene la quintessenza dell'energia universale e la loro pronuncia, scrittura o contemplazione libera forze potenti che entrano in risonanza con i gradi più profondi della coscienza e parlano direttamente alla nostra anima. Il libro approfondisce l'origine dell'alfabeto ebraico, mostrandone l'evoluzione storica e le basi mistiche, anche con l'ausilio dei testi fondamentali della tradizione cabbalistica, che l'autore ha tradotto dall'originale.
"Gesù e Israele", pubblicato per la prima volta nel 1948 e dedicato dall'autore alla moglie e alla figlia perite in un campo di concentramento nazista, costituisce ormai un testo classico fra le opere che più hanno contribuito all'instaurazione del dialogo fra cristianesimo ed ebraismo. Quanto Isaac sosteneva già allora è stato poi ripreso nelle sue parti essenziali, proclamato e proposto come norma dalla dichiarazione "Nostra Aetate" del concilio Vaticano II a tutti i fedeli della Chiesa cattolica.
Per i cristiani il Messia, nato miracolosamente a Natale e risorto a Pasqua, per gli ebrei un fratello che ha interiorizzato la Legge e un esempio di vita per una condotta morale migliore: seppure in modi molto diversi, l’importanza religiosa di Gesù di Nazareth è riconosciuta. Ben-Chorin ricostruisce la figura di Gesù da un punto di vista ebraico, senza farne un trattato storico di carattere scientifico ma testimoniando la propria esperienza di credente, che considera la storia umana di Gesù – vissuto e morto tragicamente proprio in un mondo ebraico – riletta attraverso le pagine del Vangelo. La figura del Nazareno non è quindi luogo di scontro, ma di possibile dialogo fra ebrei e cristiani e con il diverso: un punto di incontro nella comune storia della salvezza. Come dice Paolo De Benedetti, questo di Ben-Chorin è «un libro imprescindibile, classico».
SCHALOM BEN-CHORIN (1913-1999), saggista, scrittore e teologo tedesco, è stato uno dei grandi pionieri del dialogo ebraico- cristiano. Per Morcelliana ricordiamo Quale consolazione dopo la Shoà? (2022 2ed.).
Nella Bibbia lo scenario in cui viene rivelato il Decalogo (erroneamente noto come i "Dieci Comandamenti") è il deserto: è dunque proprio in una situazione in cui manca l'essenziale per vivere ed è concreta la possibilità di morire che vengono donate le "parole di vita". Tra tuoni e lampi, una densa nube cala sul Sinay, mentre sempre più forte si ode nel silenzio circostante il suono dello shofar. Ha-Shem scende sul monte, Mosheh vi sale: ha così inizio il dono della Torah. "Faremo e ascolteremo" rispondono i figli d'Israele, a significare che l'ascolto delle Parole cresce man mano che esse si incarnano nella vita di ognuno, perché "di fronte all torah siamo tutti uguali, ma ognuno ode la sua voce in modo diverso".
Se per il mondo ebraico Mosè è «il nostro maestro», per il pensiero dei Padri della Chiesa rimane una figura centrale. Il libro raccoglie e analizza le principali testimonianze del mondo ebraico antico e della Chiesa delle origini mostrando i punti di convergenza delle interpretazioni dell'uno e dell'altra. Il patrimonio scritturistico condiviso dà vita a un dialogo interpretativo interessante e fecondo. L'autore adotta la vita di Mosè come filo conduttore facilitando la lettura dell'opera. Emergono osservazioni che aiutano ad andare oltre la cortina del testo e a cogliere aspetti teologici e spirituali di rilievo, anche per l'oggi.
Nel cristianesimo la sessualità è stata spesso vista come qualcosa da controllare, in certe epoche anche in modo ossessivo. Seppure con altre modalità, lo stesso è avvenuto anche nell'ebraismo e nell'islam, che attinge molte delle sue categorie dai testi biblici. Visto il ruolo fondamentale che il cristianesimo ha avuto nella formazione del pensiero, e dei costumi, occidentali, nel presente volume si è scelto di indagare il tema della sessualità e del desiderio nei testi che compongono il Pentateuco, o Torah, ovvero Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio. Nel Pentateuco i riferimenti al tema non sono sempre chiari, ma senza dubbio le loro interpretazioni hanno influenzato fortemente il pensiero ebraico e quello cristiano. Intorno a questi libri ruotano tutti gli altri testi biblici e molti di quelli, composti prima e durante il periodo in cui è vissuto Gesù, che non fanno parte della Scrittura, ma sono ben parte della cultura ebraica. Questo libro dovrebbe far un po' di luce rispetto al senso che i testi antichi davano alla sessualità: un senso che, come si vedrà, è abbastanza diverso dal nostro.
"L'insegnamento del disprezzo" (1962) è un'opera nella quale Jules Isaac torna sul tema delle radici cristiane dell'antisemitismo. Nel 1960 il suo "grido di angoscia" aveva raggiunto i vertici della Chiesa di Roma e dal suo incontro con Giovanni XXIII era nata l'idea di un documento che si sarebbe poi trasformato in "Nostra Aetate" (1965), la Dichiarazione del Concilio Vaticano II che ha dato inizio al dialogo ebraico-cristiano e interreligioso. Con quest'opera, che segue "Gesù e Israele" (1948) e "Genesi dell'antisemitismo" (1956), lo storico francese continua quella che per oltre vent'anni ha considerato la missione della sua vita, ovvero correggere l'insegnamento del disprezzo per trasformarlo nell'insegnamento della stima. Prefazione di Marco Cassuto Morselli.
In questo volume sono presenti spunti e intuizioni che nascono dallo studio e dall'esperienza di vita dell'autrice, Yarona Pinhas, elaborati attraverso una sintesi dei principali concetti della Cabbalà. Il testo è arricchito da tavole a colori realizzate da Letizia Ardillo che guidano alla contemplazione del testo, al sentire del cuore. Lo scopo del libro è di riportare l'attenzione al cuore come luogo del sentire integro, come l'epicentro della creazione e dell'uomo. Lì dove il cervello comunica nel locale, il cuore parla al globale. Il cervello pensa, ma il cuore sa.
Per duemila anni cristiani ed ebrei hanno dimenticato che Gesù non era soltanto di discendenza ebraica, ma a tutti gli effetti un buon ebreo in senso religioso. Un oblio che ha creato da entrambe le parti una polarizzazione tra "noi" e il "Cattivo-Altro", ma soprattutto ha avuto per conseguenza secoli di antiebraismo e la terribile frattura di Auschwitz. In un mondo sempre più globale, per Ágnes Heller è necessario «detotalizzare» il concetto di Verità: la "resurrezione" del Gesù ebreo, infatti, rende possibile l'ecumenismo, che «non solo tollera l'altra religione, ma cerca anche ciò che unisce una religione all'altra». "Gesù l'ebreo" è un testo «denso di speranza» che parla al nostro tempo polverizzato in posizioni inconciliabili, ed è capace di mettere in discussione ogni forma assoluta di pensiero e fondamentalismo. Prefazione di Vittoria Franco.