Cosa lega il santo più amato, espressione del medioevo italiano, e il fondatore di un movimento cristiano contemporaneo? Don Giussani ammirava san Francesco, e non potrebbe esser diversamente. Ma quali sono le relazioni profonde tra uno dei carismi più recenti e uno antico e sempre nuovo? Cosa hanno significato per un uomo del Novecento, innamorato di Cristo, le parole e l'esempio di un grande santo di 800 anni fa? Questi gli interrogativi, posti in evidenza dallo scrittore Davide Rondoni, che l'autrice affronta in questo suo volume ricco di spunti di riflessione.
Le fonti agiografiche ci raccontano che Francesco d'Assisi, a due anni dalla morte, si ritirò sulla Verna per vivere una quaresima di digiuno e preghiera, secondo una sua ritualità. Nel silenzio e nell'orazione il Crocifisso gli imprime nel cuore e nel corpo i segni dell'amore: le stimmate. L'autore cerca di rispondere alle domande più importanti: come sono nate le stimmate, come sono possibili e che cosa significano per noi oggi? Esse, pur essendo principalmente un dono divino, non accadono all'improvviso, dal nulla, ma fioriscono su un "terreno" preparato. La categoria di rito/rituale sembra importante per scoprire e descrivere la vita che Francesco conduceva prima di ricevere il dono delle stimmate. E questo ha molto da dire anche al bisogno di spiritualità e di nuove ritualità di noi uomini contemporanei.
Lo studio si propone di ex-ducere e investigare la teo-logica del pensiero e della vita di Francesco d'Assisi (1182-1226), con una focalizzazione particolare sul vertice raggiunto nell'ultimo biennio di quest'ultima: l'avvento della stigmatizzazione alla Verna (1224), il soggiorno a S. Damiano da Chiara d'Assisi (1194-1253) con la composizione del Cantico di Frate Sole (1225) e il suo "Beato transito". Con un approccio diacronico alla vita ed ermeneutico, che considera i suoi scritti e le fonti primarie su di lui, è posta in questione la contrapposizione o estraneità tra i primi e le seconde e, più radicalmente, le letture sia deviazioniste che razionaliste sul santo. E' così delineata la dogmatica di Francesco, di novità nella continuità della Tradizione, per la Chiesa nel mondo contemporaneo.
"L’Autore fa rivivere Francesco con tratti di autentica poesia, senza tralasciare una rigorosa ricostruzione storica e ambientale; un ritratto fedele inserito in un ampio sfondo, simile ai dipinti più belli della scuola umbra. Pagine che fanno risuonare la voce di un uomo capace ancora oggi di trasmetterci il segreto di una vita piena, segnata dalla gioia."
Storia di una grande amicizia a partire dalla lettura dei due autografi di Francesco inviati a frate Leone. Una lettura globale di tipo storico-esegetico che ne evidenzia gli elementi esistenziali. La vicenda di Leone nel suo legame di forte amicizia con Francesco ha in questi due testi una testimonianza di insuperabile bellezza e intensità. La preziosità ed esclusività di questi testi è riconosciuta subito anche da Leone: essi sono giunti fino a noi perché egli li ha conservati presso di sé come memorie preziose del consiglio e della consolazione ricevute da Francesco. Il linguaggio “io-tu” dei due autografi fa emergere la profondità della vicenda umana e cristiana dei due amici e fratelli.
Un libro tutto a colori, con splendide tavole realizzate a mano. Ogni pagina è arricchita dal testo dal Cantico delle Creature di san Francesco, adattato a un italiano moderno, più comprensibile per i piccoli lettori. Uno volume semplice e di facile lettura per avvicinare i bambini alla preghiera più nota e amata del Santo di Assisi.
In vista dell'ottavo centenario del Cantico delle creature, il testo poetico più antico della letteratura italiana (1225-2025), lo scritto di Paolazzi si inserisce come una delle proposte più attese dai lettori. Un libro capace di coniugare profondità di analisi e linguaggio divulgativo. L'Autore è sempre stato considerato tra i più autorevoli in ambito francescano, in particolare sul tema degli Scritti del Santo di Assisi.
San Francesco (1182-1226) è una delle più straordinarie figure della storia. Il suo entusiasmo, la sua semplicità, la sua radicalità, accompagnati dallo slancio mistico e dall'amore per Dio, per ogni uomo e ogni creatura, ne fanno un personaggio di grande interesse e attualità. Accompagnato dalla sua sposa, «Madonna povertà», Francesco ha varcato i confini di Assisi e del suo tempo, ha attraversato i secoli fino a giungere ai nostri giorni e ha donato con abbondanza le grazie di una testimonianza cristiana unica nel suo genere. Tutti coloro che si sono accostati a lui, in ogni epoca e in ogni condizione, sono rimasti affascinati dalla ricchezza della sua umanità e dal suo ardente desiderio di essere come Gesù.
L’opera si compone di due parti, distinte nel linguaggio e nei caratteri grafici, tuttavia sequenzialmente unite e armoniosamente “abbracciate” dallo stesso afflato poetico.
Nella prima parte, in cui si fa uso della lingua italiana corrente, troviamo la preghiera accorata dell’Autrice verso Colui che è vastità di foresta e dolce tepore di tana, di accogliere nella cuna del suo costato il suo pianto di madre ferita.
Prende, poi, inizio quella laude, scritta dalla poetessa in una lingua costellata di latinismi e di rimandi al neonato volgare, usato da San Francesco nel suo celeberrimo Cantico, la quale non mancherà di essere piacevole sorpresa per il lettore.
«Il Crocifisso di San Damiano è un’icona ben nota nel mondo francescano e facilmente, come per tutte le cose familiari, si rischia di perderne il profondo significato.
Questo testo breve e intenso ci aiuta a “entrare” nel mistero pasquale che questa icona evoca e, in certo modo, rende presente.
Veniamo introdotti all’incontro di Francesco di Assisi con questo Crocifisso nella chiesetta di San Damiano, attraverso la riflessione sulla narrazione che ne fa la Leggenda dei tre Compagni e la meditazione della sua Preghiera davanti al Crocifisso, che è una bella preghiera per un discernimento cristiano. Viene poi proposta una distesa analisi dei vari elementi dell’icona, meditandoli uno per uno e cogliendone tante provocazioni per la nostra fede e per la fede di Francesco, che con le stimmate completò, in certo modo, il percorso iniziato a San Damiano davanti a questo Crocifisso» (dalla Prefazione di Massimo Fusarelli, Ministro generale dell’Ordine dei Frati Minori).
Nella notte tra il 24 e il 25 dicembre 1223, a Greccio, vicino a Rieti, san Francesco mise in scena il primo presepe della storia. Un libro per comprendere e rivivere il senso profondo di quell'evento.
Laddove le parole raggiungono il loro limite è il silenzio a parlare. Sotto la guida di Rosa Giorgi sono le immagini a condurci verso una comprensione più intima. (dalla prefazione di Jacques Dalarun)