Per la prima volta, dal 1807, faranno ritorno presso la loro sede originaria alcune celeberrime opere di scultura antica che costituivano la più importante collezione archeologica romana, raccolta dal cardinale Scipione Borghese presso la Villa Borghese fin dai primi anni del Seicento, e che tra la fine del 1807 e il 1808 furono smontate dalla loro sede originaria e trasportate a Parigi in seguito alla vendita a Napoleone Bonaparte da parte del principe Camillo Borghese, marito di Paolina. Pubblicato in occasione dell'eccezionale mostra romana, il volume presenta alcuni fra i più importanti capolavori dell'arte antica appartenuti alla collezione Borghese, oggi nucleo essenziale della raccolta di antichità del Museo del Louvre: il celebre Vaso con corteo bacchico, meglio noto come Vaso Borghese, l'Ermafrodito, il Sileno con Bacco fanciullo, il Seneca morente, le Tre Grazie, il Centauro tormentato da Amore. Queste opere, a cui furono intitolate le sale della Villa e che furono celebrate a Roma fra le più insigni sculture dell'antichità, vengono messe a confronto con le statue "moderne", frutto di integrazioni settecentesche operate su antichi reperti (come la Polimnia restaurata da Agostino Penna) o di creazioni realizzate "in stile", come la statua di Iside eseguita da Guillaume Grandjacquet.
Il lavoro progettuale e artigianale di Gian Lorenzo Bernini (1598-1680) nel campo dello spettacolo è studiato per la prima volta in maniera organica in questo volume. Oltre che scenografo, scenotecnico e apparatore di feste, Bernini fu anche attore, scrittore di teatro, capocomico, perfino committente e, negli ultimi anni, impresario di commedie per musica. Praticò dunque tutti i mestieri della scena. I ricchissimi repertori di immagini e documenti della festa, le fonti relative ai grandi spettacoli barberiniani e le cronache delle commedie trovarono in Bernini un protagonista che, sul crinale di un gioco affascinante e pericoloso, valendosi di uno straordinario e multiforme talento e anche di un innegabile carisma personale, pare divertirsi a sfidare le più alte personalità di governo (anche i nipoti del papa e perfino il papa), mettendo in discussione ogni convenzione di genere e ogni regola precostituita.
Una raccolta di foto che ritrae Salvador Dalì in vari momenti della sua vita. Con testimonianze di Brassai, André Breton, Luis Bunel, Federico Garcia Lorca.
Forse nessuno scrittore classico ha avuto la notorietà di Virgilio. Celebrato come autore dell'Eneide, delle Bucoliche e delle Georgiche, è stato scelto da Dante come guida nella Divina Commedia, affascinando in ugual misura Petrarca e Boccaccio, Ariosto ed Eliot, solo per citare qualche nome. Senza tacere della sua fama di profeta, mago, nume propiziatore, nomea che per secoli si è accresciuta a Napoli, circondando il poeta e la sua tomba di infinite leggende. Secoli dopo, un altro grande, Giacomo Leopardi, volle essere sepolto accanto al nostro nell'area archeologica sopra Piedigrotta, nel frattempo divenuta meta obbligata del Grand Tour. Il volume intende raccontare, attraverso una mirata selezione di opere, alcuni momenti dell'immensa fortuna riscossa da Virgilio e dai suoi scritti nelle arti figurative, dal mondo antico a quello contemporaneo. Il percorso si apre con il più celebre e attendibile ritratto antico del poeta - il mosaico severiano del Museo del Bardo di Tunisi - e si chiude con la storia del monumento che la sua città natale, Mantova, gli ha innalzato, tra fine Ottocento e primi del Novecento, nella Piazza Virgiliana. Tra questi due estremi cronologici trova posto una serie di opere capace di documentare da un lato le metamorfosi del volto di Virgilio nei secoli, dall'altro l'impatto dei suoi scritti sugli innumerevoli artisti che sono stati suggestionati dalla lettura, ancora oggi così emozionante, delle Bucoliche, delle Georgiche e dell'Eneide.
In che modo il mosaico è stato linguaggio comune intorno al Mare Nostrum per più di mille anni? Per rispondere a questa domanda Elisabetta Concina, Anna Flores David e Mattia Guidetti, sotto la direzione di Ennio Concina, ci rivelano, attraverso un percorso iniziatico, come le tre religioni monoteiste abbiano attinto alle stesse fonti della forma, del segno e dell'immagine, trasfigurate al di là delle fratture politiche e delle divergenze ideologiche.
"Risveglio" è un progetto realizzato dall'Università Cattolica del Sacro Cuore, in collaborazione con il maestro Pino Pedano, in occasione del 90° anniversario dalla fondazione dell'Ateneo.
Guidato dalla sua curiosità e dal suo gusto personalissimo, in questo libro Daverio racconta alcuni capolavori dell'arte di tutti i tempi, che costituiscono la sua collezione ideale, guidandone la lettura con brevi testi folgoranti e dettagli messi in evidenza. Il primo vero libro illustrato del conduttore di "Passepartout".
L'esistenza di un monumento come la Sagrada Familia nel cuore del XX secolo resta un'eccezione e insieme una sfida per la cultura architettonica contemporanea. Essa rappresenta il prodotto, soltanto ora ultimato, dello sforzo collettivo di un'intera città e in questo assomiglia più all'impresa plurisecolare di una cattedrale medievale che a qualsiasi edificio contemporaneo. Come nessun altro architetto del Novecento, Gaudi con la Sagrada Familia ha dato vita a uno spazio sacro nel cuore vivo di una comunità (quando Le Corbusier con Ronchamp ha saputo farlo in un contesto isolato e attraverso un dialogo personale e privato - per quanto fertilissimo - con un interlocutore religioso). Impresa pubblica e civile come nessun'altra, oltre che sfida per un'architettura religiosa, la Sagrada Familia è tuttavia prodotto in fieri di una genialità costruttiva entusiasmante, frutto di una ricerca tecnologica che non manca di affascinare anche i più disincantati interpreti e protagonisti della vocazione virtuosistica propria dell'architettura contemporanea. Questo libro tuttavia testimonia - attraverso un repertorio inedito di immagini, gli interventi di studiosi e degli stessi protagonisti del cantiere di oggi - come nella Sagrada Familia si materializzi un'originale saldatura fra la componente tecnica e quella del significato, fra la dimensione creativa individuale e il lavoro collettivo, fra il contesto civile di una città e lo spazio sacro di una chiesa.
Ritratti individuali, di gruppo, autoritratti, ritratti doppi, ritratti persino di animali: sono infinite le varianti di un genere artistico diffuso in ogni epoca e in ogni cultura e non ancora estintosi nel mondo contemporaneo. Non solo strumento di propaganda e di potere, il ritratto ha rappresentato anche un oggetto di documentazione, senza contare il suo importante ruolo nell'arte religiosa, in quella funeraria e nel collezionismo. Dai miti sull'origine ai molteplici usi e funzioni, passando per i diversi tipi e i soggetti, l'autrice ci svela i significati di ogni tipologia di ritratto, proponendo, accanto agli immancabili classici, un'iconografia piuttosto inconsueta e di grande suggestione.
Quando, tra il 1475 e il 1481, Sisto IV fece costruire la Cappella, un vasto ambiente rettangolare coperto da una volta ribassata, non immaginava certo che avrebbe ospitato alcune tra le massime espressioni dell 'arte rinascimentale. Di certo non pensava che sarebbe divenuta nota in tutto il mondo in quanto sede del conclave e delle altre cerimonie pontificie ufficiali, ma soprattutto per la stupefacente decorazione, una delle opere d 'arte più celebrate della civiltà artistica occidentale. Già commissionando la balaustra della cantoria e l 'elegante transenna marmorea che divide il vano in due parti, il Papa aveva dimostrato una notevole sensibilità per l 'arte. Sensibilità che lo condusse a interpellare, tra il 1481 e il 1483, alcuni tra i più importanti artisti del momento - tra gli altri, Sandro Botticelli, Luca Signorelli, Piero di Cosimo, Perugino, Domenico Ghirlandaio, Pinturicchio - per l 'esecuzione degli affreschi allepareti laterali e di fronte all 'altare. Nel 1506 Giulio II riprese il progetto decorativo e lo affidò a Michelangelo che, tra il 1508 e il 1512, affrescò la volta e in seguito, sotto il pontificato di Paolo III, la parete di fondo dell 'ambiente. Un vasto ciclo pittorico ricopre l 'intera superficie della volta, nella cui zona centrale sono dipinte nove storie della Genesi. La parete di fondo è invece occupata da una grandiosa scena in movimento all 'inteno di uno spazio senza limiti: il Giudizio universale.
Curata da Maria Grazia Bernardini e Marco Bussagli, l'esposizione si articola in sette sezioni, che documentano il percorso artistico del XVI secolo, attraverso il passaggio dall'alto e superbo magistero dell'arte del primo Rinascimento, ancora sostanziato dalla cultura umanistica, ad un'arte fortemente condizionata da una nuova e coinvolgente spiritualità religiosa. Vengono esposti capolavori di Raffaello, quali l'"Autoritratto" o il "Ritratto di Fedra Inghirami" - entrambi prestati eccezionalmente dalla Galleria degli Uffizi di Firenze - di Michelangelo, come l'"Apollo-Davide", proveniente dal Museo Nazionale del Bargello, o la "Pietà per Vittoria Colonna", da Boston di cui la Fondazione Roma ha adottato il restauro - di Sebastiano del Piombo, quale il "Ritratto di donna" della Harewood House di Leeds, e di molti altri artisti, tra cui Perin del Vaga e Francesco Salviati. Sono presenti anche apparati didattici e integrativi del tutto inediti, quali la ricostruzione tridimensionale della Cappella Sistina e della Loggia di Psiche di Raffaello.