Nell'anno del XXV Congresso Eucaristico Nazionale, l'autore pubblica una nuova edizione delle tradizionali visite al Santissimo Sacramento di Sant'Alfonso.
La magnifica Pala d'altare di argento dorato del tardo XIV secolo posta sull'altare maggiore della chiesa veneziana di San Salvador, è conosciuta da pochissime persone, storici dell'arte compresi. Per gran parte dell'anno è nascosta dietro la grande tela di Tiziano della Trasfigurazione, ma a Natale, Pasqua e per la Festa della Trasfigurazione l'opera di Tiziano viene spostata alla base dell'altare e la Pala d'Argento diviene improvvisamente visibile. Il volume presenta dettagliatamente i passaggi del restauro della Pala supervisionato da Venetian Heritage, fino alla sua esposizione nel Museo Bode di Berlino.
Nel 79 d.C. il Vesuvio, inattivo da più di 700 anni, si svegliò improvvisamente proiettando verso l'alto una tale quantità di ceneri, lapilli e frammenti litici da oscurare il sole. Gli abitanti iniziarono a fuggire, ma la tragedia si consumò il giorno dopo, quando una nube ardente, una valanga di detriti e cenere ad altissima temperatura mescolata a gas tossici, investì violentemente Pompei. L'impatto fu letale e nessuno fra coloro che si trovavano ancora in città sopravvisse. La vita si fermò in quell'istante, tutto fu ricoperto da una coltre di cenere e detriti vulcanici che preservò la città e i suoi sfortunati abitanti in un'immobilità senza tempo per molti secoli, fin quando l'antica Pompei venne riscoperta a metà Settecento. Questa circostanza assolutamente eccezionale ha fornito agli storici e agli archeologi un'occasione unica: non esiste infatti altro luogo al mondo in cui sia possibile compiere un viaggio nel tempo e trovarsi "faccia a faccia con l'antichità", percorrendo le vie, entrando negli edifici, nei templi, nelle abitazioni private, nei mercati, ammirando le pitture, i mosaici, gli oggetti di uso quotidiano, persino gli scheletri o i calchi dei corpi. Un'iconografia ricca e spettacolare - mosaici, scultura, affreschi, oggetti preziosi, architettura - ci presenta Pompei in modo diverso e originale per ricostruire idealmente la città di un tempo, la vita quotidiana che vi si svolgeva e gli usi e costumi di questi nostri antenati.
L’enorme lavoro svolto da Chagall per portare a termine il Messaggio Biblico, che è anzitutto un "luogo" di meditazione spirituale ed artistico, concordato con l’allora Ministro della Cultura André Malraux costruendo il Museo di Nizza, ha coinvolto, insieme con le 17 grandi tele, anche le vetrate, il mosaico, l’assetto del giardino e dell’architettura.
Inoltre Chagall ha realizzato una produzione sterminata di quelle che vengono considerate opere preparatorie delle 17 grandi tele, che poi solo preparatorie non sono, perché vengono realizzate non tutte prima, ma anche dopo le tele.
Tra queste ci sono 97 pastelli, suddivisi per i 17 soggetti (La Creazione dell’Uomo, Il Paradiso, Adamo ed Eva cacciati dal Paradiso, L’Arca di Noè, Noè e l’Arcobaleno, Abramo e i tre Angeli, Il Sacrificio di Isacco, Il Sogno di Giacobbe, La Lotta di Giacobbe con l’Angelo, Mosè davanti al Roveto Ardente, La Roccia colpita, Mosè che riceve le Tavole della Legge, Il Cantico de Cantici I-II-III-IV-V): siamo di fronte, rispetto agli schizzi o agli acquarelli, a qualche cosa di straordinario e difficilmente definibile.
L’incompiuto e il perfetto si sposano; il pastello è per sua natura polvere, cipria sulla carta, ma il risultato è straordinario: il livello di sintesi cromatico-compositiva raggiunta fa gridare al capolavoro. Da un lato vediamo nascere le 17 grandi tele, dall’altro ciò che sarebbe "preparazione" è "opera compiuta".
Il saggio di Pierre Provoyeur ci offre una lettura indispensabile per entrare nel procedimento chagalliano, per inserirlo nella storia dell’arte e per farci partecipi dell’alto livello estetico del ciclo completo dei pastelli, qui riprodotto con straordinaria fedeltà e dettaglio, sotto la supervisione degli eredi dell’artista e con la collaborazione del Museo di Nizza.
Un catalogo completo dei pastelli arricchisce il libro, insieme raffinata pubblicazione d’arte e imprescindibile strumento per studiosi e appassionati.
Eccelsa testimonianza di fede, il cui altissimo significato spirituale si lega alla vicenda e all'insegnamento del Santo Patrono d'Italia, la Basilica di San Francesco ad Assisi è anche uno dei monumenti più insigni del nostro Paese, uno scrigno di capolavori che hanno segnato un profondo rinnovamento nello sviluppo dell'arte occidentale. Questo volume prende in esame, con un percorso fotografico rapido ma esauriente, l'intero patrimonio artistico della Basilica, illustrando sia i tesori pittorici della Chiesa inferiore, opera somma di Giotto, Simone Martini e Pietro Lorenzetti, sia la decorazione della Chiesa superiore, capolavoro di Cimabue e di Giotto e delle rispettive botteghe.
Scandito da riprese di eccezionale efficacia visiva, capaci di rivelare aspetti sovente inediti dei vasti cicli pittorici della Basilica, il percorso fotografico si snoda come un incalzante reportage attraverso alcuni tra i momenti più alti, toccanti e suggestivi dell'arte dell'affresco, mostrando al lettore, oltre alle scene d'assieme dei vari cicli pittorici, tutta una serie di dettagli in grado di restituire con flagrante immediatezza non solo il ductus politico dei vari maestri, ma la loro stessa personalità.
"...l'impetuosità di Fazzini, l'analisi di Boccioni e la sintesi di Fontana, la meditazione di Licini e la spontaneità di Leoncillo, la costruzione dei Melotti e la sensazione di Novelli assunti come valori che debbono concorrere all'articolazione logica di quell'unità funzionale che è la scultura." Così Giuseppe Appella descrive l'opera dell'artista e amico Giacinto Cerone. Nato a Melfi nel 1957, dove esordisce con mostre e performance, l'artista manterrà un costante legame con la regione d'origine pur trasferendosi definitivamente a Roma nel 1984. Scompare prematuramente nel 2004 interrompendo una ricerca rivolta alla continua sperimentazione di tecniche e materiali - dai gessi alle ceramiche, dal marmo al legno, fino alle più audaci combinazioni con materiali industriali, quali il moplen, il polietilene e il silicone - con i quali ha da sempre instaurato un rapporto emotivo e fisico. Attraverso una significativa selezione di lavori, il catalogo offre l'occasione di conoscerne l'intera opera dal percorso indipendente, oscillante tra suggestioni concettuali e fisicità espressiva e quindi difficilmente collocabile all'interno di correnti e movimenti delineati.
Si aprono gli archivi e i depositi del Museo per raccontare, ad esempio, lo scandalo suscitato dall'acquisizione di un'opera di Burri nel 1959, che provocò un'interrogazione parlamentare, o ricostruire il contesto e le relazioni che portarono ad acquisizioni di inestimabile valore come la serie di opere di Pascali, Medardo Rosso, Capogrossi e molti altri. Nuclei che da soli descrivono l'intera parabola di un artista. Un racconto ricco di notizie e curiosità, filologicamente documentato e illustrato dall'inedito materiale dell'immenso archivio della Galleria: fotografie dell'epoca, documenti autografi, inviti, rassegna stampa, documentazione di allestimenti di mostre, testimonianze, nonché dalle immagini degli scenografici allestimenti che si succederanno negli spazi della Galleria. Cuore del libro saranno le grandi collezioni monografiche della Galleria, qui considerate nella loro completezza, includendo le opere esposte e le opere conservate nei depositi; ciascuno di questi nuclei sarà corredato da una scheda critica, dal regesto delle opere e della ricca documentazione presente negli archivi. Ogni volume avrà un saggio critico di approfondimento inerente a strumenti e problematiche riguardanti la storia del collezionismo della Galleria, quali: i depositi, il restauro, la conservazione, gli archivi e molto altro. Inoltre, ad uno scrittore o critico d'arte sarà affidato un testo di memorie e aneddoti: nel primo volume il filo dei ricordi sarà quello di Lorenza Trucchi...
Questo volume, che si inserisce nella collana della L.E.V. dedicata al rapporto tra arte e religione, prende in esame la figura di Lorenzo Lotto, uno dei più grandi pittori italiani del Cinquecento. In particolare l'autore ripercorre cronologicamente le tappe fondamentali della vita del pittore cinquecentesco attraverso la sua produzione artistica, dalla formazione veneziana al cantiere vaticano per papa Giulio II, dai lavori per le parrocchie lombarde e marchigiane al suo ritiro presso la Santa Casa di Loreto. Il testo è inoltre preceduto dalla Prefazione del Direttore dei Musei Vaticani, Antonio Paolucci, e arricchito da più di 30 riproduzioni a colori delle opere lottesche.
Dall'affresco all'olio su tela, dalle vetrate alla fusione bronzea, il testo descrive le tecniche adottate nel corso della storia della pittura e della scultura seguendone la scansione cronologica ma concentrando l'attenzione sugli aspetti esecutivi, come l'organizzazione delle botteghe artistiche e l'impiego dei materiali caratterizzanti le diverse arti. Vengono così evidenziate prassi rimaste inalterate per secoli, ma anche particolari innovazioni introdotte da alcune botteghe e poi sistematicamente adottate da altri artisti, che testimoniano la realizzazione di dipinti e sculture come opere collettive piuttosto che come frutto di geniali ma isolati artefici. Ne deriva un racconto in cui la pittura e la scultura sono viste nel loro farsi e in cui l'esame delle principali tecniche esecutive (pittura murale, su tavola, su tela, mosaico, vetrate, miniatura, scultura lapidea, lignea e bronzea) si intreccia alla testimonianza delle fonti documentarie dell'epoca e alle indagini scientifiche condotte nel corso dei più noti interventi di restauro effettuati nell'ultimo ventennio.
"Simbolo del potere imperiale", "ottava meraviglia del mondo", "luogo tra terra e cielo": con espressioni di questo tenore, nell’arco di tutto il Medio Evo cristiano, la basilica di Santa Sofia a Costantinopoli venne salutata e celebrata non solo come il culmine di una plurisecolare competenza tecnica e architettonica ma anche come opera "di ispirazione divina", in virtù di uno speciale favore disceso dall’alto sull’imperatore Giustiniano (527-565) che la commissionò e la realizzò esattamente negli anni in cui il suo potere,, centrato nella Nuova Roma sul Bosforo, andava dalle Alpi al Nilo, dall’Eufrate al Danubio alla penisola iberica.
Il presente volume propone una restituzione appassionata, accademicamente impeccabile, ma accessibile anche ai non specialisti (grazie a un ricco apparato iconografico espressamente concepito per questo volume) del testo che Procopio di Cesarea, il massimo storico dell’epoca di Giustiniano, dedicò alla Santa Sofia. La compenetrazione tra le competenze storico-artistiche e storico-filologiche dei due curatori del volume consente di godere appieno del testo procopiano in un fitto tessuto di raffinati rimandi letterari e di precise indicazioni per la visione diretta del capolavoro di Santa Sofia. Ancor oggi come nel VI secolo bizantino quella basilica "sfida l’osservatore" in una costante eccedenza della visione rispetto alla comprensione, che Procopio ha formulato per primo e per tutti, e che continua a rivelarsi come una sapienza insieme dichiarata e segreta.
Andrea Musso, architetto genovese, è acquarellista, grafico e illustratore. Ha disegnato servizi naturalistici per la rivista Airone e per Giorgio Mondadori Editore. Ha esposto i suoi lavori sia in personali che in collettive. Tra le mostre personali: quella a Pontremoli in occasione del Premio Bancarella nel 1990 e quella a Montecarlo presso il Gildo Pastor Center nel 1998 in occasione della sua inaugurazione. A Genova, dove vive e lavora, espone permanentemente presso la Galleria Il Basilisco. Dipinge en plein air i suoi viaggi e, abitualmente, Monterosso, le Cinque Terre, Genova. Sue illustrazioni sono apparse su Epoca, Panorama, Le Monde Dimanche, Il Manifesto, Il Sole 24 Ore, Il Secolo XIX. È socio, dalla sua fondazione nel 1989, dell'Associazione Incisori Liguri.