Marito felice, padre affettuoso, uomo di cultura, scrittore fecondo (celeberrimo il suo Utopia), brillante avvocato, chiamato alla più alta carica del Regno d'Inghilterra, Thomas More (1478-1535) è l'esempio di un cristiano che affronta come meglio può tutti i versanti della propria vita. Così ha affermato il 31 ottobre 2000 papa Giovanni Paolo II nel proporlo come riferimento universale di chi voglia servire con coscienza gli interessi pubblici: «Molte sono le ragioni a favore della proclamazione di san Tommaso Moro a patrono dei governanti e dei politici. Tra queste, il bisogno che il mondo politico e amministrativo avverte di modelli credibili, che mostrino la via della verità in un momento storico in cui si moltiplicano ardue sfide e gravi responsabilità». Nell'orto degli ulivi è l'ultima opera scritta dall'ex Cancelliere d'Inghilterra. La compose in carcere, nella Torre di Londra, mentre attendeva la decapitazione per non avere dato il suo assenso al divorzio del Re Enrico VIII e, di conseguenza, allo scisma della Chiesa d'Inghilterra dalla Chiesa cattolica. Questo capolavoro letterario e spirituale, scritto con spirito contemplativo, con acume e con la prosa magistrale di chi è stato anche un alfiere della cultura umanistica, guarda nell'intimo della coscienza per illuminarla nel momento in cui, con il tremore di chi mette in gioco la propria vita, ogni maschera cade e ci si confronta con il proprio Redentore.
Il volume racconta un lungo tratto della vita di Michelangelo, dalla fanciullezza trascorsa nella Firenze laurenziana fino al 1534, quando, ormai riconosciuto come artista di assoluto talento, sceglie di trasferirsi in modo definitivo a Roma. Sono gli anni dei suoi capolavori: la Pietà, il David, la volta della Cappella Sistina, e ancora la Sagrestia nuova e la Biblioteca Laurenziana; sono anche gli anni dei rapporti controversi con i papi Giulio II, Leone X e Clemente VII. L'affresco offerto da Hirst si basa su una vastissima documentazione archivistica, sulla rilettura e sulla discussione di lettere, contratti e testimonianze di terzi; ne risulta uno strumento utile per cogliere le relazioni di Michelangelo con il suo tempo, con committenti, amici e rivali, ma anche per leggere in filigrana la radice intima delle sue scelte, le debolezze e le passioni.