Nel 1980-81 don Andrea Santoro compì il suo primo, prolungato soggiorno in Terra Santa. A contatto con i luoghi in cui visse Gesù, annotò sui suoi quaderni le tappe della sua crescita spirituale. Per la prima volta, ora, queste pagine straordinarie sono a disposizione dei lettori.
«Qui Gesù si sedeva. Qui giocava coi piedi nell’acqua. Qui la sera accendeva il fuoco, guardava le stelle, le luci delle città attorno al lago, qui pregava, qui osservava la gente. Qui diceva: il Regno è giunto.
Beati i poveri di spirito: cioè quelli a cui i conti non tornano. Quelli che si sentono poca cosa, inadeguata. Quelli che quando si guardano intorno, come me in questo momento sul lago, non arrivano al fondo delle cose, si sentono spauriti, con tanti interrogativi».
Destinatari
Un ampio pubblico di fedeli e testimoni della fede.
Autore
Andrea Santoro nato nel 1945, è stato ucciso inTurchia il 5 febbraio 2006. Entrato adolescente in seminario, nel 1970 terminò gli studi di teologia e divenne sacerdote nella parrocchia dei santi Marcellino e Pietro Ad Duos Lauros. Nel 1980 soggiornò per sei mesi in Oriente: di quell’esperienza costituisce testimonianza il presente Diario. Nel 2000 partì per la Turchia e soggiornò dapprima a Sanliurfa, poi dal 2003 a Trebisonda, dove la comunità cattolica non era assistita da alcun sacerdote. Nel pomeriggio di domenica 5 febbraio 2006, mentre stava pregando nella chiesa di Santa Maria,donAndrea fu ucciso da due colpi di pistola esplosi da un uomo al grido di «Allah è grande». Per il delitto venne arrestato e condannato un giovane sedicenne, anche se i testimoni dell’omicidio hanno sempre sostenuto che l’assassino fosse un adulto.
"Quando la Chiesa cerca di essere lievito, sale e luce in mezzo a tante tenebre e tanto marciume, viene attaccata nella vita dei suoi sacerdoti". Parlava di sé, monsignor Romero, in questa lettera del novembre 1979, pochi mesi prima di venir assassinato sull'altare, ultima tappa di una vita spesa a favore della giustizia in nome del Dio dell'amore. In queste pagine, tratte dall'epistolario finora mai pubblicato del vescovo salvadoregno, riconosciuto martire dalla Chiesa, affiora la portata della testimonianza di Romero, la sua eccezionale statura di sacerdote, profeta e pastore in mezzo al popolo, in particolare i più poveri e disprezzati. Attraverso le sue stesse parole possiamo entrare nell'intimo di questa grande figura di uomo e di credente, consapevole che il suo impegno per la verità gli sarebbe potuto costare la vita: "La Chiesa è più grande e più santa quando è perseguitata". Una constatazione che vale anche per i nostri giorni, un lascito di Romero alla Chiesa perché sia sempre più fedele alla sua missione: "Non scoraggiatevi per la persecuzione che ci prende di mira, piuttosto vedetela come segno che davvero stiamo cercando di costruire il regno di Dio".