"Vi offro la mia casa". Queste parole, rivolte ai leader palestinese e israeliano resteranno a lungo nella memoria dopo il viaggio che papa Francesco ha compiuto in Terra Santa. Un invito alla pace e all'unità venuto dal cuore e dalla simpatia di un Pontefice che è già uno dei più amati della storia della Chiesa. Nel 50° anniversario dell'incontro tra Paolo VI e il patriarca Atenagora, Bergoglio ha rilanciato il processo di unione fra le Chiese di Roma e d'Oriente, incontrando il Patriarca Bartolomeo I. A Gerusalemme ha pregato al Muro del Pianto; a Betlemme ha espresso la sua amarezza di fronte al muro che separa israeliani e palestinesi. Questo libro è il racconto di un pellegrinaggio difficile e insieme esaltante, fatto per parole e per immagini, accompagnate dalle testimonianze dello scrittore Abraham Yehoshua, di Vera Baboun, sindaco di Betlemme, e del rabbino David Rosen.
Un libro fotografico che indaga il tema del confine, così attuale oggi.
Confine che, dopo secoli di guerre, rivendicazioni, nazionalismi e autonomie segna il carattere e la storia del continente europeo e si intreccia inesorabilmente alla cronaca.
Il susseguirsi degli avvenimenti nel bienno 2014-2016 con la guerra in Siria, ha cambiato il corso della storia dell’Europa di Schengen diventando il pretesto per il ritorno dei confini.
Attraverso struggenti fotografie, Ivano Di Maria ci mostra come il tema delle frontiere e dei confini sia vissuto in modi diversi all’interno della stessa Europa.
Marco Truzzi, suo compagno di viaggio, racconta con le parole quello che hanno visto e vissuto coinvolgendo il lettore nelle storie di vita dei migranti.
"C'è una storia che si racconta spesso fra le tante che compongono la vita ricca di storie di Mario Dondero. La ricorda anche Giorgio Bocca in un suo articolo. Non menziona il nome del fotografo, ma in quell''uomo svagato, melanconico, libero, simpatico' di cui parla non si può che intuire la figura di Dondero. Dunque il fotografo è a Parigi, negli anni cinquanta, dove vive da giovane freelance bohémienne, inseguendo un suo sguardo delicato e affascinato sul mondo, che spesso non coincide con quello della stampa. Un giorno il direttore della Comédie-Française, che lo conosce, lo stima, ha simpatia per lui, gli telefona e lo invita a fotografare quel pomeriggio il teatro. Pensa di aiutarlo, di offrirgli la possibilità di un 'grande reportage', ma Dondero in quei giorni la macchina fotografica l'ha lasciata al banco dei pegni e di pellicole in casa proprio non ne ha. Eppure è una proposta che sarebbe ineducato rifiutare. Si presenta quindi al teatro parigino, con una Rollei prestata da un amico, ma senza le pellicole, che in così poco tempo non è riuscito a recuperare, e scatta per ore: la leva di avanzamento che avvolge un rullo inesistente sul rocchetto della macchina. Gli artisti, i registi, le maestranze posano davanti all'obiettivo, gli attori provano le loro battute fingendo indifferenza, conversano con il fotografo, in quella che diviene quasi un'inconsapevole performance..." (Dal testo di Uliano Lucas e Tatiana Agliani)
Dal 31 gennaio al 4 maggio 2014 in occasione del centenario dalla nascita di Robert Capa, il centro internazionale di fotografia di New York ha presentato "Capa in color", la migliore retrospettiva a colori del lavoro del grande fotografo, con una selezione di immagini tutte restaurate. Robert Capa è stato il fotoreporter più importante nella storia del XX secolo e ha realizzato alcune fra le fotografie più famose della Seconda guerra mondiale, sulle truppe americane in Italia, sulla guerra in Spagna, sugli ebrei sopravvissuti ai campi di concentramento, sulle città bombardate. I suoi scatti più noti sono ormai proprietà della memoria di tutti.