La giovane Irene Dell’Arca, allieva scelta dell’Accademia di Noè, passa l’esame di volo e viene nominata Colomba della Pace dell’anno. Quindi si prepara a compiere, nel giorno di Pasqua, la sua missione speciale in giro per
il mondo. È, in sintesi, la storia raccontata in questo piccolo e simpatico spettacolo teatrale e musicale per i bambini, che riproponiamo in versione libro+CD. Un’idea fantasiosa e divertente, con cinque canzoni complete di basi musicali, per affrontare con i bambini il tema della pace e festeggiare insieme la Pasqua.
GLI AUTORI
Daniela Cologgi. Autrice, editor, animatrice teatrale, è laureata in Lettere presso il dipartimento di Musica e Spettacolo dell’Università “La Sapienza” di Roma. Con lo spettacolo Camomille, tradotto e rappresentato anche in Francia, ha esordito come autrice teatrale vincendo il premio Provateatro di Roma (1993) e con Ondina un tesoro in una nuvola ha vinto il “Premio Nazionale per l’Ambiente Gianfranco Merli” (2009). Ha scritto e pubblicato commedie, testi di canzoni, racconti, articoli divulgativi. È stata educatrice musicale nella scuola pubblica e presso scuole di musica di Roma. Con le Paoline ha pubblicato oltre 50 titoli tra opere teatrali e progetti didattici. Renato Giorgi. Musicista, compositore, lavora con noti esponenti della musica leggera italiana. È stata premiata la sua colonna sonora del film I lupi dentro sulla figura
del pittore Ligabue. Collabora con le Paoline di Roma in veste di compositore e arrangiatore di opere per bambini, ragazzi, giovani.
Riproponiamo in supporto libro+CD questo progetto musicale dedicato all’angelo custode, l’amico invisibile sempre presente, sempre vicino, pronto a consigliare per il meglio e, spesso, a tirare fuori dai guai. È un sussidio da utilizzare in parrocchia e a scuola, per l’educazione religiosa, con otto canzoni e drammatizzazione che aiuteranno i bambini ad avvicinarsi alle figure degli angeli, imparando a conoscere il loro ruolo, le loro caratteristiche e
la loro collocazione nel Vangelo, acquisendo così atteggiamenti di rispetto, affetto, lode.
GLI AUTORI
Annarosa Preti. Insegnante di scuola dell’infanzia, dal 1993 è direttrice e coordinatrice della Scuola Materna e micronido “L. Passerini” di Brescia. Collabora, dal 1992, con le Paoline di Roma come autrice di progetti educativi, drammatizzazioni, testi di canzoni per bambini.
livia sabatti. Suora paolina, ha frequentato il DAMS a Bologna; ha seguito la produzione artistica di opere musicali per 15 anni e dal 2011 è la direttrice del settore editoriale Paoline Audiovisivi di Roma. Ha prestato la sua collaborazione per oltre 10 anni alla trasmissione televisiva della Messa su RaiUno come aiuto regista. Ha pubblicato con Paoline alcuni lavori per bambini in qualità di compositrice.
IL CD
“Vogliamo vedere Gesù”: è la richiesta che alcuni Greci rivolgono a Filippo nel quarto Vangelo, ed è pure la domanda che ancora oggi gli uomini esprimono nel loro cammino di fede. Fr. Enzo Bianchi articola la sua riflessione su Gesù cristo attraverso alcune tappe per cogliere Gesù, l’uomo che ci ha narrato il volto di Dio, nella storia; esaminare i tratti della sua vita umana, del suo insegnamento e dei suoi gesti; scavare le ragioni profonde della sua morte e resurrezione. Tramite questo itinerario possiamo rileggere il fondamento della nostra fede e comprendere come Gesù e il suo messaggio possono plasmare oggi la nostra vita di cristiani.
CONTENUTO DEL CD
1. Introduzione – Le fonti su Gesù (75 min)
2. Il ritratto umano di Gesù (80 min)
3. L’insegnamento (75 min)
4. L’attività – I miracoli compiuti da Gesù (80 min)
5. Le chiavi interpretative della passione (65 min)
6. Il processo, la morte e la resurrezione (70 min)
L'AUTORE
Enzo Bianchi, nato a Castel Boglione il 3 marzo 1943, è un religioso e scrittore italiano, fondatore e attuale priore della comunità di Bose. Già durante gli anni universitari aveva, insieme ad altri giovani di diverse confessioni cristiane, fondato un gruppo di studi biblici, sulla scorta del Concilio Vaticano II. Si laurea in economia e commercio a Torino, quindi si ritira in solitudine in una cascina a Bose, una frazione abbandonata del Comune
di Magnano sulla Serra di Ivrea, con l’intenzione di dare inizio a una comunità monastica e per tre anni (dall’8 dicembre 1965) vivrà in solitudine. Si aggiungeranno poi uomini e donne che sceglieranno quella via di riflessione e lavoro. La comunità viene approvata dal Vescovo diocesano che raccoglie le prime professioni monastiche. Enzo Bianchi è molto attivo all’interno della comunità, collaborando anche con importanti testate giornalistiche italiane (La Stampa, Avvenire, La Repubblica...) e straniere (La Croux, La Vie, Panorama). Dirige fino al 2005 la rivista Parola, Spirito e Vita. È membro della rivista di teologia Concilium e fa parte del comitato scientifico di Biennale Democrazia. Nel 1983 ha fondato la casa editrice Edizioni Qiqajon Comunità di Bose dove si pubblicano testi di spiritualità biblica, patristica e monastica, oltre che CD
ed e-book. È a tutt’oggi priore della comunità di Bose che conta un’ottantina di membri tra fratelli e sorelle di cinque diverse nazionalità ed è presente, oltre che a Bose, anche a Gerusalemme (Israele), Ostuni (BR), Assisi e San Gimignano (SI). Nel 2009 ha vinto il Premio Pavese con il libro “Il pane di ieri”.
Meditare l’eucaristia significa riandare al cuore della nostra fede cristiana. Nell’ultima cena Gesù ha compiuto un gesto profetico che ricapitola la sua intera vicenda umana: il pane spezzato e il vino offerto sono il segno eloquente di un’esistenza spesa per noi.
L’eucaristia è il sacramento che racconta la salvezza che ci viene offerta dalla passione e morte del Signore. L’itinerario qui proposto rilegge l’eucaristia alla luce del mistero pasquale per fare emergere, attraverso i testi biblici e gli elementi antropologici, la portata simbolica che essa racchiude.
l’autore
Enzo Bianchi, nato a Castel Boglione il 3 marzo 1943, è un religioso e scrittore italiano, fondatore e attuale priore della comunità di Bose. Già durante gli anni universitari aveva, insieme ad altri giovani di diverse confessioni cristiane, fondato un gruppo di studi biblici, sulla scorta del Concilio Vaticano II. Si laurea in economia e commercio a Torino, quindi si ritira in solitudine in una cascina a Bose, una frazione abbandonata del Comune
di Magnano sulla Serra di Ivrea, con l’intenzione di dare inizio a una comunità monastica e per tre anni (dall’8 dicembre 1965) vivrà in solitudine. Si aggiungeranno poi uomini e donne che sceglieranno quella via di riflessione e lavoro. La comunità viene approvata dal Vescovo diocesano che raccoglie le prime professioni monastiche. Enzo Bianchi è molto attivo all’interno della comunità, collaborando anche con importanti testate giornalistiche italiane (La Stampa, Avvenire, La Repubblica...) e straniere (La Croux, La Vie, Panorama). Dirige fino al 2005 la rivista Parola, Spirito e Vita. È membro della rivista di teologia Concilium e fa parte del comitato scientifico di Biennale Democrazia. Nel 1983 ha fondato la casa editrice Edizioni Qiqajon Comunità di Bose dove si pubblicano testi di spiritualità biblica, patristica e monastica, oltre che CD
ed e-book. È a tutt’oggi priore della comunità di Bose che conta un’ottantina di membri tra fratelli e sorelle di cinque diverse nazionalità ed è presente, oltre che a Bose, anche a Gerusalemme (Israele), Ostuni (BR), Assisi e San Gimignano (SI). Nel 2009 ha vinto il Premio Pavese con il libro “Il pane di ieri”.
Cosa vuol dire credere? Come Gesù educa alla fede?
La fede non è un concetto astratto o un vago sentimento: è un atteggiamento vitale che coinvolge l’intera persona e sgorga dal suo intimo; essa si iscrive nello spazio della convinzione e non in quello della conoscenza. La fede è risposta all’azione preveniente di Dio; ma il dono della fede, che ci porta a aderire a Gesù Cristo, ha bisogno dell’atto umano del credere. L’odierna crisi della “fede” rivela in radice una debolezza del credere umano, che si manifesta nella difficoltà ad avere fiducia nell’altro, fino in fondo. Tuttavia, senza la fede non è possibile un cammino di umanizzazione, e credere è la condizione per accedere all’amore. Nel dubbio che ci assale, nell’ora dell’incredulità, è l’amore per Gesù, l’iniziatore e il perfezionatore della nostra fede, che ci porta a rinnovare l’atto di fede e ci fa ricominciare giorno dopo giorno nel cammino di sequela.
l’autore
enzo Bianchi, nato a Castel Boglione il 3 marzo 1943, è un religioso e scrittore italiano, fondatore e attuale priore della comunità di Bose. Già durante gli anni universitari aveva, insieme ad altri giovani di diverse confessioni cristiane, fondato un gruppo di studi biblici, sulla scorta del Concilio Vaticano II. Si laurea in economia e commercio a Torino, quindi si ritira in solitudine in una cascina a Bose, una frazione abbandonata del Comune
di Magnano sulla Serra di Ivrea, con l’intenzione di dare inizio a una comunità monastica e per tre anni (dall’8 dicembre 1965) vivrà in solitudine. Si aggiungeranno poi uomini e donne che sceglieranno quella via di riflessione e lavoro. La comunità viene approvata dal Vescovo diocesano che raccoglie le prime professioni monastiche. Enzo Bianchi è molto attivo all’interno della comunità, collaborando anche con importanti testate giornalistiche italiane (La Stampa, Avvenire, La Repubblica...) e straniere (La Croux, La Vie, Panorama). Dirige fino al 2005 la rivista Parola, Spirito e Vita. È membro della rivista di teologia Concilium e fa parte del comitato scientifico di Biennale Democrazia. Nel 1983 ha fondato la casa editrice Edizioni Qiqajon Comunità di Bose dove si pubblicano testi di spiritualità biblica, patristica e monastica, oltre che CD
ed e-book. È a tutt’oggi priore della comunità di Bose che conta un’ottantina di membri tra fratelli e sorelle di cinque diverse nazionalità ed è presente, oltre che a Bose, anche a Gerusalemme (Israele), Ostuni (BR), Assisi e San Gimignano (SI). Nel 2009 ha vinto il Premio Pavese con il libro “Il pane di ieri”.
2014. La straordinaria esperienza del concerto del Gen Verde in tour quest'anno.
Dopo il successo degli album precedenti, ecco il 6° volume della Serie Canzoni d'Amore al Padre, con 13 nuovi brani di lode. Il cd è accompagnato da un bonus-video DVD.
Ave Maria
Stabat Mater
Laudi alla Vergine Maria
Te Deum
Ave Maria (1880)
Libera me from Messa per Rossini (1869)
Il disco:
E’ un doppio compact-disc per la durata totale di oltre 82 minuti ed è la fedele registrazione del concerto dal vivo svoltosi a Spoleto la sera del 12 luglio 2013 sulla Piazza del Duomo di questa importante cittadina umbra, quale evento ufficiale nel cartellone dell’edizione n. 56 del Festival dei Due Mondi.
E’ un cosiddetto “concerto-oratorio” poiché oltre alla musica si recitano alcuni dei testi tratti dall’Aneddotica di San Filippo Neri e che di fatto rientrano proprio in quella “disciplina” di cui lo stesso San Filippo fu grande promulgatore che è il pregare cantando in gioia e in allegrezza.
Gli accadimenti della vita amorosa verso Dio e la Chiesa di San Filippo Neri sono oggi più che mai attuali, in un momento in cui tutto è distorto e tutto è figlio dell’ipocrisia, dei falsi valori e del falso potere.
Il brano “Paradiso, Paradiso”, poi, altro non è che il già celeberrimo, ma mai pubblicato prima d’ora, “Preferisco il Paradiso” dalla omonima fiction televisiva che vide protagonista nei panni appunto di San Filippo, il bravo Luigi Proietti. Per poterlo inserire in questa “nuova” inedita versione e grazie all’interezza dell’opera poterlo poi pubblicare per la pima volta, si è dovuti ricorrere ad un particolare accordo editoriale.
Le musiche sono dirette direttamente da Marco Frisina, l’orchestra “Fideles et Amati” è composta da circa 60 elementi e non manca il Coro della Diocesi di Roma con poco più di 50 elementi. La voce di soprano è quella di Paola Cecchi, mentre la voce recitante è quella invece di un monumento del teatro italiano e mondiale: Giorgio Albertazzi, che a voluto prestare la sua inconfondibile voce a questa prima d’opera ad appena un mese dal suo 90° compleanno.
A tutt’oggi quest’opera nel suo insieme non è stata ancora ri-eseguita ed è fruibile solo in questo supporto CD. A breve saranno pubblicate anche le partiture delle musiche sole e di quelle con i canti.
Perché un concerto oratorio.
Quando Filippo Neri creò quella comunità fatta di preghiera, canto, pellegrinaggi nelle basiliche romane e tanta allegria la volle chiamare “Oratorio”, cioè luogo di preghiera.
In realtà San Filippo inventò qualcosa di ancora più grande e complesso, capace di influenzare culturalmente e religiosamente non solo i suoi contemporanei ma anche l’avvenire. Infatti noi chiamiamo “oratorio” anche il genere di composizione sacra, che ebbe tanto sviluppo proprio a partire da Filippo neri, in cui la musica commenta e “racconta”, nel modo suo proprio, le grandi storie bibliche o delle vite dei santi. Tanti capolavori sono stati scritti a partire da questa intuizione e tanta musica ha consolato, infiammato, fatto pregare e commuovere i cuori degli uomini.Questa composizione vuole essere in linea con quell’intuizione di Filippo.
A partire dai racconti dei testimoni straordinari di quell’avventura che ci raccontano gli aneddoti della sua vita, ho voluto fare un omaggio musicale a quella leggerezza, a quella luminosa esperienza spirituale e nello stesso tempo offrire una lettura serena e gioiosa della vita, cos’ come San Filippo l’ha vissuta. In un tempo di crisi e di pessimismo fa bene guardare al cielo, al sole oltre le nuvole, al bambino innocente che spesso è nascosto dentro di noi e che abbiamo dimenticato in qualche stanza remota della nostra anima. Sarà proprio un testimone di quelle vicende a raccontarle, un bambino ormai cresciuto e che forse gli anni, le sofferenze, le disavventure e le turbolenze della vita, hanno reso più disilluso e pessimista.
Ma è bello per lui ricordare e ritrovare quella gioia, quella leggerezza, quel desiderio di volare e di sorridere e poter raccontare quell’innocenza che gli dava tanta pace.Ogni racconto è contrappuntato da un brano musicale in cui protagonisti sono la gioia e il sorriso, in cui si percepisce fortemente il profumo e l’atmosfera di Roma, della sua anima popolare e nobile, scanzonata e poetica: la Città che Filippo adottò con tanto amore, lui che era fiorentino di nascita, e che trasformò con il suo sorriso facendola “cantare” con la sua fede e la sua carità luminosa. Ho voluto usare un linguaggio musicale estremamente semplice e trasparente, cercando di esprimere l’anima “naïf” di Filippo, e di strappare un sorriso anche all’ascoltatore di oggi, così smaliziato e “adulto”, sollevando un po’ della tristezza che a volte oscura il nostro orizzonte.
C’è una parola che ricorre spesso in questa composizione: Paradiso. Credo che faccia bene ripeterla, anche per un non credente, anche per chi pensa di vivere un proprio “inferno” privato, anche per chi crede che non possa esistere un luogo così, ma anche per chi lo desidera, per chi vorrebbe ritrovare il bambino smarrito nei meandri del proprio cuore. Per una sera sorridiamo e guardiamo verso il cielo di Filippo.
Mons. Marco Frisina