Pubblicato a ridosso del sacco di Roma, nel 1528, pochi mesi prima della morte del suo autore, e accompagnato subito da un immenso successo, "Il libro del Cortegiano" è un testo dalla complessa e affascinante architettura retorica, nella quale si riflettono i grandi modelli classici. Considerato per molto tempo la grammatica della società di corte, è soprattutto una prova letteraria che affonda le proprie radici nei problemi di un'epoca percorsa da cruciali dilemmi e lacerazioni. Un trattato che affronta i temi caldi di un momento di grandi cambiamenti: la crisi italiana nel contesto europeo, la dubbia moralità degli uomini di governo, l'assenza di un principe italiano, la centralità della Roma pontificia, l'emergere di nuove istituzioni monarchiche. L'introduzione e il commento di Walter Barberis lo riportano alla sua filigrana politica ed esistenziale, fornendo al lettore le chiavi per comprenderlo e apprezzarlo nella dimensione piú peculiare e innovativa.
La dinastia sabauda ha una storia quasi millenaria, è una delle più longeve d'Europa. E stata protagonista di avvenimenti diversi, sebbene quelli che l'hanno resa famosa si iscrivano nella traiettoria discendente novecentesca (in primis la collusione col fascismo). L'età moderna è quella che avvicina i Savoia all'Europa e li rende "diversi" rispetto a ogni altro contesto - aristocratico, signorile o dinastico - tipico della tradizione italiana. Sono due secoli (dalla pace di Cateau-Cambrésis alla fine del '700) di crescita e tenuta dello Stato, segnati dal riconoscimento internazionale. Anni nei quali si consolida un'organizzazione militare e burocratica e si sviluppa una cultura scientifica (inizialmente legata alle officine belliche) da cui scaturisce quel genius loci che porterà Torino a diventare una città industriale.
Il volume, curato da Walter Barberis, raccoglie interventi di vari autori su un tema comune, quello della guerra, che ha avuto un'enorme importanza nella storia del nostro Paese. La guerra ha "offerto" agli italiani l'occasione per inventarsi forme d'arte e tecnologie, letteratura e scienza, architettura e industria, ideologie e dottrine politiche. Firmano i saggi, tra gli altri, Alessandro Barbero, Mirella Mafrici, Francesco Paolo Fiore, Filippo Camerota, Lina Bolzoni, Sergio Mamino, Piero Del Negro, Corrado Vivanti, Salvatore Silvano Nigro, Vincenzo Ferrone, Giorgio Rochat, Alberto Asor Rosa.