Data di pubblicazione: Luglio 1979
DISPONIBILE IN 6/7 GIORNI
€ 33,57
Al commento delle Lettere 94 e 95 di Seneca, che qui presento, intende ]ungere da introduzione il mio volume Educazione alla sapientia in Seneca, Brescia ~978. Da ciò dipende che l'esame linguistico-lessicale occupi qui uno spazio maggiore rispetto al chiarimento dei concetti filosofici, che considero ormai presupposto; ed è anche questa la ragione per cui sono stata costretta a rinviare ad un'opera mia con più frequenza di quanto mi piacesse.
Ho abbondato in citazioni anche estese di passi paralleli, perché ho pensato di riuscire in tal modo a porre debitamente in luce una delle caratteristiche più spiccate della prosa senecana: la ripresa di concetti già espressi altrove; essa avviene ora in/orma assai breve e semplicemente allusiva, ora con variazioni più o meno/orti che servono a chiarirli o ampliarli, sempre, comunque, mediante il richiamo significativo di alcuni termini chiave, che segnalano al lettore il ritorno di un motivo caro all'autore. Per questa ragione ci è sembrato che, se l'antica norma: "Omeron ex Omèrou safenìzein' vale certo per ogni autore, essa offra applicazione di particolare utilità nel caso di Seneca.
Ho rimandato ai libri senecani di mio marito più di quanto desiderassimo lui ed io e ne chiedo scusa al Lettore, ma rientra nello spirito della collana in cui appare il commento - nonché nelle norme dei direttori di essa - che una cosa già detta non venga ripetuta e ci si limiti a un rimando (salvo naturalmente il caso di aggiunte o correzioni). Questo stesso spirito comporta, d'altro canto, l'impegno a commentare in modo quanto possibile esauriente quei termini o concetti che appaiono per la prima volta, così da offrire eguali possibilità di rimando ai futuri commentatori. Ciò valga a giustificare l'ampiezza di alcune note che vorrebbero tener conto di gran parte dell'opera senecana.
Dopo le edizioni autorevoli del Haase, del Hense, del Be#rami, del Préchac e del Reynolds, mi è sembrato di po.
terrei fidare, per la costituzione del testo, dell'ultimo di tali editori, il Reynolds; mi limito, quindi, a segnalare i pochi passi in cui me ne discosto.
Ha letto in bozze tutto il mio lavoro l'amico pro/. Alberto Grilli: le sue molte osservazioni e suggestioni mi hanno permesso di correggere e migliorare; la gratitudine che gli debbo - e che qui gli esprimo cordialmente - credo quindi possa essere condivisa anche dal Lettore. Di quanto sia debitrice a mio marito, ho già detto nella premessa alla mia Educazione alla sapíentía,, mi basta qui ribadire che anche nella preparazione di questo commento ho potuto godere del suo consiglio e del suo sostegno.
Parma, Università, giugno ~979.
Maria Scarpat Bellincioni
Al commento delle Lettere 94 e 95 di Seneca, che qui presento, intende ]ungere da introduzione il mio volume Educazione alla sapientia in Seneca, Brescia ~978. Da ciò dipende che l'esame linguistico-lessicale occupi qui uno spazio maggiore rispetto al chiarimento dei concetti filosofici, che considero ormai presupposto; ed è anche questa la ragione per cui sono stata costretta a rinviare ad un'opera mia con più frequenza di quanto mi piacesse.
Ho abbondato in citazioni anche estese di passi paralleli, perché ho pensato di riuscire in tal modo a porre debitamente in luce una delle caratteristiche più spiccate della prosa senecana: la ripresa di concetti già espressi altrove; essa avviene ora in/orma assai breve e semplicemente allusiva, ora con variazioni più o meno/orti che servono a chiarirli o ampliarli, sempre, comunque, mediante il richiamo significativo di alcuni termini chiave, che segnalano al lettore il ritorno di un motivo caro all'autore. Per questa ragione ci è sembrato che, se l'antica norma: "Omeron ex Omèrou safenìzein' vale certo per ogni autore, essa offra applicazione di particolare utilità nel caso di Seneca.
Ho rimandato ai libri senecani di mio marito più di quanto desiderassimo lui ed io e ne chiedo scusa al Lettore, ma rientra nello spirito della collana in cui appare il commento - nonché nelle norme dei direttori di essa - che una cosa già detta non venga ripetuta e ci si limiti a un rimando (salvo naturalmente il caso di aggiunte o correzioni). Questo stesso spirito comporta, d'altro canto, l'impegno a commentare in modo quanto possibile esauriente quei termini o concetti che appaiono per la prima volta, così da offrire eguali possibilità di rimando ai futuri commentatori. Ciò valga a giustificare l'ampiezza di alcune note che vorrebbero tener conto di gran parte dell'opera senecana.
Dopo le edizioni autorevoli del Haase, del Hense, del Be#rami, del Préchac e del Reynolds, mi è sembrato di po.
terrei fidare, per la costituzione del testo, dell'ultimo di tali editori, il Reynolds; mi limito, quindi, a segnalare i pochi passi in cui me ne discosto.
Ha letto in bozze tutto il mio lavoro l'amico pro/. Alberto Grilli: le sue molte osservazioni e suggestioni mi hanno permesso di correggere e migliorare; la gratitudine che gli debbo - e che qui gli esprimo cordialmente - credo quindi possa essere condivisa anche dal Lettore. Di quanto sia debitrice a mio marito, ho già detto nella premessa alla mia Educazione alla sapíentía,, mi basta qui ribadire che anche nella preparazione di questo commento ho potuto godere del suo consiglio e del suo sostegno.
Parma, Università, giugno ~979.
Maria Scarpat Bellincioni