863 lettere (296 pubblicate per la prima volta) fotografano un quinquennio densissimo in cui Puccini consolida la sua posizione, amplia considerevolmente la rete dei rapporti. Il quinquennio vede il completamento di Tosca e l'inizio della genesi di Madama Butterfly, l'avvio di altri progetti poi abbandonati, i viaggi in Italia e in Europa per assistere alle rappresentazioni delle opere. La pluralità degli argomenti si riflette in uno stile variegato e degno di interesse.
Questo primo volume contiene 784 lettere indirizzate da Giacomo Puccini a più destinatari negli anni dal 1877 (quando era ancora studente di musica nella natia Lucca) al 1896 (quando era ormai un compositore di opere di livello internazionale). Più di 150 lettere sono pubblicate per la prima volta; la gran parte delle altre sono presentate in nuove trascrizioni, emendate sulle fonti, o con datazioni più coerenti nei casi frequenti in cui gli autografi ne sono privi.
La camera dove nacque, le stanze in cui visse, gli abiti che indossò, le lettere che scrisse, il pianoforte su cui compose. In occasione dell'attesa riapertura al pubblico della casa Natale di Giacomo Puccini a Lucca (13 settembre 2011) è in libreria il volume-catalogo Puccini Museum. La casa natale di Giacomo Puccini. Curato da Gabriella Biagi Ravenni, direttore della Fondazione Giacomo Puccini, il catalogo ripercorre le vicende legate al faticoso percorso che ha portato oggi alla riapertura della casa museo, presentando poi le varie sezioni nelle quali è articolato. Dalla "Sala Turandot" nella quale troneggia il prezioso costume di scena per il II atto della Turandot, donato da Maria Jeritza, a ricordo del primo allestimento dell'opera alla Metropolitan Opera House di New York (1926), alla camera da letto, alla "Soffitta bohème", fino ad arrivare alla "Sala della musica" con i ritratti degli antenati di Puccini, e che quello che è il pezzo centrale: il pianoforte Stainway & Sons acquistato da Puccini nella primavera del 1901 (su cui compose la sua ultima opera), che, grazie al restauro filologico della ditta Roberto Valli di Ancona, ha mantenuto intatte le sue caratteristiche originali.