I filosofi e teologi della Scuola di San Vittore, soprattutto Ugo e Riccardo, che Dante ricorda nel Paradiso dopo averli meditati in profondità, hanno esercitato un influsso notevole sul pensiero e sulla letteratura fra Medio Evo ed età moderna, specie per l'accento posto sul valore formativo delle emozioni e della memoria, delle immagini e di quella pratica spirituale applicata ai testi che essi definirono «esegesi figurativa». In questo volume si raccolgono, in una ricca e articolata dimensione multidisciplinare, gli interventi dei migliori specialisti dei Vittorini su scala internazionale, che i due curatori hanno riunito alla Scuola Normale Superiore per mettere a fuoco un orizzonte problematico finora quasi del tutto trascurato. Per la prima volta la cultura vittorina viene ripensata in un confronto con le vette della letteratura medioevale, dai trovatori provenzali a Jacopone, da Dante a Petrarca: ma la luce riflessa in questo prisma luminoso giunge fino a Ezra Pound.
Dante è la grande "scoperta" del Novecento. A capirlo, ripensarlo, perfino riscriverlo, furono anzitutto i grandi poeti: Pound, Eliot, Mandel'stam, Borges. In questo libro torniamo ad ascoltare la voce autentica del primo fra tutti e di tutti maestro, Ezra Pound, che Eliot definì, con formula dantesca, "il miglior fabbro". Originariamente preparato da Vanni Scheiwiller per festeggiare gli ottant'anni del poeta, il libro era rimasto sempre solo un "sogno editoriale". Oggi, riscattato da mezzo secolo di silenzio, prende vita, offrendo intatta la meraviglia di un pensiero critico e poetico decisivo. "Un libro di Ezra Pound su Dante - si legge nell'introduzione al volume - è uno scrigno di idee e di punti di vista sulla poesia. [...] Pound ci stupisce, perché sembra aver pensato prima di noi quel che noi ora pensiamo su Dante: e invece quel che oggi noi pensiamo nasce spesso dalle sue idee e scorre fino a noi lungo rivoli carsici, in un'attività di scrittura fitta e dispersiva, che questo libro contribuisce, infine, a rendere unitaria".