È vero, su Giuseppe, artigiano di Nazareth, i Vangeli non ci offrono molte informazioni. Ma ci dicono l'essenziale: che fu un uomo giusto, che fu lo sposo di Maria, che fece da padre a Gesù, dai contemporanei ritenuto suo figlio a tutti gli effetti. Proprio la considerazione dei lunghi anni da lui vissuti con Maria e con Gesù, nella partecipazione alla vita di una famiglia umanamente ricchissima per la qualità delle persone che la componevano, permette all'autore di delineare con efficacia e profondità la fisionomia di san Giuseppe. Un uomo capace di integrare nel suo progetto di vita la dimensione del dialogo con il Mistero; di accogliere il compito della paternità esercitandolo in modo inatteso e inedito, eppure verissimo; di accettare la verginità come sfida ad una intensità ancora più totalizzante per il suo amore sponsale nei confronti di Maria e del suo amore paterno nei confronti di Gesù. Ne risulta un quadro lontano da ogni fantasioso sentimentalismo, che fa di Giuseppe una figura nella quale è utile a ciascuno di noi rispecchiarsi, per ritrovare il desiderio di una solida e reale umanità.
Nel 2008 il Cardinale Dionigi Tettamanzi, allora Arcivescovo di Milano, arricchì la Biblioteca Ambrosiana, prossima a compiere quattro secoli di storia, dell'Accademia Ambrosiana. Essa nacque - con le sue sette Classi di ricerca: Studi Borromaici, Studi Ambrosiani, Slavistica, Italianistica, Studi del Vicino e dell'Estremo Oriente, Studi Greci e Latini - per promuovere in modo coordinato e sistematico ricerche e pubblicazioni di carattere scientifico originate dal confronto, dal dialogo e dallo scambio a livello internazionale tra gli studiosi delle discipline in essa coltivate. Nel 2009 iniziò le sue attività la Classe di Slavistica, il cui campo di studio è appunto - quello della Slavistica intesa in senso ampio, ovvero senza privilegiare un filone "nazionale", bensì mantenendo la possibilità di indagare nello spazio (Oriente e Occidente slavo) e nel tempo (Medioevo ed Evo moderno). Specifico della Classe è poi il riferimento alla Biblioteca Ambrosiana, vista non solo come "deposito" di materiali di ambito slavistico, ma piuttosto come "sistema culturale integrato": essa stessa, infatti, con il trascorrere degli anni è divenuta "generatrice di storia", nella continua ricerca di un equilibrio tra la propria identità ambrosiana (in senso locale, ecclesiale, patristico e letterario) e l'apertura alle culture non latine che volle a lei connaturata il suo Fondatore, Federico Borromeo; e si propone oggi come luogo di studio e punto di incontro tra gli studiosi...