La figura di Rita Levi Montalcini racchiude in sé due esempi di impegno professionale che raramente coesistono nella stessa persona: la scienziata-artista che, come scrisse la Fondazione Nobel, «portò la luce dove prima era il caos» e la donna che dopo il più prestigioso riconoscimento, profuse tutte le energie nell'impegno sociale, letterario e politico, fondando l'European Brain Research Institute (EBRI) e tre fondazioni indirizzate alla formazione dei giovani, agli studi sulla sclerosi multipla, e al sostegno delle donne africane Questo duplice impegno costò, forse, la rinuncia alla funzione di madre, che tuttavia fu in qualche modo compensato con l'identificazione quasi filiale della sua «creatura» il Nerve Growth Factor (NGF), la cui scoperta ha fatto emergere un'intera nuova categoria di sostanze, denominate «fattori di crescita». A chi ha avuto l'onore di frequentarla quasi quotidianamente per quattro decenni, resta il rammarico che troppo pochi abbiano avuto il piacere di apprezzare la sua innata modestia, il suo sottile senso dell'umorismo e la sua capacità di amicizia sincera.