È il 1984 e a Londra, "vasta e rovinosa, una città di un milione di pattumiere", l'ordine è mantenuto da una psicopolizia che interviene alla minima situazione di dissenso e le case sono provviste per legge di televisori-telecamere. Sono strumenti per controllare le vite dei cittadini, e di essi si serve il Partito, sistema di governo al cui vertice si trova Big Brother, misteriosa figura che nessuno ha mai visto di persona, sebbene le sue immagini campeggino su ogni muro per ricordare agli abitanti che sono osservati. In questo scenario si muove Winston Smith, oscuro funzionario di basso livello del Partito, impiegato al Ministero della Verità con il compito di riscrivere la storia per allinearla all'attuale pensiero politico. Ma la sua propensione per una condotta morale e un certo interesse per la verità lo porteranno su una strada che, se scoperta, verrebbe considerata "ribelle". Sono questi gli ingredienti di un capolavoro in cui Orwell mette in guardia il lettore dalle derive e dalle assurdità dei totalitarismi - con il loro disprezzo per la vita umana, l'uso della violenza fine a se stessa, il culto del leader elevato a divinità. Soprattutto, nello stigmatizzare l'ansia collettiva di cancellare i legami con il passato e il processo di impoverimento che svuota il linguaggio di ogni significato, affonda il dito nelle piaghe che affliggono la nostra contemporaneità.
Un ritratto dell'artista da giovane fu scritto a Trieste nel 1914 e pubblicato nel 1916 negli Stati Uniti, nell'anno della Easter Rising, la sanguinosa insurrezione di Dublino. Noto in Italia e Francia anche con il titolo Dedalus, è un romanzo semiautobiografico in cui si descrivono gli anni formativi della vita di Stephen Dedalus, l'alter ego di Joyce. L'autore narra il risveglio intellettuale, filosofico e religioso di un giovane che comincia a interrogarsi e a ribellarsi contro le convenzioni irlandesi e cattoliche con cui è cresciuto. Alla fine progetterà di partire alla volta di Parigi per fare l'artista. È uno dei romanzi irlandesi più importanti perché è il primo ad analizzare i rapporti distorti fra la comunità irlandese e il dominatore inglese. Secondo Joyce, la situazione in cui versava l'Irlanda non era la conseguenza di un'integrità perduta o dell'annientamento della cultura tradizionale, come peraltro sosteneva Yeats, bensì l'aver fatto proprie idee che hanno mantenuto gli irlandesi sotto il giogo britannico.
In un'atmosfera eterea si muovono i personaggi dei racconti di questa autrice: storie che affrontano temi ed elementi tipici del mondo anglosassone, sullo sfondo della natura neozelandese. Racconti che sono lo specchio fedele di una vita tormentata: quella di una donna mai paga di se stessa.