«Sembra ormai ovvio, per ognuno, che appartiene all'età moderna, più che a qualsiasi altra epoca della storia, di aver portato il concetto di libertà sul vertice dello spirito: nella scienza, nell'economia, nella politica, nella sfera del sacro ch'è la religione..., essa ha chiamato l'uomo alla conquista delle dimensioni principali della libertà. Nuove istituzioni e nuove costituzioni hanno dato o stanno dando l'avvio, nei vari continenti, all'uomo nuovo impegnato alla formazione di se stesso e del proprio vivere civile. Non v'è dubbio che con l'avvento del pensiero moderno si è prodotta una scossa decisiva nell'atteggiamento dell'uomo verso la verità che ha portato alla crisi - non ancora risolta e forse mai solubile perché costitutiva della stessa essenza della libertà - della tensione di libertà-autorità. [...] Di qui la corsa irresistibile e affascinante per la ricerca delle strutture della materia e dell'origine della vita, per l'esplorazione del mistero dell'inconscio e delle pulsioni psichiche, individuali e collettive, sulle quali molto probabilmente poggerà la società del futuro. Eppure mai come oggi l'uomo - dominatore di tanta parte della natura - sente la propria insicurezza interiore, la fragilità della sua struttura, il salire inarrestabile dell'angoscia e della solitudine in un cosmo che si popola sempre più di macchine cariche di minaccia e di terrore» (Cornelio Fabro).