Questo volume raccoglie oltre un centinaio di monologhi di Shakespeare; si indirizza a tutti gli amanti della poesia teatrale (e della bellezza che essa, a dispetto dell'oltraggio del tempo, continua, dopo secoli, con intatta vigoria, a esprimere) ma, in particolare, a quei giovani che, nelle varie facoltà universitarie, seguono con passione gli studi teatrali e a quei loro coetanei, che, in altre scuole, si preparano ad intraprendere la carriera dell'attore. La traduzione è quella realizzata per Einaudi da Cesare Vico Lodovici, i cui primi campioni videro la luce nel 1950.
Nella letteratura occidentale si parla di "Doppio" a partire almeno dalla grande stagione del romanticismo, con romanzi diventati classici cone "L'elisir del diavolo" di Hoffmann, il "Peter Schlemil" di Chamisso, "Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde" di Stevenson, "La metamorfosi" di Kafka. Ma questo tema che ha stimolato i grandi narratori dall'Ottocento a oggi e affascinato filosofi e psicanalisti, si è rivelato capace di raggiungere grandi esiti letterati anche nella più breve forma del racconto. In questa antologia Guido Davoco Bonino ne propone ventiquattro, ciascuno preceduto da una nota critica che funge da "invito alla lettura".
A cinque anni dal "Lunario dei giorni d'amore", Guido Davico Bonino propone un "libro da comodino" che a quello si collega, anche se diversamente concepito. Nella scansione di una lettura al giorno, lungo l'arco di un intero anno, la poesia non si alterna più alla prosa, ma colma tutte le esigenze espressive che la fenomenologia amorosa ha saputo, attraverso i millenni, e sotto ogni cielo, provocare. Il volume raccoglie infatti una gran varietà di liriche, diverse per generi e autori: dagli arabi ai cinesi e giapponesi, dagli anonimi cantori del continente africano o delle civiltà indoamericane ai maestri della tradizione lirica europea, alle voci poetiche delle ultime generazioni.
In questa antologia Guido Davico Bonino ha impegnato la sua memoria e la sua riflessione sui grandi scrittori del nostro secolo (narratori, poeti, filosofi, psicologi, antropologi, storici) e sui grandi creatori in genere (pittori, musicisti, cineasti, drammaturghi). Ripercorrendo i loro scritti, rivisitando le loro partiture, i loro copioni, i loro film, i loro quadri, Davico Bonino ha voluto tracciare un bilancio degli ideali, delle illusioni, dei progetti, delle utopie che essi proponevano. Che cosa di questo grande bagaglio di idee ed emozioni, di pensieri e passioni, è degno di essere "portato di là", oltre la soglia del Duemila, e conservato per i decenni a venire?
Sia negli scrittori della temperie romantica che in quelli della generazione simbolistico-decadente, l'Eros si ripresenta sempre in termini definitivi, di una perentorietà che lascia agli amanti poche, se non alcuna alternativa: se lo sbocco non è in Thanatos, nel destino di un annullamento di sé nel trapasso ultimo della Morte, può esserlo nella follia, nella malattia, nella passività, nella rassegnazione inerte, nella sconfitta definitiva di tanti illusori ideali. Venticinque scrittori della letteratura tedesca, francese, russa, americana, inglese, spagnola e italiana compongono, nella scelta di Davico Bonino, un panorama di Grandi Maestri del narrar breve, che l'Amore costringe ad una singolare intensità e sincerità d'accenti.