Messa per la prima volta in scena sul palcoscenico del Teatro Sant'Angelo a Venezia nel 1753, "La locandiera" piacque subito molto, anche se forse non riuscì ad affascinare del tutto il pubblico del tempo. Originale, spiazzante, giocata su una storia d'amore che non si sviluppa secondo gli schemi consueti, ma anzi li rovescia in un gioco di imprevisti, "La locandiera" era probabilmente troppo "moderna", troppo audace per la sua epoca. Più che una vicenda sentimentale, il commediografo veneziano aveva infatti scritto una storia sull'egoismo e sulla forza di carattere, magnificamente rappresentati nella seducente e sicura Mirandolina, civetta e donna d'affari, indimenticabile e luminoso esempio di un eterno femminino davanti al quale devono crollare tutte le difese degli uomini, anche e soprattutto di quelli che fanno sfoggio di un'esasperata misoginia. Postfazione di Giorgio Strehler.
Scritto da due ambiziosi e astuti “artigiani” del teatro francese, Le due orfanelle è stato rappresentato per la prima volta nel 1874 a Parigi, ed è un capolavoro di mélodrame, genere a forti tinte fitto di sorprese e ritrovamenti.
Secondo schemi collaudati anche del feuilleton – come la persecuzione e l’agnizione dell’orfano, l’eroe che salva l’amata in pericolo, la rappresentazione delle classi sociali con i loro difetti (dell’aristocrazia e del proletariato) e le loro virtù (della borghesia) –, questo dramma in cinque atti racconta di due fanciulle arrivate a Parigi pochi anni prima della Rivoluzione francese in cerca di un medico che possa ridare la vista alla più giovane. Ma Henriette viene rapita, e la cieca Louise cade nelle grinfie di una arpia che la costringe a mendicare. Vi è naturalmente un lieto fine, e il Bene trionfa sul Male.
Questa edizione, con traduzione e introduzione di Guido Davico Bonino, ci restituisce con forza narrativa il celebre dramma, che ha avuto oltre quarantamila repliche in centinaia di allestimenti e più di una decina di adattamenti cinematografici in tutto il mondo, tra cui il celebre Orphans of the Storm di D. W. Griffith.
«Dopo una serata tristissima e dopo una notte quasi insonne, sono uscito stamane di casa alle nove e sono andato a vedere se tra la posta di quell’ora ci fosse la lettera desiderata ed aspettata con una così terribile ansietà. Non c’era», scrive un disperato Gabriele D’Annunzio a Barbara Leoni, e continua: «Se alle cinque non arrivasse la lettera? Se io rimanessi tutto il giorno senza sapere nulla di te? Sarebbe orribile. Io non ci posso pensare senza terrore.»
Le lettere del passato ci parlano d’amore in modi e toni spesso diversi dai nostri. Hanno presupposti ormai a noi sconosciuti: la distanza, il segreto, l’attesa. Per gli amanti lontani è il tentativo di mantenere vivo un legame sfidando i chilometri e i tempi lunghi delle poste; per gli amanti vicini la lettera è invece il luogo in cui si confessano le paure, i bisogni, ciò che un tempo a voce spesso non si poteva dire. Per entrambi, vicini e lontani, dilatava con dolcezza i ritmi della comunicazione e quelli propri dell’amore.
Di fronte alla pagina bianca, l’amore epistolare si concretizzava in parole capaci di tracciare ogni fase del rapporto, ogni sfumatura di un sentimento complesso e mutevole. Ci sono lettere che raccontano l’amore coniugale, a volte illuminandone le crepe in superficie; altre ci parlano di un amore che si ferma sulle soglie dell’amicizia, sublimandosi in stima e rispetto; ci sono poi quelle infiammate di passione o avvelenate dalla gelosia, quelle dolorose della rinuncia, dell’abbandono, del distacco. Ciascuna è unica e singolare, rivelatrice: il prodotto inimitabile dell’incontro di due vite.
Guido Davico Bonino ci guida fra i meccanismi del sentimento amoroso sfruttando lo sterminato patrimonio di lettere di grandi personaggi italiani: nomi celebri come Luigi Pirandello, Giacomo Leopardi e Grazia Deledda o meno noti ma preziosi come Andrea Calmo e Cassandra Fedele, lettere di scrittrici e scrittori ma anche di politici e partigiani, compositori, cantanti e pittori.
La sera, dopo un'intensa giornata di studio o di lavoro, abbiamo spesso il desiderio di leggere per svagarci, per rilassarci, per viaggiare con il pensiero. "Il libro della sera", con la guida di Guido Davico Bonino, ci conduce in un percorso di letture che ci tiene compagnia per tutte le sere dell'anno: dal 1° gennaio al 31 dicembre, passi tratti da capolavori di ogni tempo e paese, dai più celebri ai più singolari. Un vero e proprio viaggio nell'anima dell'uomo, senza limiti di luogo, attraverso le parole di poeti e pensatori, giornalisti e scienziati, filosofi e politici, per tornare su passi noti e prediletti e scoprirne di nuovi e insoliti.
Fra il 1518 e il 1520 Machiavelli, condannato al confinio e all'inattività politica nel podere dell'Albergaccio a Sant'Andrea in Percussina, scrisse la "Mandragola", capolavoro del teatro rinascimentale. Dall'alto della sua esperienza di diplomatico, osservatore privilegiato ed esterno della vita di città, Machiavelli gettò uno sguardo acuto sulla società fiorentina: la descrisse in una commedia amara, che facesse ghignare e riflettere. I personaggi che a Firenze si incontrano, gli sposi Nicia e Lucrezia, l'astuto Ligurio, il cupido Callimaco, sono privi di determinazione morale o ideale, pronti all'inganno per raggiungere i propri scopi: ciò che importa è la soddisfazione prepotente degli istinti, vivi negli uomini antichi come nei contemporanei. Una commedia arguta e vivace, apprezzabile oggi da tutti i lettori grazie alla traduzione in italiano moderno di Guido Davico Bonino.
Un libro-scrigno che raccoglie l'effusione amorosa di uomini e donne di cinque continenti; un libro-talismano per la persona amata, il parente prediletto, il fido amico; un libro-viatico per tanti giovani, che non arrossiscono nel sentirsi coinvolti, giorno dopo giorno, nei tremori, nelle speranze, nelle illusioni d'amore, "quell'antico e crudelissimo Iddio..."
Questa antologia ripercorre sette secoli di poesia italiana nel solco dell'ispirazione amorosa. Gli esemplari poetici qui raccolti sono tratti dal corpus di novanta poeti, dalla scuola siciliana alla poesia simbolista e crepuscolare. Un'antologia che si presenta come uno scrigno per contenere una "scelta di fiori" della poesia d'amore. Composta secondo i più rigorosi criteri filologici, la raccolta privilegia tuttavia "l'ascolto" della parola poetica da parte del lettore e il piacere che saprà trame. Attraverso la lirica sono percorse le infinite sfaccettature del sentimento amoroso: dalla donna-angelo cara allo stilnovismo alla impudente aggressività di Cecco Angiolieri; dall'angoscia di Ariosto per un amore sempre più illusorio e precario al raffinato erotismo dei poeti barocchi; dallo sgomento di Leopardi alla segreta inquietudine di Carducci. Questo viaggio nella tensione del trasporto amoroso condurrà il lettore alla scoperta di piccoli capolavori nascosti e alla sorprendente rilettura di grandi classici della poesia italiana, fino alla "crisi" poetica del primo Novecento, alla "crisi" della donna fatale e dannunziana, all'amore di Guido Cozzano per cameriste e cocottes.
In questa antologia Guido Davico Benino propone due dozzine di racconti sul Doppio, ciascuno preceduto da una nota critica che funge da "invito alla lettura". Si spazia dai tedeschi (Hoffmann, Kafka) ai russi (Gogol'), dagli inglesi (Stevenson, Conrad, Wells, Woolf) ai nordamericani (Hawthorne, Poe, James), dai francesi (Gautier, Maupassant) ai sudamericani (Quiroga, Borges, Ocampo, Cortázar). E non mancano gli italiani: Papini, Tarchetti, Pirandello, Bontempelli e Savinio. Una antologia di racconti su un tema che ha affascinato filosofi e psicanalisti, ma che soprattutto ha stimolato, dalla metà dell'Ottocento a oggi, i più grandi narratori moderni.
La fine di un amore raccontata dalla parole del secolo romantico da venticinque narratori italiani, scelti da Guido Davico Bonino. Vi spiccano autori romantici e postromantici come Nievo, Fogazzaro, De Marchi; gli scapigliati Boito, Tarchetti, Dossi; i realisti o "naturalisti" Capana, Verga, De Roberto, Di Giacomo; sino agli "eversori" Svevo, Pirandello, D'Annunzio, Tozzi. L'antologia offre una particolare attenzione al punto di vista delle donne, che della separazione offrono una prospettiva coraggiosamente inedita: Neera, Marchesa Colombi, Contessa Lara, Matilde Serao, Grazia Deledda.
Tutto il teatro in un libro. Più di mille trame immortali, raccontate atto per atto. Un volume che racchiude in sé la storia di un'arte: i personaggi e gli intrecci, le battaglie e gli amori, gli intrighi, i lieti fini e le tragedie, i risvolti psicologici e la critica sociale. Il mondo moderno e contemporaneo che rappresenta se stesso quando si fa silenzio in sala e si leva il sipario.