Se la coscienza non può essere spiegata dalla fisica e dalla biologia nella loro forma attuale, e se la mente è un prodotto dell'evoluzione biologica, "allora", afferma Nagel,"la biologia non può essere una scienza puramente fisica". Convinto del fallimento della concezione materialistica della natura, che non spiega i tratti fondamentali del nostro mondo connessi con la mente (coscienza, intenzionalità, significato, valori), Nagel sostiene la necessità di rileggere l'intera storia dell'evoluzione assumendo la centralità dei fenomeni mentali e coscienti, governati da principi che, nella loro forma logica, sarebbero teleologici piuttosto che meccanicistici. La visione riduzionistica del mondo, che pone la materia a fondamento di tutta la realtà, è ancora molto diffusa. Riconoscerne i limiti - è questo il senso della proposta di Nagel - rappresenta il primo passo nella ricerca di possibili alternative.
Questa nuova traduzione delle "Ricerche logiche" porta nelle librerie (a diciott'anni dalla prima, dell'editore bolognese Calderini) i tre saggi che il logico tedesco scrisse dopo il fallimento del suo progetto di fondazione logica della matematica. Essa è corredata da un'espositiva premessa del curatore Michele di Francesco e da una breve introduzione di Michael Dummett (tradotta da Luca Bonatti), uno dei maggiori interpreti del pensiero fregeano. Dei tre: saggi - "Il pensiero", 1918; "La negazione", 1918; "Le connessioni di pensieri", 1923 - quantomeno il primo è da considerarsi un classico della filosofia novecentesca. Unanimemente la critica vede in queste tarde produzioni di Frege il tentativo di salvare il salvabile dalla crisi del programma logistico in filosofia della matematica dando così indirettamente un'immagine di Frege impegnato in battaglie difensive. Invece "Il pensiero" è probabilmente il più duro attacco che egli abbia mai mosso alle posizioni psicologistiche in logica, in matematica ed in epistemologia. Con esso Frege consegna alla filosofia del linguaggio un concetto di "proposizione" (questo intendeva con "pensiero") del tutto ripulito dalle accezioni dogmatiche di derivazione scolastica che ancora lo incrostavano. Un'intera stagione della riflessione filosofica sul linguaggio, talvolta senza neppure sospettarlo, si è stabilita su basi fregeane, vale a dire su stipulazioni e tesi che troviamo espresse in queste tre brevi ricerche.