In linea di continuità con la riflessione sviluppata nei due precedenti volumi, "Oltre le religioni" e "Il cosmo come rivelazione", gli autori di "Una spiritualità oltre il mito", tra i maggiori rappresentanti della nuova teologia di frontiera, si rivolgono a tutti coloro che vivono una tensione ormai insostenibile tra la fede tradizionale e l'appartenenza a una società radicalmente nuova, caratterizzata dalla crescita esponenziale delle conoscenze. L'attuale e profonda ricerca di spiritualità, secondo gli autori, trova una risposta più convincente nelle nuove scienze - cosmologia, meccanica quantistica, scienze della mente - che nelle religioni tradizionali; più nella grandiosa epopea del cosmo come «storia della materia che si risveglia» che nel racconto della salvezza proprio della tradizione cristiana. Ed è quanto viene sottolineato a più riprese nel libro, ponendo l'accento sulla riscoperta della «Realtà Cosmica Sacra Totale di cui siamo parte» (Vigil), sulla «necessità vitale di una spiritualità dalle radici profonde come gli impulsi insondabili che ispirano lo sviluppo evolutivo dell'universo» (Molineax), sul «passaggio dall'insistenza sul progetto umano all'attrazione verso il progetto della Terra» (Ress), sul «recupero del senso della sacralità della Terra e di tutti coloro che la abitano» (Fox). E se è proprio all'incompatibilità tra le due visioni che si deve il modo schizofrenico in cui tante persone, figlie allo stesso tempo della scienza e della fede, vivono la loro duplice appartenenza, è urgente trovare indicazioni precise per una rielaborazione del patrimonio simbolico religioso, così da riconciliarlo con un mondo che sta drasticamente cambiando, riunificando il cuore diviso dell'umanità. Prefazione di Francesco Comina.
Con la rivoluzione innescata dalle nuove conoscenze sull'universo, per la teologia il dialogo con la scienza non è più una scelta, ma una necessità. In questo libro gli autori - di prestigio internazionale, provenienti dall'Europa e dall'America del Sud - esprimono tutti la necessità di una nuova visione della natura e del cosmo, di una nuova immagine di Dio e di noi stessi, di una nuova spiritualità. Lo fanno in relazione a quel paradigma post-religionale su cui è centrato il precedente volume "Oltre le religioni. Una nuova epoca per la spiritualità umana" (Gabrielli 2016) di cui questo rappresenta idealmente un seguito e un approfondimento. "La fine del conflitto - Se, da Galileo in poi, il rapporto tra scienza e fede è stato quantomeno problematico - tra aperti conflitti, tregue più o meno prolungate e persistente diffidenza reciproca - oggi questo lungo braccio di ferro sembra non avere più senso. Come evidenzia Vigil , «in materia "scientifica", solo la scienza ha una parola da dire. La spiritualità, senza pretendere di possedere verità immutabili provenienti da una fonte esterna, si richiamerà precisamente al contributo della scienza». E se, come sosteneva Max Plank, «la scienza non può risolvere il mistero ultimo della natura», perché, «in ultima istanza, noi stessi siamo parte del mistero che cerchiamo di risolvere» , la sua visione può senz'altro aiutare la teologia a purificare l'immagine di Dio e la sua relazione con il mondo, aprendo alla sua riflessione un meraviglioso ventaglio di nuove possibilità." (Dalla Presentazione di Claudia Fanti)
È dedicato al tema del post-teismo, colonna vertebrale del nuovo paradigma definito post-religionale, il quarto volume della serie "Oltre le religioni". È il tema del superamento dell'immagine di Dio come un essere dal potere soprannaturale e dai tratti antropomorfi e patriarcali, onnipotente e onnisciente, creatore, signore e giudice, che dimora al di fuori di questo mondo imperfetto e passeggero ed esercita il suo governo su di noi intervenendo "miracolosamente" nel dominio della natura. Con tutto ciò che tale superamento comporta rispetto ai dogmi della tradizione cristiana, anche cristologici. Ma, come indicano gli autori e le autrici di questo libro, la rinuncia definitiva all'immagine di un Dio trascendente, provvidente e personale non comporta di per sé il passaggio all'ateismo, configurandosi piuttosto come il punto di partenza di una ricerca spirituale svincolata da ogni pretesa di verità e da ogni appartenenza che non sia quella alla nostra casa comune e alla nostra comune umanità.