La Riforma del XVI secolo è, fondamentalmente, un poderoso sforzo di alfabetizzazione bi-blica del popolo cristiano: i Riformatori vogliono aiutare i membri della chiesa di Cristo a maturare una fede personale adulta, responsabile, critica. L'Enchiridion, o Piccolo Catechi-smo, e il Catechismo tedesco o Grande Catechismo, entrambi del 1529, sono concepiti in questa prospettiva. Il Piccolo Catechismo, mediante un vigoroso impegno di sintesi, e un'architettura interna as-sai curata, presenta in poche pagine quello che un cristiano o una cristiana devono sapere: i Comandamenti, il Credo, il Padre nostro, il significato del battesimo, della confessione dei peccati e della Cena del Signore. Pochi testi come questo hanno contribuito a plasmare la fe-de evangelica e a diffonderla non solo in Germania ma in Europa. Già nel xvi secolo venne tradotto in molte lingue compresa quella italiana. La presente è la seconda edizione aggiornata con l'aggiunta del testo originale tedesco a fronte. Inoltre il testo dell'Enchiridion è corredato dall'aggiunta del Libretto sul matrimonio e del Libretto sul battesimo, qui presentati in italiano per la prima volta.
La Riforma del XVI secolo è, fondamentalmente, un poderoso sforzo di alfabetizzazione biblica del popolo cristiano: i Riformatori vogliono aiutare i membri della chiesa di Cristo a maturare una fede personale adulta, responsabile, critica. L'Enchiridion, o Piccolo Catechismo, e il Catechismo tedesco o Grande Catechismo, entrambi del 1529, sono concepiti in questa prospettiva. Il Grande Catechismo costituisce una riflessione articolata sui Comandamenti, il Credo, il Padre nostro, il significato del battesimo, della confessione dei peccati e della Cena del Signore, e dunque espone in forma organica il pensiero di Lutero sugli elementi centrali della fede cristiana. Nel 1555, Olimpia Morato, nobildonna italiana di sentimenti evangelici, chiedeva a Pier Paolo Vergerio di tradurre il libro in italiano, ritenendo che potesse essere di grande utilità «ai nostri italici, specialmente alla gioventù». Vergerio non poté esaudire la richiesta. Quella che qui presentiamo è la prima traduzione del Grande Catechismo in lingua italiana. La presente è la seconda edizione aggiornata con l'aggiunta del testo originale tedesco a fronte.
Gli Architorti sono un quintetto d'archi di formazione classica che fa capo al violoncellista Marco Robino. Dopo le rivisitazioni trasversali cui gli Architorti ci hanno abituati, il quintetto d'archi propone una raccolta di musiche risorgimentali, in primis di Verdi e di Mameli e canti popolari ottocenteschi del Nord e Sud Italia. Concludono il CD il canto degli alpini Monte Nero e Bella ciao.
La Riforma del cristianesimo latino, di cui nel 2017 si sono ricordati i 500 anni, fu un evento epocale: innescata da un'esigenza autenticamente e primariamente religiosa, generò sommovimenti che toccarono ogni ambito dell'esistenza degli uomini e delle donne del tempo e riconfigurarono, in tappe successive, non solo la storia europea ma quella mondiale. I saggi qui raccolti investigano aspetti di grande rilevanza per la vita vissuta dei fedeli, dai riti collettivi della liturgia all'esperienza ultima e individuale della morte, passando per esperienze traumatiche quali la guerra e la schiavitù. Che hanno da dire le diverse confessioni cristiane in questi casi? Esiste una continuità di atteggiamenti? Quali le convergenze e perché, in certi casi, si prendono posizioni diverse? Si indagano le pratiche del quotidiano, senza trascurare l'azione dell'élite intellettuale, in un confronto aperto e rigoroso promosso da tre diverse istituzioni accademiche di Roma: la Sapienza Università di Roma, la Facoltà Valdese di Teologia e il Pontificio Ateneo Sant'Anselmo.
Nata dalle sollecitazioni della rivista americana “The Christian Century”, questa breve autobiografia di Karl Barth – tre decenni di vita e pensiero dal 1928 al 1958 – è corredata da un Prologo e un Epilogo che la inquadrano nell’insieme del percorso esistenziale e teologico dell’autore, dalla formazione all’ultimo decennio di vita, facendone un’introduzione semplice ed efficace al teologo probabilmente più significativo del secolo scorso.
Pubblichiamo questo volumetto anche come piccolo contributo alle celebrazioni barthiane del 2019: centenario della pubblicazione della prima versione del commento all’Epistola ai Romani e cinquantesimo anniversario della morte del teologo (10 dicembre 1968).
Nel 1938, la rivista americana “The Christian Century” chiese a Karl Barth (1886-1968) un resoconto dell’evoluzione del suo pensiero nel decennio appena trascorso. La richiesta fu ripetuta nel 1948 e nel 1958: ne risultò un agile e interessante autoritratto del grande teologo nella fase centrale del suo percorso. Accompagnato da un sintetico apparato critico, esso costituisce una delle fonti principali per la ricostruzione di alcuni aspetti dell’evoluzione della teologia di Barth, ma anche un documento umano e letterario di notevole interesse: dall’insegnamento universitario alla politica, senza dimenticare gli aspetti privati e familiari, le dimensioni di un’esistenza ricca di sfaccettature sono tratteggiate con piglio energico e senso dell’umorismo.
La celebrazione – nel 1933 – del 450° anniversario della nascita di Lutero viene strumentalizzata dal regime nazista attraverso la presentazione del Riformatore quale ardente nazionalista, precursore di Hitler. Il teologo svizzero Karl Barth interviene nel dibattito con un’interpretazione diametralmente opposta: Lutero è un dottore della chiesa e un interprete della Bibbia, la Riforma è una testimonianza rinnovata dell’evangelo, una critica profetica di ogni idolatria.
La conferenza Riforma come decisione, che Karl Barth tenne a Berlino di fronte a migliaia di persone nel 1933 – anno in cui Hitler divenne Cancelliere del Reich – culmina nell’appello: «Resistenza!». Si tratta, per il teologo svizzero, della resistenza della fede autentica di fronte a un cristianesimo nazistoide, cioè di una resistenza teologica. La parola, tuttavia, non poteva non ricevere, nella Germania di quell’anno, un evidente significato politico, che non sfuggì ai cronisti né, tantomeno, alla Gestapo: nel suo rigore teologico, il pensiero di Barth manifesta infatti, con rara efficacia, il potenziale critico del messaggio biblico riscoperto con forza dalla Riforma.
Completano il volume due brevi scritti dedicati a Lutero, professore e predicatore contrapposto all’«Ercole germanico» della chiesa asservita al regime, e una reazione giornalistica del tempo.
Una breve raccolta di alcune delle vivaci conversazioni informali alla tavola di Martin Lutero e sua moglie, Katharina von Bora, con colleghi, collaboratori e allievi del riformatore su temi quali la teologia, l'attualità politica, l'accademia e la vita quotidiana. Non di rado ne emerge un Lutero «fuori onda», diretto, a tratti violento e persino volgare, in ogni caso molto umano, che ne integra e arricchisce l'immagine complessiva. «La tavola di Lutero doveva essere un luogo interessante: vi si incontravano alcuni dei suoi più stretti collaboratori - da Filippo Melantone a Johannes Bugenhagen e Justus Jonas - oltre agli studenti che vivevano nella sua casa. Dopo la morte del riformatore, oltre alle discussioni e, in particolare, alle affermazioni di Lutero, i "Discorsi a tavola" vennero a includere ampliamenti, collegamenti con dichiarazioni nate in altri contesti e catalogazioni per argomento, fino a occupare sei volumi dell'edizione critica della sua opera. Note per la loro vivacità e la capacità di restituire, talvolta in termini molto netti, aspetti quotidiani, personali e di pensiero del grande teologo, queste conversazioni costituiscono un testo di notevole interesse che, se non può costituire la fonte esclusiva né principale per la conoscenza del riformatore, è di indubbio arricchimento per il lettore». (Fulvio Ferrario)
Lutero, uomo di preghiera
L'evangelo della grazia come esperienza vissuta
"Dobbiamo dunque sapere che ogni nostro scudo e difesa risiede soltanto nella preghiera"
Martin Lutero era un uomo di preghiera, il che non costituisce un elemento secondario della sua biografia né della sua opera di teologo. Egli ha lasciato diversi piccoli manuali di preghiera, uno dei quali dedicato "al suo barbiere", ma soprattutto ha composto preghiere: molto semplici, incentrate sulla fiduciosa richiesta del figlio al Padre, animate da una fede consapevolmente infantile nel senso evangelico del termine.
La scelta di preghiere di Lutero qui proposta intende mostrarne l'utilità nell'esperienza di fede delle cristiane e dei cristiani d'oggi. L'evangelo della grazia predicato dalla Riforma non è, infatti, una dottrina teologica bensì un'esperienza vissuta, e la preghiera è il luogo eminente nel quale la parola "grazia" diviene realtà.
Dobbiamo dunque sapere che ogni nostro scudo e difesa risiede soltanto nella preghiera. Che cosa, infatti, credi che avrebbe fin qui prodotto qualcosa di grande, evitato o sconfitto i piani e le intenzioni, l'assassinio e la ribellione dei nostri nemici, se la preghiera di alcune persone pie non si fosse posta dalla nostra parte come un muro d'acciaio?(Martin Lutero)
Questa la reazione di Karl Barth agli sconvolgimenti politici ed ecclesiali dei primi mesi della dittatura hitleriana. Un professore che si chiude nella sua accademica torre d'avorio? Così hanno pensato in molti, ma a torto. Teologia, qui, è un grido di battaglia e di libertà, un cammino di lotta che sfocerà nella Dichiarazione teologica di Barmen, uno dei documenti più luminosi del cristianesimo del Novecento.
Attraverso un poderoso sforzo di sintesi, Lutero presenta in poche pagine i lineamenti fondamentali della fede cristiana, come un cristiano o una cristiana che vivano la propria fede in modo responsabile devono conoscerli. Pochi testi come questo hanno contribuito a plasmare e diffondere la fede evangelica, dapprima in Germania, poi nel mondo intero. Un capolavoro teologico e letterario, un classico della spiritualità cristiana, in ogni tempo: anche e proprio nella nostra epoca secolarizzata.