«La bellezza è discesa dal cielo per salvarci» aveva scritto Platone. «La bellezza salverà il mondo» confermano Dostoevskij, Solov'ev ed Evdokimov. Tutti sono d'accordo, anche oggi, sull'importanza della bellezza. In questo libro, lo stesso Evdokimov intraprende un lungo viaggio attraverso le avventure dell'arte moderna, fino a scoprire che la radice dell'esistenza umana è abitata dal desiderio di trascendere ogni limite: ebbene, la bellezza e le sue rappresentazioni sono i fragili custodi di questo insopprimibile anelito. La domanda di fondo, però, rimane: chi libererà la bellezza da coloro che vogliono impadronirsene a scopo di potere, di ricchezza, di dominio sull'altro? Solo l'esperienza della bellezza nella sua forma assoluta - è la risposta del grande pensatore russo - ossia solo l'esperienza indicibile (e irrappresentabile) di Dio può restituire alla bellezza il suo splendore originario e l'anelito che da essa viene. Il detto e il non detto, il mostrato e l'inseguito, la forma e il simbolo aprono e apriranno sempre gli spazi per la ricerca della verità da parte dell'umano. L'icona della tradizione ortodossa, con la sua arte, si presenta come la perfetta realizzazione di questo tentativo di "liberazione della bellezza". Un testo classico per riscoprire lo splendore del vero e la bontà del bello.