Il Trattato di psichiatria di Eugen Bleuler conosce da quasi un secolo un'ampia diffusione (testimoniata dalla sua traduzione in una decina di lingue) e ancor oggi in Germania costituisce uno dei testi di studio per gli studenti dei corsi di Psichiatria generale. Propone una sistematizzazione del sapere psichiatrico con l'intento di unificare, sotto il profilo metodologico, due approcci spesso distinti nella pratica clinica: quello "statico", scientifico-osservativo - orientato alla classificazione delle patologie e all'analisi della loro incidenza statistica presso la popolazione, secondo un modello maggiormente prossimo a quello delle scienze naturali - e quello "dinamico" ed "esistenziale", in cui l'accento è posto sulle interazioni tra individuo e ambiente. Il Trattato è qui proposto secondo la quindicesima edizione, stabilita nel 1982 dal figlio dell'autore, Manfred Bleuler (1903-1994), che ha provveduto, nel corso degli anni, avvalendosi di un qualificato staff di collaboratori, ad aggiornarlo secondo le più recenti risultanze della scienza clinica e diagnostica.
Nel 1919, Eugen Bleuler, che già aveva pubblicato un fortunato Trattato di psichiatrìa, decide di dare alle stampe questo pamphlet destinato a creare scompiglio nella classe medica (e non solo). Secondo lo psichiatra svizzero la lotta che da sempre l'umanità ha ingaggiato contro le malattie e la morbilità è il correlato del tentativo, anche questo millenario, di volgere a proprio favore il destino avverso. Nasce così un pensiero che, rinunciando all'esercizio della critica logica e a un controllo rigoroso dei risultati nella realtà, spesso è analogo a quello che si riscontra nello schizofrenico autistico: il «pensiero autistico-indisciplinato». La medicina è tutt'altro che estranea all'esercizio di questo «pensiero autìstico». Il desiderio di aiutare chi soffre induce infatti il medico a "tentare" ogni via di soluzione, anche se palesemente inutile: l'esigenza di non privare il paziente della convinzione di poter fare ancora qualcosa contro il suo male porta spesso la scienza medica a una sottovalutazione dei limiti del suo operare. Una lezione attuale ed efficace ancora oggi.
Un'opera fondamentale e di grande respiro in cui si rinvengono i germi del cattolicesimo liberale. L'opera che in maniera organica presenta il pensiero di Rosmini suscitò grande eco ai suoi tempi e trovò calorosa accoglienza presso gli ambienti liberali. Scientificamente riveste un alto valore, per il suo carattere sistematico e per la trattazione strettamente logica dell'argomento, tutto formulato attraverso deduzioni concettuali. Il diritto come Rosmini spiega in Filosofia del diritto (1841-45) - ha come suo fondamento la persona, perché "la persona dell'uomo è il diritto umano sussistente, quindi anche l'essenza del diritto".
Eugen Bleuler (1857-1939), uno dei più importanti psichiatri europei del Novecento, presenta in questo scritto una difesa del metodo psicanalitico non trascurando tuttavia alcuni rilievi critici. In forma autonoma rispetto alla gran parte della letteratura scientifica del suo tempo, Bleuler offre una lettura e una interpretazione spassionata delle teorie freudiane dimostrando di saperne recepire gli elementi di novità alla luce di una più complessiva proposta di etica clinica e di "alleanza terapeutica" tra medico e paziente. La pubblicazione, per la prima volta in italiano, di questo saggio a cento anni dalla sua apparizione in tedesco intende rivalutare la profondità e l'originalità interpretativa di uno psichiatra che ricostruzioni storiografiche unilaterali hanno talora ingiustamente inteso come mero esponente di una psichiatria repressiva.
In prima edizione italiana un'opera fondamentale e di grande respiro in cui si rinvengono i germi del cattolicesimo liberale. L'opera che in maniera organica presenta il pensiero di Rosmini suscitò grande eco ai suoi tempi e trovò calorosa accoglienza presso gli ambienti liberali. Scientificamente riveste un alto valore, per il suo carattere sistematico e per la trattazione strettamente logica dell'argomento, tutto formulato attraverso deduzioni concettuali. Il diritto - come Rosmini spiega in "Filosofia del diritto" (1841-45) - ha come suo fondamento la persona, perché "la persona dell'uomo è il diritto umano sussistente, quindi anche l'essenza del diritto". In prima edizione italiana. Il presente volume è il secondo di quattro tomi.
Jan Assmann e la "distinzione mosaica", a cura di Roberto Celada Ballanti e Francesco Ghia. Sezione monografica: R. Celada Ballanti - F. Ghia, Presentazione; E. Colagrossi, Nota bio-bibliografica su Jan Assmann; E. Colagrossi, Nessun altro nome. Origine e natura della "distinzione mosaica"; R. Celada Ballanti, La modernità e la revoca della "distinzione mosaica"; F. Ghia, Una rinnovata "liquidazione" della teologia politica. Note a margine su Assmann; G. Bonola, Rivelazione, monoteismo e violenza. Variazioni con controcanto su temi di Jan Assmann; G. Cunico, L'uno che non divide e non esclude. Spunti a commento di Jan Assmann; I. Tonelli, Ermeneutica della traduzione e monoteismo inclusivo. Spinoza e lo spinozismo nell'interpretazione di Jan Assmann. M. F. Petraccia, Lo spazio geografico nella religione romana e in quella ebraico-cristianaG. Zamagni, La Risala sui monoteismi. Un ricordo di Pier Cesare Bori.