Il Messaggio di papa Francesco per la 55a Giornata mondiale delle comunicazioni sociali si rivolge a due diversi destinatari. Il richiamo a «consumare le suole delle scarpe» risuona come un appello etico ai professionisti della comunicazione, per una rinnovata consapevolezza delle proprie responsabilità e del proprio compito. Ma ogni credente viene chiamato a «venire e vedere», a distinguere la comunicazione in senso profondo dalla semplice interazione. Le riflessioni e gli strumenti presentati in questo volume mettono in campo suggestioni ed esperienze di condivisione, buone pratiche comunicative per accompagnare il territorio e per un uso pastorale del Messaggio. Papa Francesco «Vieni e vedi» (Gv 1,46) Comunicare incontrando le persone dove e come sono Vincenzo Corrado - Pier Cesare Rivoltella, Introduzione Commenti di: Vincenzo Corrado, Chiamati a nuove forme di prossimità Natasa Govekar, La sacralità dell'incontro Valentino Bulgarelli, Vieni e vedi Domenico Quirico, Non c'è giornalismo senza condivisione Unione cattolica stampa italiana, Grazie al coraggio di tanti giornalisti Ruggero Eugeni, Opportunità e insidie del Web Pier Cesare Rivoltella, Educare al senso critico nella società del codice Strumenti per l'uso pastorale del Messaggio di: Domenico Beneventi, Stefania Careddu, Alessandra Carenzio, Elisa Farinacci, Eleonora Mazzotti, Sergio Perugini, Marco Rondonotti.
La storia dell’umanità viene raggiunta dall’amore di Dio con l’incarnazione del Verbo. Cristo, da un lato, assume la storia dell’umanità, dall’altro si lascia plasmare da essa.
Così la nostra storia comincia a trasfigurarsi nella storia della salvezza. Attraverso la pasqua, Cristo ritorna alla gloria del Padre come la vita senza tramonto, coinvolgendo anche noi nel suo passaggio. La cripta che accoglie il corpo di san Pio è uno spazio della luce di Cristo, luce della santità e della fedeltà perenne di Dio, che vorrebbe richiamare alla memoria di ogni battezzato la sua vera patria: il cielo. A partire dalla tomba vuota e dal soffio che Cristo trasmette agli apostoli, le immagini della cripta, accompagnate da brevi commenti teologico-spirituali e citazioni patristiche e liturgiche, ci introducono a contemplare il mistero della nostra vita in Cristo.
In questo libro padre Rupnik condivide la sua ricca esperienza di artista, teologo e padre spirituale, concentrando le sue riflessioni sul legame tra arte, fede e vita. Perché l'arte si è spostata dal santuario nella galleria e quale è la via della sua riconciliazione con la fede? Quali criteri si possono tracciare per l'arte liturgica oggi e come è possibile formare gli artisti per un'arte sacra? Come creare per la Chiesa a partire dalla Chiesa e come attingere dalla visione escatologica per una vera creatività cristiana? Quale rapporto hanno l'artista e il credente con la materia del mondo e come accogliere la rivelazione del Volto del Signore? Oggi, infatti, più che mai diventa urgente il recupero di un nesso organico tra l'arte, la liturgia e il contenuto della fede. L'arte liturgica fa parte integrante dello spazio in cui si celebra la liturgia. Non può pertanto essere semplicemente decorazione, ma è elemento costitutivo della liturgia. La liturgia è un'articolazione della vita interiore e della santità della Chiesa. Per questo l'edificio ecclesiale non può mai essere pensato come qualcosa di statico, piuttosto come qualcosa di vivo. Le arti esprimono questo dinamismo spirituale divino-umano, orientando la Chiesa con tutte le energie verso il punto vivificante che è l'amore trinitario comunicatoci in Cristo. Queste e altre questioni si aprono in questa intervista, dove la riflessione teologica si intreccia con il racconto in prima persona.