Il pensiero di Maréchal si può definire "inattuale" nel senso che a questa parola ha dato lo stesso Heidegger: lascia un solco nella storiografia ciò che ha la forza di mettere in discussione sia la tradizione sia il presente. La distanza critica è proprio quella che consente di mettere a fuoco l'oggetto di indagine nella sua essenzialità: nell'approccio dello studioso belga, l'originale ripresa del tomismo si radica nel confronto fra l'istanza metafisica - divenuta problematica nel Novecento - e la proposta trascendentale di Kant. Una prospettiva che getta nuova luce sull'uomo, al suo incrocio col Mistero, ma anche sul principio della ragione, che pone il senso del "limite". In questo testo, tradotto per la prima volta in italiano, il limite della ragione è appunto la mistica, di cui si indagano le condizioni di possibilità, l'essenza, la dimensione cristiana e quella fenomenologica, costituita da esperienze vissute come l'estasi. La mistica si offre qui a uno studio razionale dove la questione dell'essere, come fondamento metafisico, va congiunta alla logica: è questo il fulcro della dimensione psicologica dei mistici, che si dà nell'unità di intelletto e volontà.