Le "Epistulae morales ad Lucilium" rappresentano l'espressione più matura della riflessione filosofica di Seneca. Si tratta di una raccolta di 124 lettere indirizzate all'amico e discepolo Lucilio, composte durante gli anni di ritiro dalla vita pubblica tra il 62 e il 65 d.C. Con una scrittura raffinata e uno stile decisamente nuovo rispetto a quello più ampolloso di Cicerone, le Lettere rappresentano uno straordinario documento del sentimento drammatico dell'esistenza. Partendo da problematiche di vita quotidiane, egli affronta argomenti di diversa natura, mettendo in luce le incertezze e le contraddizioni che lacerano ogni uomo e indicando, lettera dopo lettera, il cammino verso la libertà interiore e la virtù.
Questo codice penale in formato minor giunto alla sua XXXIII edizione viene dato alle stampe per offrire uno strumento di studio e/o lavoro sempre aggiornato e coordinato con le norme penalistiche più attuali. Questa edizione, tra l'altro, tiene conto dei recentissimi interventi di depenalizzazione (D.Lgs. 15 gennaio 2016, n. 8) e di abrogazione di reati e introduzione di illeciti con sanzioni pecuniarie civili (D.Lgs. 15 gennaio 2016, n. 7). Il lavoro, completato da una mirata selezione di norme speciali (aborto, collaboratori di giustizia, crimine organizzato transnazionale, depenalizzazione, doping, giudice di pace, indulto, maltrattamento di animali, privacy, prostituzione, stupefacenti, terrorismo, usura), offre una panoramica completa ed aggiornata della disciplina penalistica per venire incontro alle esigenze di quanti, operatori del diritto e/o studenti, vogliano poter consultare la normativa penale in un formato pratico e maneggevole. Un dettagliato indice analitico-alfabetico, accanto ad un puntuale indice cronologico, chiude il volume consentendo un immediato reperimento delle norme.
L'opera è aggiornata con: L. 16 aprile 2015, n. 47 (Misure cautelari personali); D.L. 18 febbraio 2015, n. 7 conv. in L. 17 aprile 2015, n. 43 (cd. Decreto Antiterrorismo).
"Nella Roma repubblicana l'oratoria era il sapere più strettamente legato alla politica: riflettere sulla pratica oratoria e sulla fisionomia dell'oratore significava quindi intervenire in un campo di problemi intrecciato e in parte sovrapposto all'ambito della politica. Occuparsi della formazione dell'oratore, in particolare, equivaleva a occuparsi della formazione del cittadino romano nel senso più pieno: il modello di oratore ideale che il 'De oratore' si propone di delineare coincide perciò con quello del cittadino (e uomo di governo) ideale. Cicerone affrontò questo tema nel 55 a.C., in un momento in cui, parallelamente alla grave crisi delle istituzioni repubblicane, anche i modelli culturali tradizionali erano in discussione, e saperi specializzati e professioni tecniche emergevano a minaccia di quella cultura unitaria la cui difesa è uno degli obiettivi dell'opera."