Negli ultimi anni, il significato attribuito alla vecchiaia e alle persone anziane, ha subito una trasformazione storicamente singolare. Per la prima volta, in Germania e in Svizzera, il numero di individui professionalmente attivi di età matura, 50-64 anni, ha superato quello dei lavoratori più giovani. In diversi paesi, il numero di abitanti ultrasessantenni aumenta sempre di più, basti pensare al Giappone, in cui questa fetta di cittadini ammonta ad un terzo della popolazione complessiva.
"Nella Roma repubblicana l'oratoria era il sapere più strettamente legato alla politica: riflettere sulla pratica oratoria e sulla fisionomia dell'oratore significava quindi intervenire in un campo di problemi intrecciato e in parte sovrapposto all'ambito della politica. Occuparsi della formazione dell'oratore, in particolare, equivaleva a occuparsi della formazione del cittadino romano nel senso più pieno: il modello di oratore ideale che il 'De oratore' si propone di delineare coincide perciò con quello del cittadino (e uomo di governo) ideale. Cicerone affrontò questo tema nel 55 a.C., in un momento in cui, parallelamente alla grave crisi delle istituzioni repubblicane, anche i modelli culturali tradizionali erano in discussione, e saperi specializzati e professioni tecniche emergevano a minaccia di quella cultura unitaria la cui difesa è uno degli obiettivi dell'opera."
Il passaggio dal V al IV secolo appare come un'epoca di trasformazione che coinvolge in maniera particolare Atene. Lo stesso Aristofane, non senza la sua consueta esagerazione comica, riconosce in questo periodo un aumento della cura degli Ateniesi verso la gestione del patrimonio, individuando nell'ordinata gestione dei beni dell'oikos in vista di un loro pronto utilizzo il compito precipuo dell'oikonomia, non a caso uno dei temi affrontati nel I libro. Le crescenti difficoltà finanziarie conosciute dalle poleis nel corso del IV secolo favorirono poi l'estensione di questa nuova attenzione per gli aspetti finanziari dalla sfera privata a quella pubblica. L'oikonomos, che in età classica era colui che gestiva il proprio patrimonio, in epoca ellenistica divenne il funzionario preposto alle finanze statali. Lo slittamento semantico dal livello dell'oikos a quello della polis si può osservare anche nel termine dioikesis, che sotto il profilo etimologico richiama la sfera domestica, ma a partire dal IV secolo passa a indicare invece l'amministrazione finanziaria della città o del regno. Gli Economici attribuiti ad Aristotele si pongono quindi in un'epoca di transizione, in cui è ancora forte il modello dell'oikos e della sua gestione patrimoniale, ma che già recepisce l'importanza delle nuove istituzioni finanziarie.