«Questo libro è un esperimento. Di san Josemaría Escrivá esistono molte biografie valide e ben scritte. Esistono anche diverse pubblicazioni fotografiche ricche di immagini. Quello di cui si sentiva il bisogno era un testo che riuscisse a mettere assieme le due cose: la vita di san Josemaría narrata attraverso immagini e racconti. Un testo che ricreasse ciò che accade quando si sfoglia un album fotografico in famiglia e, indicando le foto, si chiede a genitori e parenti di raccontare le storie delle persone che vi sono ritratte.
Sono state scelte oltre un centinaio di immagini. Quelle più significative. Quelle che rappresentano momenti, luoghi e persone che hanno avuto un posto nella vita del fondatore dell’Opus Dei. A ciascuna immagine è stato abbinato un testo. Per ogni istantanea un pezzo di storia.
Il libro inizia dall’infanzia di san Josemaría e, attraverso le tappe principali della sua vicenda umana – dalla chiamata che sentì ancora giovanissimo alla fondazione dell’Opus Dei, dagli anni romani alla diffusione dell’Opera nel mondo –, finisce con il raccontare che cos’è l’Opus Dei oggi. Le due cose sono profondamente legate. Non si può capire infatti questa “mobilitazione di cristiani disposti a sacrificarsi con gioia per gli altri, a rendere divini tutti i cammini umani della terra” – come il fondatore stesso la definiva – se non a partire dall’esempio cristiano e dall’amore per il mondo creato da Dio che egli stesso apprese dai suoi genitori.
Una sezione è stata riservata alla storia dell’Opus Dei in Italia, alle persone che per prime iniziarono le attività apostoliche e alle iniziative sociali che ancora oggi sono al servizio di tutti nel nostro paese. E non poteva mancare un capitolo dedicato a monsignor Álvaro del Portillo, primo successore di san Josemaría, di cui è in corso il processo di beatificazione.»
Bruno Mastroianni
Nota sull'Autore: Bruno Mastroianni (1979), laureato in filosofia, si occupa di comunicazione e di relazioni con i media. Lavora presso l’Ufficio Informazioni della Prelatura dell’Opus Dei (www.opusdei.it) dove cura le relazioni con i giornalisti italiani. è docente incaricato di Media Relations presso la facoltà di comunicazione della Pontificia Università della Santa Croce (www.pusc.it). Scrive su quotidiani e periodici su temi di religione, società e cultura.
*************LA NOSTRA RECENSIONE*************
Colui che mai non vide cosa nova
produsse esto visibile parlare,
novello a noi perché qui non si trova.
(Purg X, 94-96)
Dante, scortato dal suo maestro Virgilio, nello scalare il monte del Purgatorio, giunge dinnanzi ad un qualcosa di meraviglioso e strabiliante per gli occhi di un uomo. Dopo la prima salita, Dante raggiunge il girone in cui le anime vengono purificate dalla superbia. Guardandosi intorno egli scopre sulla parete della montagna un bassorilievo dalle forme stupende, così belle da sembrar vere e gli nasce la meraviglia per qualcosa che sulla terra non è realizzabile o sperimentabile. Avvicinandosi scopre che ciò che lui vede scolpito nella roccia realmente è capace di dialogo, di comunicazione con l'osservatore.
Questa suggestione dantesca spesso è stata applicata o alla scrittura o alle arti estetiche. La scrittura come elemento visibile, su carta, pergamena, roccia o bronzo e così via, è capace di trasmettere qualcosa al lettore nelle forme più varie del testo scritto e nella principale azione del leggere. Anche le immagini, con un livello comunicativo differente, sono in grado di entrare in dialogo con l'osservatore, catturandone l'attenzione e fornendogli le suggestione mediate dai colori, dalle pennellate e dalle forme che in esse sono composte.
Sollecitati dalla Commedia e restando ancorati all'ambito della lettura, ci troviamo dinnanzi ad un'iniziativa editoriale sulla quale è possibile fermare l'attenzione a partire da due rilievi.
In primo luogo il volume curato da Bruno Mastroianni, San Josemaría Escrivá. Una biografia per immagini del fondatore dell’Opus Dei, edito da Lindau nella collana i “I pellicani”, pensato e voluto come un testo agiografico in cui si intrecciano la forte santità del Balaguer e la familiarità che di lui hanno i membri dell'Opus Dei, è un generoso contributo per la comprensione della santità come esperienza concreta: la vita di fede, di preghiera e di conversione non fanno riferimento a degli ideali astratti ma sono le categorie di un vissuto concreto ed autentico alla sequela del Signore. La Verità diviene quindi la regola della propria esistenza. Il secondo rilievo ha come oggetto la suggestione dantesca con cui abbiamo iniziato. Questa nuova raccolta biografica su san Josémaria Escrivà ha il pregio di ricondurci all'esperienza di Dante nel primo girone del Purgatorio. Come egli si era lasciato prendere dalle immagini scolpite e dalle battute che alternativamente si scambiano, così il lettore può stupirsi nel vedere le immagini di san Josémaria lette alla luce del testo che le accompagnano. In molti potranno riconoscere e fissare nella memoria l'opera stupenda che Dio ha compiuto nel suo servo José. Le sue intuizioni e la sua testimonianza evangelica, trasmesse con la mediazione del testo scritto, si imprimono nella memoria e nell'anima come tutte le cose autentiche. Una biografia di un santo come il Balaguer costituisce allora un visibile parlare.
Inoltre nel girone del Purgatorio il bassorilievo ha la precisa funzione di ricondurre le anime all'umiltà, alla coscienza della propria condizione dinnanzi alla potenza creatrice di Dio. Possiamo trovare una funzione al visibile parlare di san Josémaria? La funzione principale è l'invito a vivere il Padre nostro, a rendere reale in ogni comportamento quotidiano il fiat voluntas tua; la vita e l'opera dell'Escrivà sono anche uno sprone a credere nell'efficacia dei sacramenti e della Parola di Dio come mezzi essenziali per realizzare la santità della propria vita nel quotidiano che ci attende. Dalla vita di san Josémaria, che Bruno Mastroianni ha raccontato e mostrato in una lodevole sintesi, si percepisce tra le linee una delle caratteristiche della realtà ecclesiale che ha creato l'Opus Dei.
Parlare dell'opera di Dio rammenta il versetto evangelico “Gesù rispose loro: "Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato" (Gv 6, 29) e la Regola di san Benedetto quando tratta dell'Ufficio divino e delle celebrazioni liturgiche e afferma: “non si anteponga nulla all'opera di Dio" (43,3) . La fede nel Figlio di Dio e la liturgia sono quindi indissolubilmente unite e diventano un potente mezzo d'azione sugli uomini. Quando infatti il culto della Chiesa è celebrato con arte e vissuto, quando la fede professata diviene il modo in cui si declinano le scelte e le opere degli uomini tutto questo produce un effetto grandioso e luminoso dal quale non ci si può sottrarre.
La vita di san Josémaria è stato un farsi rivestire della grazia per accompagnare, soccorrere, consolare, accogliere e formare all'opera di Dio. Una vita eloquente nella semplicità del Vangelo e della sua perenne radicalità.
Francesco Bonomo