Una raccolta di saggi scritti lungo il corso di tutta la vita di uno dei più grandi filosofo dello scorso secolo che si interroga sui fatti che la storia impone.
"La comprensione della spiritualità nelle culture francese e tedesca" fu redatto da Levinas in lituano e poi pubblicato nel luglio 1933 in una rivista lituana dal nome «Vairas». Scomparso al tempo della seconda guerra mondiale, è stato ritrovato per caso su un ripiano nella sala periodici dell'Università di Vilnius. Sotto diversi aspetti, l'analisi di Levinas si presenta come il simmetrico del testo comparso nel 1934 nella rivista «Esprit», "Alcune riflessioni sulla filosofia dell'hitlerismo". Il testo rappresenta, in tal senso, un punto decisivo per la conoscenza di questa grande opera filosofica, segata in maniera indelebile dalla barbarie della storia e dall'importanza assegnata al rapporto con l'altro uomo in quanto essere unico.
"Quando ho incontrato l'opera di Levinas, una questione si è posta naturalmente: questa aveva qualcosa da apportare alla riflessione sulla politica o bisognava collocarla, al contrario, come si tendeva a fare, solo dalla parte dell'etica, considerando anche che vi era in questo filosofo, se non un disprezzo, almeno una mancanza di considerazione della politica? Molto presto, quest'ultima posizione mi è apparsa del tutto inesatta. Sono rimasto infatti impressionato dal testo che Levinas aveva dedicato alla critica dell'hitlerismo nel 1934 nella rivista Esprit, "Alcune riflessioni sulla filosofia dell'hitlerismo". Mi aveva colpito il fatto che questo filosofo, che si diceva essere estraneo o indifferente ai problemi politici, aveva visto le cose con molta più perspicacia e precisione rispetto a dei pensatori che si consideravano specialisti della politica o delle lotte sociali e che, in realtà, non avevano assolutamente misurato ciò che rappresentava l'hitlerismo. Presto, dunque, il respiro e il gesto di quest'opera mi sono apparsi non solamente nella loro aspirazione utopica, ma nel loro tentativo di pensare la politica secondo un altro paradigma rispetto a quelli classici."