Dopo cinquant'anni di studi e restauri riapre al pubblico la Domus Tiberiana, il palazzo dinastico eretto in età giulioclaudia sul versante nord-occidentale del colle Palatino, sopra la piazza del Foro Romano, che, dopo essere stato ampliato da Domiziano e Adriano, continuò a costituire il fulcro del potere imperiale fino in età tardoantica, per poi ospitare una nuova corte in età farnesiana. La nuova esposizione permanente "Imago Imperii" racconta la vita nel palazzo attraverso i rinvenimenti e con il supporto delle moderne tecnologie.
L'intervento conservativo dell'Aedes Vestae nel Foro Romano, a quasi cent'anni dalla sua anastilosi, ha rappresentato un'occasione di ricerca, tutela e valorizzazione del monumento in un'ottica multidisciplinare. Il coinvolgimento di differenti specialisti - archeologi, architetti, restauratori, rilevatori, ingegneri, strutturisti e archivisti - ha permesso l'acquisizione di una base di dati imprescindibile sia per la progettazione e l'esecuzione dell'intervento sia per un nuovo esame del bene.
Il volume edito da Electa celebra, con il Parco archeologico del Colosseo e FENDI, la restituzione alla collettività di uno dei monumenti più iconici dell'Impero Romano, dopo il completamento degli interventi di restauro e di valorizzazione del Tempio di Venere e Roma, frutto di una sponsorizzazione tecnica della Maison. Il più grande edificio della Roma antica deve la sua straordinarietà, oltre alle eccezionali dimensioni, all'originalità del disegno architettonico, che combinava le proporzioni e la spazialità ellenistica con l'urbanistica e la tecnica costruttiva romana, realizzando una forma del tutto innovativa. Oltre 200 colonne in granito grigio e proconnesio avvolgevano un unico volume rettangolare, ripartito tra le due aule di culto contrapposte: quella dedicata alla dea Venere Felice, dea della natura generatrice, madre di Enea, progenitrice di Augusto e quindi della famiglia imperiale, rivolta verso il Colosseo; quella dedicata alla dea Roma Eterna, personificazione sacra della città e del suo dominio sui territori dell'Impero, rivolta verso il Campidoglio. L'architettura era messa in risalto dalla ricchezza delle decorazioni architettoniche, il cui splendore era aumentato dall'uso della foglia d'oro negli stucchi, dalle colonne in porfido e dalla sinfonia dei marmi policromi nelle superfici pavimentali: il rosso violaceo del porfido e del brecciato pavonazzetto, contrastava con il verde cangiante del cipollino e il giallo antico. Le pareti, rivestite da lastre di marmo, accoglievano nelle nicchie statue di marmo, mentre le gigantesche statue di culto sedute delle divinità campeggiavano nelle absidi. Il volume, nella copertina in tela grezza con la grafica laminata bronzo, vuole richiamare i colori fondamentali del monumento, il cui splendore si rivela sfogliando il ricco reportage fotografico realizzato da Stefano Castellani, che accosta immagini d'archivio a foto scattate durante e dopo le diverse fasi dei lavori di restauro, ma anche dell'eccezionale sfilata Fendi Couture ospitata nella cella di Venere a luglio 2019.