Peter Pan è uno dei testi più incompresi e mistificati della letteratura per l'infanzia. Presentato come la storia di un bambino che non vuole crescere, esso rivela in realtà la tendenza diffusa a etichettare il comportamento dei bambini e a creare teorie salva-adulti: il complesso di Edipo, di Telemaco, di Peter Pan. Ma chi è Peter? Basta aprire il libro per scoprirlo: "Se voi, o io, o Wendy fossimo stati là, avremmo visto che Peter Pan assomigliava proprio al bacio della signora Darling". Il volto di Peter è quello del bacio che mamma Darling trattiene sull'angolo della sua bocca: il bacio che non raggiunge Wendy, il suo desiderio, il suo corpo. Il bacio che sotto le specie del bottone di Peter di lì a poco le salverà la vita. Tale è lo sfondo ermeneutico da cui emerge in questo libro il punto di vista gestaltico su Peter. Con registri diversi: dalla teoria clinica alla psicoterapia infantile, dalla critica semantica al pensiero educativo.
L'invidia attraversa la condizione umana, quasi come un destino. Tuttavia, si può guardare all'invidia, capirla, viverla, curarla anche, in maniera leggera, creativa, seria eppure piena di fiducia. Da qui nasce la lettura gestaltica di I come Invidia, un libro che mette in questione le parole scontate del senso comune e della psicoanalisi, per sostenere in ogni lettore la scoperta della propria unicità.