Una pregiata opera a cura di mons. Leonardo Sapienza, Protonotario Apostolico. Raccoglie i 14 messaggi di Paolo VI in occasione della Pasqua dal 1964 al 1978, e tre preghiere. Tre messaggi sono riportati con scrittura autografa del Papa.
Tutti i messaggi sviluppano una dottrina di straordinaria dimensione teologica per l’intera umanità. Nel volume vengono riportate tre preghiere: “A Gesù Risorto”, “Lode e gloria a Gesù”, “Invocazione a Cristo”. Questi i titoli dei 14 messaggi: “Surrexit Christus spes mea”; “L’Alleluia della Risurrezione e della Pace”; “Cristo è risorto!”; “Il gaudio e le speranze della Resurrezione”; “Nella Resurrezione del Signore il principio e la garanzia della Giustizia e della Pace”; “Costruire una città terrena nella gioia cristiana e nella vera giustizia”; “Nella Risurrezione del Signore pienezza di fede e di amore per tutti gli uomini”; “Speranza di una civiltà nuova nel gioioso annuncio della Risurrezione”; “Pace a voi! A voi tutti, pace!”; “Dal cuore di Cristo Risorto la pace si effonde su tutta la terra su tutti gli uomini”; “Il primo annuncio: gioia e pace”; “Cristo risorge per una umanità nuova”; “La certezza cristiana della Risurrezione finale è la sola garanzia di un progresso umano autentico”; “Una vita nuova da Cristo Risorto”; “Non abbiamo timore a fare del ‘credo’ la forma della nostra speranza”; “La felicità della Pasqua”.
Il documento presenta caratteri di immediatezza che lo rendono molto simile alla Populorum Progressio: non un testo teorico e moralizzante, ma risposta concreta a problemi concreti; non giudizi portati dall’esterno, ma partecipazione dal di dentro ai problemi dell’uomo.
Il messaggio è dedicato non solo ai problemi della Chiesa in Africa, ma a quelli di tutto il continente. Nell’inserirsi quale forza rinnovatrice in questi popoli, la Chiesa prende ancora maggior coscienza della sua universalità, del suo potere di adattamento, della sua capacità di modellare, sviluppandolo ed elevandolo, il germe vivo della multiforme civiltà umana.
Il 7 ottobre il Papa Benedetto XVI proclamerà "Dottore della Chiesa universale", San Giovanni D'Avila il prete "maestro di grandi Santi", già proclamato Santo il 31 maggio 1970 dal Papa Paolo VI. Il suo insegnamento eccelle per la qualità degli scritti, per l'altezza e la profondità della dottrina, per la matura sintesi sapienziale raggiunta. Una serie di manoscritti inediti impreziosiscono il testo.
Il pontificato di Paolo VI ha attraversato un periodo critico della vita della Chiesa e della società. "Il mondo moderno - osservava Papa Montini proteso verso mirabili conquiste, è incline alla dimenticanza e alla negazione di Dio e vien meno il senso religioso fra gli uomini del nostro tempo". Per richiamare i cristiani a maggiore coerenza e coraggio, Paolo VI invita la Chiesa a celebrare un "Anno della Fede" (1967-1968). Convinto che ogni crisi nella Chiesa è crisi di fede, Paolo VI ricorda che "non c'è affatto incompatibilità tra la fede cristiana e la vita moderna". Per aiutare a vivere il nuovo Anno della Fede, voluto dal Santo Padre Benedetto XVI, vengono proposte le catechesi di Paolo VI sulla fede, con alcuni manoscritti inediti, dai quali appare chiara la sua passione per il tema della fede.
In queste pagine viene riletto ed approfondito il mirabile discorso che Papa Paolo VI tenne all'ONU il 4 ottobre 1965, uno dei più importanti del suo pontificato. Paolo VI porta la Chiesa nel vivo delle complessità del mondo. E dimostra la crescente ansia del Papa e della Chiesa riunita nel Concilio di affrontare di petto i problemi non solo morali ma anche materiali degli uomini. Il discorso all'ONU è un passo importante nella definizione dei rapporti della Chiesa e del mondo, perché pone in luce il significato religioso di tale presenza. Mai, prima di allora, si era potuto immaginare di vedere il Papa impegnare la Chiesa in un passo così delicato e in un atto di tanta solennità.
Il volume, dedicato al 60° anniversario dell'ordinazione sacerdotale di Benedetto XVI, raccoglie le omelie che il Santo Padre ha pronunciato in diverse celebrazioni: quelle per la Messa Crismale, per la Messa in Coena Domini del Giovedì Santo, e per le ordinazioni sacerdotali e diaconali. Per queste ultime vengono proposte anche una serie di omelie pronunciate da Joseph Ratzinger dal 1978 al 2000, allora Cardinale. Il curatore, Leonardo Sapienza (sacerdote rogazionista e collaboratore del Santo Padre nella Prefettura della Casa Pontificia) ha composto questa raccolta di omelie seguendo il filo conduttore dei segni e simboli che sono alla base dei sacramenti e della liturgia. In particolare ne vengono presi in esame cinque: l'imposizione delle mani, la lavanda dei piedi, le vesti sacerdotali, l'olio e infine il pane e vino. Viene composto così, attraverso le parole di Benedetto XVI e grazie alla chiave di lettura proposta dal curatore, un suggestivo itinerario teologico-pastorale utile sia ai sacerdoti che ai fedeli per comprendere appieno il significato dei segni e simboli presenti nella religione cristiana. A testimoniare il valore dell'opera è presente inoltre la Prefazione scritta dal Card. Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura.
In queste pagine presentiamo l'omelia tenuta da Paolo VI a Manila nelle Filippine il 29 novembre 1970, e riportata nell'Ufficio delle letture della tredicesima domenica del tempo ordinario. Per Paolo VI era essenziale approfondire la conoscenza di Gesù. Invitava i fedeli a conoscerlo meglio, ad avere di Lui un concetto più chiaro, più concreto, più completo: «... se davvero lo conosciamo, noi avvertiamo che non lo conosciamo abbastanza». Gesù deve essere studiato con tutta la tensione della nostra capacità comprensiva; e la capacità comprensiva dell'amore supera quella della pura intelligenza. Gesù è un mistero. Non lo avremo mai esplorato abbastanza, non mai compreso del tutto. Allora, questi pensieri di Paolo VI ci aiutano ad una attenta riflessione, ad una appassionata contemplazione. Per poter arrivare a dire, con San Paolo, «per me vivere è Cristo» (Fil 1, 21).