«Nello scenario attuale emerge un duplice e ambivalente indicatore: da un lato, si afferma sempre più la religione come spazio di ricerca e di spiritualità; dall'altro, l'esperienza religiosa si costruisce su di una esigenza individuale di un ben-essere esistenziale che prescinde dal riferimento a Dio. In tale quadro interpretativo si assiste a una rinascita della mistica, anche sulla base del fascino della proposta di ispirazione orientale, in particolare quella buddhista. Tale figura di mistica, però, non si iscrive necessariamente nell'esperienza religiosa, anche se indica un bisogno di ritrovamento del soggetto e la richiesta di nuove pratiche di vita. Alla riflessione teologica e alla prassi pastorale spetta il compito di saper intercettare il senso di tale richiesta che è, di fatto, legata ad una nuova immagine di sé e della realtà.» (C. Dotolo)
Lo studio dei testi profetici è stato spesso caratterizzato da una certa frammentazione. Poco interesse è stato infatti dedicato dagli specialisti ai fenomeni di composizione presenti all’interno dei singoli libri, e ancora meno alle relazioni che possono intercorrere tra diversi libri profetici o addirittura tra i cosiddetti Profeti Maggiori e i Dodici Profeti Minori, con attenzione allo stadio finale dei testi, e riservando anche poco spazio a questioni di carattere ermeneutico e teologico. È stata spesso seguita una metodologia diacronica, genetica, attenta all’origine e alla storia della formazione dei singoli libri profetici e dell’insieme dei corpora, più che una metodologia sincronica, canonica e orientata all’elaborazione della teologia dei testi. Queste osservazioni possono costituire lo sfondo a partire dal quale riprendere la riflessione e farla ulteriormente avanzare e progredire, anche grazie alla presente pubblicazione.
The study of prophetic texts has often been characterized by a certain fragmentation. In fact, little attention has been dedicated by scholars to the phenomena of composition that is present in the individual books, and even less to the relationships present between the prophetic books, or even among the so-called Major Prophets, and the Twelve Minor Prophets, with particular attention to the final stage of the texts. In addition, little space has been dedicated to questions of a hermeneutical and theological character; moreover, a diachronic, genetic methodology has often been followed, attentive to the origin and history of the formation of individual prophetic books and of all corpora, rather than a synchronic, canonical methodology oriented to the elaboration of the theology of the texts. It seems to us that these observations can be the foundation from which to resume the reflection and make it progress further, as the authors intend with the present volume.
Studiosi e specialisti, che hanno preso parte a una serie di conferenze pubbliche organizzate dalla Facoltà di Missiologia della Pontificia Università Urbaniana, hanno condotto un'ampia e approfondita riflessione intorno al tema del monoteismo. L'indagine, di carattere interdisciplinare, si è sviluppata seguendo due percorsi tra loro correlati, corrispondenti alle due parti che compongono il presente volume: "Dire Dio oggi", la prima, e "La ricerca di Dio tra religioni e cultura contemporanea", la seconda. In aggiunta un contributo dedicato al "Rapporto con l'islam nel tempo della violenza religiosa". La molteplicità degli approcci - biblico, teologico, storico, missiologico, interreligioso - fa emergere implicazioni, punti d'incontro e di confronto e nuove prospettive di ricerca. La riflessione teologica è infatti invitata a comprendere la relazione da essa intrattenuta con aspetti e problemi sociali, politici ed ecologico-ambientali.
Il percorso di lettura che viene proposto nel volume si articola in tre parti. La prima, Le grandi religioni monoteiste, comprende due contributi, rivolti rispettivamente alla spiritualità ebraica e a quella musulmana. La seconda parte, Alcune esperienze contestuali, è dedicata alle religioni tradizionali africane, al mondo indù e a un'esperienza di spiritualità occidentale. La terza e ultima parte, "Dalla fenomenologia alla riflessione teorica", prende il via dall'idea che la spiritualità è sempre in rapporto alla vita e alle concezioni del mondo, oltre che in dialogo con la cultura, proponendo alcuni momenti di riflessione: sulla creazione di identità progettuali aperte; sulla spiritualità della vita conviviale; sulla trasformazione della storia umana in storia di liberazione e riconciliazione.
La trilogia - teologia biblica, ermeneutica, esegesi profetica - è la sostanza delle pagine che troverete in questa raccolta ove si presentano itinerari di ricerca nell'orizzonte della letteratura profetica, con particolare attenzione ai risvolti teologici ed ermeneutici. Oltre alla teologia e all'ermeneutica biblica, il capitolo più significativo della sua vita accademica e della sua indagine, resta quello dell'esegesi profetica. Non per nulla i saggi a lui dedicati che compongono questa miscellanea sono all'insegna di un titolo illuminante: "La profezia tra l'uno e l'altro Testamento". Le diverse voci dei suoi alunni, a loro volta divenuti docenti apprezzati, danno sostanza in modo incisivo a questo genere storico-critico e teologico che intreccia Antico e Nuovo Testamento. Rimane viva nelle pagine di Bovati la stessa tensione che reggeva il suo maestro Alonso Schökel: quella di considerare la Parola di Dio non come fredda pietra preziosa ma come seme fecondo, pronto a incarnarsi e quindi a confrontarsi con terreni più diversi. P. Bovati è uno degli hyperétai tou lógou, un intelligente e vigoroso rematore nel mare della Parola di Dio.
Naum, Abacuc, Sofonia, tre libri profetici della Bibbia. Ogni testo è preceduto da una introduzione e da una bibliografia, ed è presentato nell’originale ebraico e nella nuova traduzione italiana, con un ricco apparato di note filologiche e di commento. Completa l’opera un’appendice dedicata all’uso dei tre libri nella liturgia odierna. Seguendo i criteri della Collana (Nuova versione della Bibbia dai testi antichi), il volume offre un’ampia introduzione, il testo ebraico, la nuova versione italiana, le note filologiche e il commento teologico.
Donatella Scaiola ha conseguito il dottorato in Scienze Bibliche presso il Pontificio Istituto Biblico. Attualmente, è professore straordinario nella Facoltà di Missiologia della Pontifica Università Urbaniana. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: “Una cosa ha detto Dio, due ne ho udite”. Fenomeni di composizione appaiata nel Salterio Masoretico, Roma 2002; Rut, Giuditta, Ester, Padova 2006; “Servire il Signore”. Linee di una teologia biblica della missione nell’Antico Testamento, Roma 2008, Rut, Milano 2009. Collabora con numerose riviste di carattere biblico, teologico e pastorale. Con le Edizioni San Paolo ha pubblicato Abdia, Giona, Michea (2012).