Ildegarda di Bingen è oggetto da molti anni dell'interesse di storici, teologi, studiosi di scienze e di folklore: la sua lunga vita, infatti, è stata caratterizzata da una multiforme attività di studi, impegni, apostolato, di cui resta eco nella produzione scritta giunta sino a noi. Il lavoro di Anna Maria Sciacca prende in esame i tre libri profetici, in cui sono raccolte le visioni della santa. La traduzione di ciascuna visione è preceduta dall'elenco degli argomenti trattati, per chi volesse approfondirli, e seguita da un'analisi del significato morale e teologico, attraverso il riassunto della lunga e circostanziata spiegazione in latino che Ildegarda stessa fornisce con dovizia di riferimenti biblici. Questo studio è introdotto dalle riflessioni di monsignor Enrico dal Covolo, da gennaio 2019 assessore del Pontificio comitato di Scienze storiche.
Ildegarda di Bingen è oggetto da molti anni dell'interesse di storici, teologi, studiosi di scienze e di folclore: la sua lunga vita, infatti, è stata caratterizzata da una multiforme attività di studi, impegni, apostolato, di cui resta eco nella produzione scritta giunta sino a noi. Il lavoro di Anna Maria Sciacca prende in esame i tre libri protetici, in cui sono raccolte le visioni della santa. La traduzione di ciascuna visione è preceduta dall'elenco degli argomenti trattati, per chi volesse approfondirli, e seguita da una spiegazione del significato morale e teologico, attraverso il riassunto della lunga e circostanziata spiegazione in latino che Ildegarda stessa fornisce con dovizia di riferimenti biblici. Questo studio originale e inedito è introdotto dalle riflessioni di monsignor Enrico dal Covolo, rettore della Università Pontificia Lateranense.
La ricchezza consiste nell'avere più del necessario; la povertà nel non possedere il minimo sufficiente; mentre, non aver più di quanto sia necessario è la sufficienza, che occupa il livello di misurazione intermedio tra le altre due. Monaco, teologo, oratore, spirito indipendente all'interno del variopinto universo cristiano a cavallo fra il IV e il V secolo, Pelagio elabora una visione personale del modo in cui un vero credente dovrebbe vivere, basato su un rigoroso ascetismo pratico e morale. Il breve scritto sulla ricchezza, che anticipa le più ampie riflessioni sul libero arbitrio e sulla natura, esprime in maniera chiara e radicale l'idea ascetica di Pelagio: il cristiano non solo non deve desiderare di arricchirsi ma. se nascesse ricco o gli toccasse una cospicua eredità, dovrebbe liberarsene senza remore, donando tutto ai poveri. Tale è l'incompatibilità tra cristianesimo e ricchezza da non permettere neanche il minimo contatto del credente con beni e proprietà, perché è impossibile per quella via giungere al Regno dei Cieli. Prefazione di mons. Enrico dal Covolo.