Una problematica di fondamentale interesse storico-religioso è quella dei processi di trasformazione che, in una dialettica complessa di sostituzione e di utilizzazione di elementi, risemantizzati in un nuovo contesto religioso, segnano la fase decisiva della storia culturale del mondo tardo antico, in cui si compie il confronto fra le tradizioni religiose del mondo mediterraneo a struttura politeistica e il nuovo messaggio cristiano.
La questione è assai complessa e non può essere posta in maniera semplicistica in termini di «derivazione» e di «influssi», neppure in quei casi – come quello dei culti terapeutici tradizionali da una parte, e dall’altra le varie forme di pratiche di guarigione e miracoli connessi al culto di martiri e santi – in cui le analogie nelle modalità rituali e negli effetti pratici appaiono assai forti. Si pensi all’utilizzazione sempre più ampia della pratica dell’incubazione nei martyria e nelle chiese dedicate ai vari santi-medici, di cui è indubbia l’origine «pagana» – nei culti di Asclepio in particolare, ma anche in numerosi altri affini – e all’uso di sostanze varie per ottenere la guarigione.
All’indagine di questo quadro storico, in cui continuità e discontinuità coesistono e le diverse identità religiose e culturali, nella persistenza degli elementi peculiari di ciascuna, si modellano e si trasformano nel contatto e nel confronto reciproco in processi di lunga durata, è stato finalizzato il progetto del Convegno Internazionale su «Asclepio e Cristo. Culti terapeutici e taumaturgia nel mondo mediterraneo antico: fra pagani e cristiani», svoltosi ad Agrigento il 20-21 novembre del 2006, nell’ambito delle attività scientifiche dell’Accademia di Studi Mediterranei, di cui si pubblicano gli Atti.