Chi si cela dietro l'enigmatica immagine di Alessandro Magno? Quali eventi hanno deviato la sua vocazione di letterato e filosofo, trasformandolo nello spietato conquistatore eretto a modello da Cesare e Napoleone? Alessandro appare in questo ritratto come una sintesi di figure storico-mitiche: un "io" molteplice e contraddittorio costruito mettendo insieme l'ira furiosa e l'amicizia disinteressata di Achille, la resistenza al dolore di Eracle, la liberalità e la tolleranza di Ciro il Grande. La sua ansia intellettuale e la sete di conquista scaturiscono dalla medesima pulsione, per cui le sequenze del crescendo espansionistico sono luoghi fisici e insieme tappe di un percorso conoscitivo che si arresterà solo davanti all'Oceano Indiano.
Arriano nacque tra l'85 e il 90 d.C. a Nicomedia, in Bitinia. Egli cominciò a scrivere di Alessandro quando il carattere di lui già da tempo era diventato oggetto di discussione nelle scuole di filosofia e di retorica. In quei tempi, Alessandro era la massima figura che fosse mai apparsa nella storia, e un concentrato di tutto ciò che l'uomo aveva sognato e immaginato. Arriano era sobrio, scrupoloso, preciso: cercava di rinnovare l'esattezza di Senofonte: consultò e utilizzò gli storici più fededegni. Arriano cancellò i paesaggi orientali, che avevano incantato Curzio Rufo: sfumò le figure minori e le ombre, e tutto il suo quadro fu occupato dal nuovo Achille, che conquistò il mondo.