In questa raccolta di saggi Maurice Blanchot dà prova di uno straordinario lavoro di critica e di scrittura che unisce alla chiarezza del linguaggio uno spessore di stimolante complessità. Si tratta dell'esplorazione più importante, accanto a quella di Sartre, dedicata alle relazioni tra letteratura, arte e filosofia. La riflessione incrocia i nomi più importanti del XX secolo, da Georges Bataille ad André Malraux, da Pierre Klossowski a Marguerite Duras, da Michel Leiris a Jean Paulhan, da Albert Camus a Claude Lévi-Strauss, da Edmond Jabès a Emmanuel Levinas, da Martin Buber a Franz Kafka.
All'ospedale psichiatrico parigino della Salpêtrière, di cui diventa direttore nel 1862, Jean-Martin Charcot non incontra delle semplici pazienti, ma le «quattro o cinquemila donne infernali» che gli serviranno da materia prima per teorizzare sulla follia. Tra quelle mura egli troverà la fama inventando quel particolare tipo di disagio, tutto femminile, che chiamerà «isteria». In questo volume, arricchito da 108 immagini d'archivio, Georges Didi-Huberman rivela le pratiche mediche e le «messe in scena» a cui i medici sottoposero le cosiddette isteriche. Un saggio fondamentale che si muove con disinvoltura tra la storia della mentalità, della psichiatria e della fotografia.
La tendenza all'unità è tipica di ogni ortodossia, che tuttavia è attraversata da forze centrifughe eterodosse. Il conflitto tra ortodossia ed eterodossia ci informa sull'essenza stessa delle istituzioni religiose deputate a costruire e a conservare l'unità fondante del loro credo. Lo stesso cristianesimo resta incomprensibile se la vicenda della costituzione del suo canone non viene letta sullo sfondo del conflitto che oppose le diverse interpretazioni dell'eredità di Cristo. Questo volume prende avvio da un testo inedito di Schelling su Marcione, attorno al quale sono state idealmente disposte le storie esemplari di tre eretici: Claudio di Torino, l'iconoclasta; David Lazzaretti, il "messia" anarchico; Ernesto Buonaiuti, il prete modernista scomunicato dal Sant'Uffizio nel 1925