Sulla ricerca scientifica la carità intellettuale – più che dire un contenuto, il quale è e resta affidato alle competenze intellettuali del ricercatore – dice che anche nella ricerca l’umanità si gioca la sua salvezza, perché nell’atto della ricerca ogni ricercatore, anche inconsapevolmente, lega fra loro singolarità, totalità e valore. La carità intellettuale, legando la conoscenza al tutto, manifesta con chiarezza come “il concetto è troppo vuoto” e “l’intuizione è troppo debole”.
Concetto e intuizione nella carità intellettuale trovano una loro unitarietà complementare che risolve la loro opposizione in una unità, la quale non nasce da un atto di sintesi esterna. Chiamiamola “visione”, unità profonda di intuizione e concetto in cui la carità intellettuale interviene per la visione che introduce nel “mondo” come incontro di vita, facendo della ricerca un atto della persona vivente per costruire la storia.