Questo volume fa seguito a Città costruita, qualità del vivere ed è opera dei medesimi autori, ai quali se ne sono aggiunti altri di ulteriori e differenti profili scientifici e professionali. Dall’osservazione condotta nel richiamato lavoro del 2001 sulla città costruita quale spazio esistenziale ove condurre l’indagine sulla qualità del vivere come condizione di ben-essere dell’uomo si perviene in questo secondo volume allo studio delle modalità della formazione di una cultura tesa al recupero della dimensione qualitativa della vita. Emerge così con evidenza come la ricerca della qualità dell’architettura della città, quale nozione che coniuga quella di urbs e di civitas, sia la strada attraverso la quale ricondurre l’esistenza dell’uomo ad una reale qualità della vita. Percorsi, speranza, partecipazione rappresentano pertanto l’alveo all’interno del quale si dipanano i contributi qui raccolti. Percorsi, in particolare, che tendono ad amalgamarsi nella pluridisciplinarietà di approcci caratterizzati, tuttavia, da una comune fiducia riposta sulle scienze umane anziché su di una messianica fiducia nelle tecnologie. Speranza e partecipazione, infine, si coniugano rendendo possibili interventi fondati su modalità di concertazione e di negoziazione sempre volti a considerare l’uomo il fine di ogni azione. Muovendo da prospettive differenti, amalgamate da questo comune sentire, gli autori pervengono alla formulazione della proposta di adozione di strumenti operativi incentrati sulla figura del Polis-Maker, inedito gestore della trasformazione della città e del territorio, vera e propria cerniera fra la funzione decisionale propria del politico, la dimensione amministrativa ed il cittadino, quest’ultimo portatore di esigenze materiali ed immateriali che non possono più a lungo rimanere insoddisfatte.