
Settant'anni fa, il 19 agosto 1954, moriva Alcide De Gasperi, il più grande statista dell'Italia repubblicana, che seppe ottenere la riammissione dignitosa dell'Italia nel consesso delle nazioni dopo i disastri e le umiliazioni della guerra e coinvolgere le diverse forze politiche nella straordinaria stagione ricostruttiva del dopoguerra. De Gasperi, che amava definirsi servus inutilis, era animato da una profonda fede che lo sostenne nei lunghi anni della sofferenza, sotto il regime fascista, e ne ispirò l'agire politico, alimentando uno sguardo positivo sulla storia e la capacità di impegnarsi per il bene comune. Il volume mette in luce i princìpi che sono sempre stati sua fonte di ispirazione, gli insegnamenti morali, culturali e politici che ha lasciato in eredità, l'impegno da Presidente del Consiglio per costruire un'Italia libera e solidale, che mettesse al centro la dignità della persona umana e attuasse la giustizia sociale, in un contesto di pace. Di qui l'impegno per costruire un ordine internazionale giusto, che favorisse la concordia e l'amicizia tra i popoli, in particolare quelli europei. De Gasperi fu un vero uomo e un vero cristiano che visse la politica come servizio al bene comune. Per questo è l'unico padre della Repubblica realmente rispettato da tutti e il suo esempio ha ancora tanto da dire alla politica e alla società di oggi.
A più di cento anni dalla promulgazione della costituzione di Querétaro (5 febbraio 1917), considerata una delle più anticlericali di tutto il Novecento, l'ostilità verso la libertà delle fedi religiose di agire come tali nello spazio pubblico continua a rappresentare un tratto distintivo della società messicana, nonostante le riforme costituzionali che nel 1992 e nel 2013 hanno cercato di adeguare la disciplina interna del diritto di libertà religiosa agli standard riconosciuti a livello internazionale. Ancora oggi il Messico, come ai tempi della guerra cristera del 1926-1929, è uno dei luoghi più pericolosi al mondo dove esercitare il ministero sacerdotale, in particolare nelle regioni più colpite dalla piaga del narcotraffico. A ciò si aggiunge l'ostracismo a cui tendenzialmente va incontro chi, spinto dalla propria appartenenza religiosa, sostiene pubblicamente rivendicazioni di natura sociale o civica. L'eccezionalità del caso messicano sul piano della tutela del diritto di libertà religiosa continua dunque a suscitare domande, per rispondere alle quali non si può prescindere dalla complessa (e talora drammatica) storia dei rapporti tra lo Stato e la Chiesa cattolica nel paese. Riflettere sul valore paradigmatico dell'esperienza messicana, a partire da una prospettiva al tempo stesso storica e giuridica, è l'obiettivo che si propone il presente volume.