"Le due raccolte di fiabe più belle che l'Italia possieda ci vengono dalla Sicilia e dalla Toscana". Con questo giudizio Italo Calvino consacrava, più di cinquant'anni fa, la monumentale raccolta in quattro volumi di Fiabe, novelle e racconti popolari siciliani che Giuseppe Pitrè aveva dato alle stampe nel 1875. Il geniale medico e folklorista palermitano aveva pubblicato quelle fiabe in dialetto siciliano, trasponendole sulla pagina così come le aveva ascoltate dalla viva voce delle sue raccontatrici e dei suoi raccontatori: un'operazione condotta con uno scrupolo che non ha l'eguale in nessun altro repertorio della fiaba europea, nemmeno in quello dei fratelli Grimm. Pitrè non aveva "scritto" quelle storie. Le aveva "trascritte", con una intuizione anticipatrice: rispettarne l'oralità, raccontandole con le parole e la lingua di chi gliele aveva narrate. Ma quella stessa intuizione le avrebbe però coperte sotto una spessa coltre di rimozione e di silenzio. C'era un solo modo per risolvere una simile contraddizione. Ripubblicare integralmente i quattro volumi originari così come Pitrè li aveva concepiti e affiancare, sulla pagina a fronte, la traduzione in italiano moderno. I quattro volumi di questa nuova edizione permettono per la prima volta a tutti i lettori, anche a chi non conosce il dialetto siciliano, di entrare nel cuore profondo di questo grande tesoro della fiaba europea. Prefazione di Giovanni Puglisi.