«Io filmo l'intimo, io filmo la metafisica». Così disse di sé Krzysztof Kie?lowski (Varsavia, 1941-1996) il grande regista, sceneggiatore, scrittore e documentarista polacco, riconosciuto universalmente come uno dei più grandi autori della storia del cinema. Questo libro fruga nella sua monumentale opera del Decalogo, nei Tre Colori (Film Blu, Film Bianco e Film Rosso) e nella Doppia vita di Veronica per rivelare la passione del cineasta per l'umano e vi individua dei rimandi metafisici di un fondamento che sembra assente, ma che in realtà interagisce nella storia. Direttamente, il grande regista polacco non è politico né esistenzialista, non è moralista né spiritualista, non è cattolico ma neppure ateo, non è sociologo ma nemmeno intimista, non è razionalista puro, non è storico ma neppure simbolista. Ben disinfettato, insomma, da tutti gli «ismi». Eppure tutti questi motivi traspaiono, poi, dialetticamente, come per emanazione, da uno dei più formidabili tessitori della storia del cinema, da un cercatore instancabile di quell'Oltre, cui tutti aneliamo.
In tutto il mondo la basilica di San Marco in Venezia, che custodisce fin dall'anno 828 d.C. le spoglie dell'evangelista Marco, è nota come la basilica d'oro. Tale appellativo lo si deve alle migliaia di tessere d'oro che compongono in gran parte la decorazione musiva delle cupole, degli archi e delle volte che costituiscono questo meraviglioso capolavoro dell'arte bizantina. Tra i numerosi cicli musivi, che raffigurano l'intera storia della salvezza compiutasi in Cristo, nell'atrio sud-ovest della cattedrale un posto privilegiato occupano i mosaici che stanno all'inizio della narrazione marciana. La "Cupola della Creazione", entusiasmante opera musiva tornata ai suoi vividi colori con l'ultimo restauro terminato nel 2011, ci riporta all'origine dei tempi. Nelle 24 scene distribuite su tre ordini, viene riportato - si direbbe minuto per minuto - l'atto d'amore con cui Dio crea il cosmo e ciò che contiene, ponendone al centro l'uomo creato a Sua immagine e somiglianza. È un racconto attuale che ci interroga sulla nostra origine, sulle domande di senso che l'uomo da sempre si pone e ci svela che il creato - quando non viene ridotto ad un uso ordinario - rende l'uomo cosciente di se stesso e delle relazioni originarie che lo costituiscono.
Benché presente nel mondo naturale, dai vegetali ai minerali e agli animali, il rosa è stato prodotto dagli esseri umani in epoca relativamente tarda. In Europa prima del XIV secolo lo si incontra raramente, sia nella cultura materiale sia nell'arte, mentre appare con una certa frequenza nell'abbigliamento alla fine del Medioevo grazie a una tintura importata inizialmente dalle Indie e poi dal Nuovo Mondo, il legno di brasile. La moda del rosa raggiunge il suo apice attorno alla metà del XVIII secolo, quando questo colore viene associato al romanticismo e alla femminilità e diviene simbolo di dolcezza, piacere e felicità. Nello stesso periodo, i floricultori riescono a produrre delle rose rosa, e con un successo tale che il nome del fiore finisce per designare il colore che fino a quel momento era stato confinato nella gamma dei gialli o dei rossi. Oggi il rosa è meno presente nella vita quotidiana rispetto all'epoca romantica, e si caratterizza per una certa ambivalenza: se secondo alcuni è di cattivo gusto, secondo altri è un colore emblematico della modernità, e lo troviamo nella pop art o nella cosiddetta pink culture, ma anche in due fenomeni di grande successo: il rosa Barbie e la Pantera rosa.
Il presente volume racconta il progetto, lungo trent'anni, della realizzazione del mosaico più grande d'Europa coniugando l'aspetto artistico a quello sociale e umanitario. La genesi di quest'opera illustra un metodo sia artistico sia educativo-sociale, che è auspicabile replicare anche in altri contesti e nazioni, vista la visibilità internazionale che il progetto ha ottenuto. Da una tessera, al mondo. O, forse, meglio dire: da una tessera... il mondo. È la sintesi più consona di quanto un'artista in carriera, Andreina Giorgia Carpenito, 27 anni fa è riuscita a tirar fuori dall'edificio di una chiesa destinata alla demolizione di un paese periferico della cintura di Arezzo. Scarto, divenuto Centro Polivalente delle Arti, come i materiali usati per la realizzazione di quello che è oggi il Mosaico più grande e importante d'Europa. Scarto, come le persone che questa società mette da parte e che al Mosaico di Andreina diventano il centro di una comunità. Approfondimenti su www.ilmosaicodiandreina.org.
«Cosa c'è di più facile del volto? Tutti ne abbiamo uno, e abbiamo a che fare con quello degli altri. Eppure, di tutte le cose che ci capita di guardare, il volto rimane la più enigmatica». Dopo "Cromorama" e "Figure", Riccardo Falcinelli rivoluziona ancora il nostro sguardo su qualcosa che diamo per scontato: le facce. Nell'arte, nei film, nelle pubblicità, su TikTok e anche nello specchio ogni mattina. Pubblicando i selfie su Instagram ci poniamo gli stessi problemi che si è posto ogni artista e comunicatore nella Storia: cercare di rendere una faccia più eroica, autorevole, addirittura divina. O magari conferirle valori morali, come i pittori del Rinascimento, che ritraevano i sovrani accanto a una colonna o una tenda per esprimere maestà e prestigio. La faccia è la parte del corpo più soggetta ad attribuzioni di senso: anche se tendiamo a considerarli qualcosa di «naturale», i volti sono sempre una costruzione culturale. Da Alessandro Magno a Rita Hayworth, da Elsa di "Frozen" al bambino della Kinder, dall'icona di Cristo fino alle foto sulle lapidi dei nostri nonni, con immensa profondità di analisi e verve narrativa, Falcinelli inventa una «facciologia», chiamando in causa l'arte, la semiotica, le neuroscienze, la storia politica, la moda e i cosmetici. Perché il volto che ci costruiamo può determinare la vita che faremo. Con oltre 600 immagini a colori.
"Note di Natale" è un viaggio attraverso la genesi e le storie, spesso curiose e sorprendenti, da cui sono scaturite le melodie che da decenni accompagnano le festività natalizie, nonché un racconto esaustivo e intrigante delle vite di autori, compositori e interpreti che le hanno rese immortali. Tra le novantacinque opere prese in considerazione, troviamo classici intramontabili come Silent Night e Jingle Bells, antiche carole e grandi successi di interpreti leggendari quali Frank Sinatra e Bing Crosby. Ma non è tutto: l'attenzione si focalizza inoltre sui classici moderni": Happy Xmas di John Lennon, All I Want for Christmas Is You di Mariah Carey e Last Christmas dei Wham, con il compianto George Michael. Ogni racconto è il frutto di ricerche appassionate, che analizzano il contesto storico e culturale in cui sono nati questi canti, celebrandone l'ineffabile diversità culturale. E il libro si rivela, allora, non solo un florilegio di aneddoti, bensì un vero e proprio tributo alla magia del Natale e alla musica che la rende così speciale. Per ognuno dei novantacinque brani è presente un QR code e un link a YouTube per ascoltarne una delle versioni più famose. Riccamente illustrato, il volume si conclude con tre playlist su Spotify, che regalano una colonna sonora per un Natale ancora più musicale, felice e... consapevole. Prefazione di Arturo Stàlteri.
Il libro è un itinerario teologico-spirituale che segue il percorso delle pitture realizzate presso la chiesa di San Basilio a Roma, ispirate dall'Exameron, raccolta di omelie sul libro della Genesi scritte dell'omonimo santo e padre della Chiesa del IV secolo, Basilio di Cesarea.
Nel testo viene commentata la visione d’insieme dell'opera e vengono approfondite le tematiche di ciascuna delle 21 scene dipinte, ricchissime di colori, elementi che provengono dalla simbolica ricerca dei bestiari cristiani, e di soluzioni artistiche creative che narrano i contenuti della storia della salvezza. In accordo con tutta la tradizione della Chiesa antica, anche san Basilio riteneva che non si potesse conoscere né comprendere la creazione se non a partire dalla redenzione e dalla visione escatologica inaugurata dalla Pasqua di Cristo e dalla Pentecoste, che ha ridonato all'umanità, rinata nel battesimo, il soffio della vita di Dio.
L'uomo, che dopo il peccato aveva perduto la sua relazione vitale con il Creatore e pervertito il suo rapporto con il creato, ritrova il proprio modo di esistenza da figlio e fratello nella vita ecclesiale, e da custode e responsabile di un mondo che gli appartiene intimamente, non più come individuo che possiede e domina ma da persona compiuta nella comunione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Tutti i colori della salvezza è un libro, dunque, che dischiude uno sguardo nuovo, ma in realtà antico e radicato nella tradizione della Chiesa, sulle questioni fondamentali della salvezza dell’uomo e sul suo rapporto con l’altro e con il creato.
Le 100 opere più rappresentative raccolte nelle molteplici collezioni dei Musei Vaticani sono il fulcro di questo pregevole volume fotografico, disponibile subito in 9 lingue, ma presto anche in altre edizioni. Una selezione esemplare presentata in un suggestivo percorso che, attraversando tutti i settori museali, tocca l'arte di ogni epoca e provenienza, suggerendo le tappe fondamentali per il visitatore che desideri conoscere meglio questi imperdibili capolavori. Tra questi, percorrendo le numerose sale e gallerie dei Musei, i reperti del Museo Egizio e quelli conservati al Museo Etrusco; le sculture del Braccio Nuovo e nel Cortile Ottagono; i mosaici nel Gregoriano Profano e i sarcofagi del Pio Cristiano; gli affreschi di Raffaello e Michelangelo, i dipinti della Pinacoteca e le collezioni di arte moderna e contemporanea; i manufatti del Museo Anima Mundi e le carrozze papali; e ancora, le iscrizioni epigrafiche, gli arazzi e le carte geografiche. Le schede delle 100 opere selezionate offrono essenziali notizie storico-artistiche stilate dai curatori stessi dei diversi reparti dei Musei. Tutti gli ambienti museali, interni ed esterni, e i capolavori sono largamente illustrati da splendide immagini a colori, con vedute e dettagli realizzati grazie a una campagna fotografica ad hoc.
Le opere e i fatti, le vicende, i rapporti, la vita di un artista che, più di tutto, è stato uno sperimentatore di ipotesi, procedure e idee. Muovendosi tra i temi duchampiani più noti - il possibile, l'oggetto 'già fatto', l'arte come atto mentale, l'erotismo, l'ironia, il caso - Carla Subrizi rilegge un'intera parabola artistica, dall'atto di nominare 'opera d'arte' un oggetto qualsiasi alla realizzazione di un'opera ai confini tra immagine e parola, alla decisione estrema di mantenere segreta un'opera per più di venti anni e rivelarla al pubblico solo dopo la propria morte. Una biografia che è anche riflessione sui processi di significazione dell'arte del XX secolo.
Nell'arte del Novecento e contemporanea la spiritualità è motivo portante di molte creazioni. Al di fuori della specifica committenza di opere di destinazione religiosa, liturgica ed ecclesiale, un'arte fondata su ragioni interne al suo stesso linguaggio e sulla necessità di esprimere percorsi di ricerca interiore o di ascendere a tematiche universali e metafisiche si è manifestata come modello di una spiritualità indipendente, che si è confrontata specificamente anche con le ragioni e le possibilità del sacro. A partire dalle istanze che hanno motivato le origini dell'astrattismo, il superamento della materialità e il riemergere della forza del simbolo, è emersa l'importanza del vuoto, della luce e di altre forme di manifestazione dell'interiorità, dell'invisibile, del trascendente nel linguaggio specifico dell'arte. Sulla base di tali esperienze, in tempi recenti si è assistito a un nuovo confronto della committenza ecclesiastica con le prospettive culturali più attuali. Anche in relazione alle modalità con cui le istituzioni si sono rapportate alle forme dell'arte contemporanea, i testi qui raccolti e organizzati intendono offrire materia di riflessione all'interno di un percorso in atto. Oltre a riferirsi ad alcune figure che hanno segnato la storia del confronto con i temi del sacro e dello spirituale nel corso del Novecento - da Gaetano Previati ai futuristi, da Vasilij Kandinskij a Lucio Fontana - sono oggetto di approfondimento artisti come Pietro Coletta, Hidetoshi Nagasawa, Mimmo Paladino, Claudio Parmiggiani, Mario Raciti, Ettore Spalletti, Valentino Vago, William Xerra, tra coloro che in vario modo hanno interpretato temi e soggetti sacri attraverso opere scaturite dal loro percorso creativo.
Il volume ha come scopo quello di una riflessione sullo spazio liturgico contemporaneo estesa all'occidente e all'oriente cristiani. L'analisi preliminare dei fondamenti ecclesiologici e liturgici apre ad una più chiara comprensione delle realizzazioni architettoniche, che pur diversificatesi nel corso dei secoli, testimoniano il tenace persistere di temi e figure, indicativi di una sostanza condivisa, un'impronta originaria di cui oggi più che mai appare urgente riappropriarsi. La comune aspirazione alla bellezza diviene dunque luogo di dialogo e di incontro tra le due chiese sorelle, quella cattolica e quella ortodossa, in ascolto di quanto auspicato dai santi padri conciliari e dei più recenti ma vigorosi richiami di Papa Francesco.
La fragranza delicata dei fiori di ciliegio, il sole infuocato che finalmente si placa quando incontra il mare, un frutto di melograno abbandonato a terra tra le foglie gialle e scricchiolanti, il silenzio frastornante della prima neve che luccica sotto un raggio di pallida luna. Cento haiku per quattro stagioni più una, per accompagnarci attraverso lo scorrere di un anno che appare interminabile, e invece basta distrarsi ad ascoltare il passettio di un pettirosso sul tatami per accorgersi che se ne è già andato. Lasciandosi ispirare da una delle forme d'arte più affascinanti di sempre, Nicola Magrin interpreta e immagina con la sensibilità e il tratto inconfondibile che lo contraddistinguono il susseguirsi delle stagioni in un Giappone senza tempo, dando vita a un indimenticabile ritratto del Paese del Sol Levante. Un'armonia perfetta tra testo e immagini, che ci avvolge leggera come il profumo delle prime gocce di pioggia e decisa come il sapore dolce del sake.