Il teatro è sempre stato e resta una costruzione collettiva, in nessun modo riducibile alla semplice pagina scritta. Ciò che si vede sulla scena è il risultato del lavoro di drammaturghi, attori, registi, tecnici, scenografi e perché no - anche del pubblico. Proprio per questo motivo ogni testo teatrale si presta, a ogni ripresa, a letture fortemente di parte, a manipolazioni che ne arricchiscono i significati, mettendo in luce aspetti trascurati dalla tradizione. Sulla base di queste considerazioni, Umberto Albini affronta la "vita teatrale" nell'Atene classica prendendo in esame le sue componenti: attore e coro, maschere e costumi, macchine teatrali e attrezzi, edifici e festival, pubblico e, per quanto è possibile, musica e gesto. Sono le parti di un tutto in cui la cultura provoca un incontro complesso e "aperto" con la vita, facendo scaturire interpretazioni sempre nuove. La seconda parte del libro, dedicata ai testi e agli autori (Eschilo, Sofocle, Euripide, Aristofane, Menandro), ripercorre il viaggio nella tradizione di alcuni tra i miti di fondamento della cultura occidentale. Completano il volume una guida bibliografica e un indice analitico.
"Nei quindici anni che ci separano dalla prima pubblicazione di questo testo, il mondo musicale ha cambiato faccia: alcuni direttori sono morti (Karajan, Celibidache, Bernstein, Solti, Gavazzeni), altri sono usciti di scena (Giulini)... e intanto nuove meteore sono sopraggiunte anche al di fuori delle volontà delle multinazionali del disco". Nuova edizione di un'opera che affronta il grande tema dell'interpretazione musicale attraverso l'orchestra; da Spontini a Wagner, da Toscanini a Karajan, Muti, Sinopoli, Chailly.