
La natura morta è un genere assolutamente originale della mentalità europea fra Manierismo e Barocco, diffuso in diversi centri, nei Paesi Bassi, in Germania, in Francia, in Italia, in Spagna. In questa pubblicazione viene presentata una sintesi ricca e originale del fenomeno, un universo complesso sospeso tra resa realistica e rimandi simbolici. L'analisi spazia dagli antecedenti italiani trecenteschi ai soggetti dominanti tra il Cinquecento e il Seicento: le cucine e le tavole imbandite, i dipinti floreali, le nature morte allegoriche.
La presente pubblicazione è dedicata a Claude Monet, caposcuola del movimento che rivoluzionò la pittura europea della fine dell'Ottocento. Dalle prime prove, al Salon, alla storica esposizione del gruppo impressionista nel 1874, dalla scoperta della pittura en plein air, all'estrema avventura della Ninfee, l'itinerario di Monet è ricostruito passo per passo anche con l'aiuto dei documenti dell'epoca e dei ricordi del pittore.
La presente pubblicazione è dedicata a Rembrandt Harmenszoon van Rijn che nacque a Leida nel 1606. Iniziò a dipingere nelle botteghe di pittori famosi all'epoca. Trasse la sua prima ispirazione dalla pittura italiana, soprattutto caravaggesca; in seguito maturò uno stile proprio e una tendenza alle complesse scene d'insieme, oltre a una spiccata predilezione per il ritratto. A partire dagli anni Trenta il suo successo fu straordinario: declinò solo molto più tardi.
La presente pubblicazione è dedicata al disegno di Leonardo da Vinci (Vinci 1452 - Amboise 1519), che inizia la sua attività di pittore alla bottega del Verrocchio. Lavora a Firenze e poi a Milano, alla corte degli Sforza dove ottiene alcune delle sue commissioni più importanti: Cenacolo, affreschi nel Castello sforzesco, apparati per feste. Dal 1499 inizia a viaggiare fra Mantova, Venezia, Firenze Milano, Roma e poi approda in Francia, alla corte di Francesco I. La vocazione pittorica di Leonardo passa attraverso il disegno, scoperto nell'adolescenza trascorsa in ambito appartato rispetto ai grandi centri d'arte. E un'impeccabile impostazione disegnativa rimarrà a fondamento di tutti i suoi dipinti, da quelli che, non finiti, rivelano il disegno preliminare, come l'Adorazione dei Magi, alla Gioconda.
La presente pubblicazione è dedicata a uno dei massimi testimoni della Venezia del Settecento: Pietro Falca, detto Pietro Longhi (Venezia 1702-1785). Un itinerario artistico del pittore, famoso per quei dipinti che propongono garbati e ironici spaccati di vita quotidiana dove cose e persone vengono liricamente osservati e acquistano espressività grazie alle sottigliezze del disegno minuto e dei colori teneri e armonici come pastelli.
La presente pubblicazione è dedicata al Giudizio universale dipinto da Michelangelo Buonarroti nella cappella Sistina tra il 1536 e il 1541. Il testo ricostruisce nei particolari e attraverso i documenti le vicende esecutive del grande affresco e la tecnica pittorica dell'artista; gli interventi eseguiti nel corso dei secoli, dalle "braghe" della Controriforma ai restauri successivi; e, infine, le procedure dell'ultimo restauro che restituisce al mondo intero uno dei massimi capolavori della storia dell'arte.
La presente pubblicazione è dedicata a colui che contribuì a delineare i caratteri principali dell'Art nouveau: Alphonse Mucha (Moravia 1860 - Praga 1939). Deve la sua fama ai manifesti teatrali concepiti per Sarah Bernhardt, immagini-simbolo dell'Art nouveau che resero celebre il suo tratto elegante e decorativo. Dietro al linguaggio apparentemente facile e superficiale, dietro al gusto spiccato per la decorazione emergono una robusta formazione e un legame solido e profondo con la tradizione slava.
La presente pubblicazione è dedicata ad un artista che fece un'apparizione brevissima e folgorante sulla scena del primo Rinascimento: Tommaso di ser Giovanni di Mone Cassai detto il Masaccio (1401-1428). Muore a soli ventisette anni, ma il suo apporto di innovazione nel primo Quattrocento fiorentino è paragonabile a quello di Donatello per la scultura e di Brunelleschi per l'architettura. Produce alcuni capisaldi della rivoluzione naturalistica nella rappresentazione pittorica, altrettanti modelli per le generazioni successive: la Trinità di Santa Maria Novella, gli affreschi della cappella Brancacci nella chiesa del Carmine sempre a Firenze.
La presente pubblicazione è dedicata a Domenico Zampieri, detto il Domenichino (1581-1641). L'accettazione del "modello" ideale (si forma come allievo e collaboratore dei Carracci e osserva i grandi modelli rinascimentali) non gli impedisce di praticare un realismo certamente mediato da studi e teorizzazioni ma nutrito di sincera attenzione e sorretto da una straordinaria abilità tecnica, come dimostrano i suoi capolavori romani: le Storie di santa Cecilia, la Caccia di Diana, gli affreschi in Sant'Andrea della Valle.
La presente pubblicazione è dedicata ad uno dei più grandi artisti italiani del Trecento: Giotto (1267?-1337). Giovanissimo lavora nella bottega di Cimabue, ma in breve diventa uno degli artisti più contesi della penisola. Lascia i suoi capolavori in San Francesco ad Assisi, nella cappella degli Scrovegni a Padova, in Santa Croce a Firenze. È l'artefice di un rinnovamento radicale del linguaggio in pittura: è il discrimine tra l'arte medievale e la rinascita di una cultura figurativa improntata all'osservazione del reale, al punto che si può affermare che le vicende dell'arte italiana abbiano un "prima" e un "dopo" Giotto.
Una pubblicazione interamente dedicata a Benozzo Gozzoli (Firenze 1427 Pistoia 1497), un grande artista che ha segnato il passaggio fra la concezione artistica del Quattrocento, che ancora guardava al secolo precedente e al gotico cortese, e le grandi innovazioni del Cinquecento. Un pittore che seppe rinnovare il linguaggio visivo pur impiegando tecniche tradizionali. Come tutte le monografie della collana "Dossier d'art", una pubblicazione agile, ricca di belle riproduzioni a colori, completa di un utilissimo quadro cronologico e di una ricca bibliografia.
La presente pubblicazione è dedicata a Pierre-Auguste Renoir (1841-1919). Cominciò come decoratore di ceramica, ma poi, trasferitosi a Parigi, entrò in contatto con gli impressionisti esponendo nelle principali mostre del gruppo. Amico di Monet e Sisley, come loro si appassionò alla pittura "en plein air", ma predilesse soggetti di vita quotidiana, vivaci scene di gruppo e il nudo.