La memoria è essenziale per chi, come Marcel Proust, va alla ricerca del tempo perduto ma è pure fondamentale per chi va alla ricerca delle ricette del tempo che fu. Curiosando nelle cucine dei Guermantes, dei Verdurin, di Françoise e del Grand Hotel di Balbec questo volume ci conduce nel mondo della Belle Epoque proponendo i piatti del romanzo più sontuosi come la Salade Japonnaise, più tradizionali come il Boeufen gelée e più semplici come la Madeleine, quel dolcetto dal nome tanto grazioso che scatenò nella mente del romanziere francese il viaggio a ritroso nel tempo nel quale le papille gustative diventano l'organo che scatena i ricordi più deliziosi ma anche più terribili.
"Non detti in pianto vedendo la luce. Il che manifestò il mio carattere pacifico". Così Carlo Goldoni presentando se stesso nei Mémoires. La capacità di opporre ai dolori la serenità, gli permise di "ciacolare" sulle pecche dei contemporanei come proprie di tutta l'umanità. Così, se pranzeremo con i suoi personaggi, li riconosceremo immediatamente: l'avaro ci servirà "roba brodosa"; la donna emancipata "intingoletti e salsette", mentre la scaltra "cioccolata in guantiera". L'onestà dei difetti di ognuno sarà garantita da Arlecchino, il più difettoso servitore del mondo: "Se t'inganno, prego el cielo de perdere quello che gh'ho più caro: l'appetito".
Questo non è un manuale di ricette vero e proprio, ma un libro di spravvivenza che insegna come "cavarsela in cucina". Contiene ricette e concetti semplici, legati all'inventiva e all'arte di arrangiarsi dedicato, a chi desidera ottenere qualche successo disponendo di pochi ingredienti, tempo scarso, attitudine minima.
Raccolta di ricette della cucina cinese. Dalle zuppe agli antipasti, dalla carne al pesce, dalle verdure al riso, dalla pasta ai dessert.
Non solo un ricettario. Non solo un viaggio appetitoso dentro 600 ricette tipiche descritte e commentate. Il volume è piuttosto una dichiarazione d'amore verso la cucina veneta.
Questo libro vuole essere un omaggio alle tradizioni della cucina triestina tra la fine del '800 e gli inizi del '900. Le ricette sono state tratte da alcuni antichi quaderni delle famiglie triestine tra le quali vanno citate Boico, Viezzoli, dei Rossi, Faccanoni, Pino von Friedental, Grioni, Janesich e Venturini. Alcune di queste ricette sono state riportate nel libro nella loro versione originale.